MONDO
Il governo valuta l'ipotesi di un intervento internazionale
Libia, violenti combattimenti a Tripoli: aeroporto nel mirino. Almeno 15 morti nel paese
Durissimi scontri anche a Bengasi. Condizioni di sicurezza sempre più precarie: l'Onu decide di ritirare il proprio staff
Tripoli (Libia)
La Libia è sempre più nel caos. Duri scontri fra diverse fazioni si sono svolti all’aeroporto di Tripoli, dove il 90% degli aerei presenti nello scalo è stato distrutto. I combattimenti continuano anche nel resto del paese e in particolare a Bengasi. In totale sono almeno 15 le persone morte da domenica e le Nazioni Unite hanno deciso di ritirare temporaneamente il proprio staff a causa del deterioramento delle condizioni di sicurezza.
L’aeroporto di Tripoli è stato colpito da diversi razzi, che hanno danneggiato anche la torre di controllo. Lo scalo è stato chiuso. Si tratta degli scontri più pesanti degli ultimi sei mesi nella capitale libica, dove si contano almeno sette vittime. “Il governo ha preso in considerazione la possibilità di far intervenire forze internazionali per rafforzare la sicurezza”, ha dichiarato il portavoce dell’esecutivo Ahmed Lamine.
A Bengasi le forze irregolari fedeli all’ex generale disertore Khalifa Haftar hanno bombardato le basi degli islamisti, mentre le forze speciali si sono scontrate con i miliziani all’interno della città. Almeno dieci abitazioni sono state colpite da razzi e gli edifici governativi e le banche sono stati chiusi. Si contano almeno sei morti e 25 feriti, secondo fonti mediche in buona parte civili.
Anche l’aeroporto di Misurata è stato chiuso. A collegare la Libia al resto del mondo sono ormai solo due piccoli scali nel sud del paese e la strada che conduce in Tunisia.
L’aeroporto di Tripoli è stato colpito da diversi razzi, che hanno danneggiato anche la torre di controllo. Lo scalo è stato chiuso. Si tratta degli scontri più pesanti degli ultimi sei mesi nella capitale libica, dove si contano almeno sette vittime. “Il governo ha preso in considerazione la possibilità di far intervenire forze internazionali per rafforzare la sicurezza”, ha dichiarato il portavoce dell’esecutivo Ahmed Lamine.
A Bengasi le forze irregolari fedeli all’ex generale disertore Khalifa Haftar hanno bombardato le basi degli islamisti, mentre le forze speciali si sono scontrate con i miliziani all’interno della città. Almeno dieci abitazioni sono state colpite da razzi e gli edifici governativi e le banche sono stati chiusi. Si contano almeno sei morti e 25 feriti, secondo fonti mediche in buona parte civili.
Anche l’aeroporto di Misurata è stato chiuso. A collegare la Libia al resto del mondo sono ormai solo due piccoli scali nel sud del paese e la strada che conduce in Tunisia.