Original qstring:  | /dl/rainews/articoli/Mafia-Capitale-la-Procura-chiedera-il-carcere-duro-per-Carminati-7cc1aa27-dd45-4f2d-9ff4-c33c48df05a8.html | rainews/live/ | true
ITALIA

L'inchiesta

Mafia Capitale, Procura chiederà 41 bis per Carminati. Prefetto Roma:"Mai sentito pressato da Buzzi"

Il provvedimento sul carcere duro - se sarà accolta la richiesta che la Procura presenterà al Ministero della Giustizia - verrà comunicato al carcere di Tolmezzo, in provincia di Udine, dove per ragioni di sicurezza Carminati è stato trasferito. Conferenza stampa del Prefetto di Roma dopo alcune notizie pubblicate sulla stampa

Massimo Carminati (Ansa)
Condividi
Roma Per il solo Massimo Carminati, considerato il vertice di Mafia Capitale, la procura di Roma chiederà al ministero della Giustizia di applicare il carcere duro, secondo quanto dispone l'articolo 41 bis. La richiesta sarà presentata al più presto. Se verrà accolta, il provvedimento sarà comunicato al carcere di Tolmezzo in provincia di Udine dove, per ragioni di sicurezza, Carminati è stato trasferito nei giorni scorsi.

Il prefetto di Roma: "Mai sentito pressato da Buzzi"
"Errori di stampa, inesattezze" se non addirittura "diffamazioni". Così il Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, durante una conferenza stampa convocata oggi a Palazzo Valentini definisce le voci - riportate in questi giorni da alcuni quotidiani - secondo cui erano poco chiari i rapporti tra quest'ultimo e il presidente della cooperativa 29 giugno, Salvatore Buzzi, attualmente agli arresti nell'ambito dell'inchiesta 'mondo di mezzo'.

Nodo del contendere, un incontro tra i due lo scorso 18 marzo in cui Buzzi avrebbe fatto pressioni sul prefetto per far assegnare alla cooperativa Eriches 29 (legata alla 29 giugno) l'accoglienza e la gestione di 400 immigrati in 100 appartamenti a Castelnuovo di Porto, di proprietà della cooperativa stessa.

"Ho incontrato Buzzi su richiesta di Gianni Letta. All'epoca non sapevo chi fosse ma gli ho detto che non era possibile incrementare il numero di migranti a Castelnuovo di Porto - ha spiegato Pecoraro - non era possibile incrementare il numero di immigrati perché su quel territorio non c'erano forze dell'ordine sufficienti per un aumento della popolazione migrante e perché sul territorio pesa anche la presenza del Cara".

Pecoraro ha quindi sottolineato che la lettera inviata al sindaco di Castelnuovo il 18 marzo, in riferimento alla situazione dei centri di accoglienza, citata in alcuni articoli di stampa, "è stata inviata automaticamente, come tutte le altre a tutti gli altri sindaci del territorio e al Questore di Roma". Una prassi che farebbe parte di un iter preciso: "Dal ministero arriva una circolare in cui si avverte la prefettura dell'arrivo dei migranti, nelle settimane e nei mesi a venire, quanti sono e da dove vengono. La prefettura manda l'informativa ai territori i quali a loro volta raccolgono le offerte delle associazioni. L'accoglienza o il rigetto di queste ultime vengono decise dalla prefettura stessa dopo aver interpellato anche la questura per eventuali motivazioni ostative".

"Dopo l'incontro (con Buzzi, ndr), in cui ho detto no all'incremento dei migranti a Castelnuovo di Porto, non ho più ricevuto richieste in tal senso dalla cooperativa Eriches di Buzzi", ha precisato Pecoraro che ha anche aggiunto: "Assolutamente non mi sono sentito pressato da Buzzi". 

Perché l'incontro con quest'ultimo? "Vedere i presidenti delle associazioni è una cosa normale - ha precisato - soprattutto se si tratta di presidenti di cooperative che collaborano con la prefettura".

"Quando ho incontrato Buzzi - ha aggiunto- non potevo sapere in cosa fosse coinvolto, perché in quella fase le forze dell'ordine e gli ufficiali giudiziari non potevano darmene notizia, essendoci sulla persona, un'indagine in corso", ha concluso Pecoraro.
Condividi