MONDO
Emergenza migranti
Migliaia di profughi in marcia verso Belgrado e il confine con l'Ungheria
L'Unione europea cerca una risposta comune alla peggiore crisi migratoria dalla Seconda Guerra Mondiale. Merkel e Hollande: "Subito centri di registrazione in Italia e Grecia"
La crisi più grave dalla Seconda Guerra ad oggi
Nel pieno della peggiore crisi migratoria che l'Europa stia vivendo dal dopoguerra ad oggi, si è tenuto ieri il bilaterale a Berlino tra la cancelliera Angela Merkel e il presidente Francois Hollande. Germania e Francia vogliono che Italia e Grecia allestiscano al più presto centri di registrazione dei migranti in arrivo nell'Unione europea e spingono per una chiara politica di asilo comunitaria.
Negli ultimi giorni poi la crisi è esplosa in nuove emergenze. Gli scontri in Macedonia alla frontiera con la Grecia, tra polizia e migranti intenzionati a dirigersi a nord. Le violenze di gruppi di estrema destra a un campo profughi nella Germania orientale. E ancora l'attacco sventato al treno ad alta velocita Thalys, di cui è stato autore un giovane marocchino noto alla sicurezza di Spagna e Francia e a seguito del quale l'Ue potrebbe rafforzare le misure di sicurezza nelle stazioni.
Hollande ha definito la situazione attuale "straordinaria" con una responsabilità che "riguarda tutta l'Europa" e ha sottolineato che l'area Schengen, zona senza frontiere interne, necessita di una strategia comune, che abbia "regole coerenti" e che preveda che chi ne ha diritto ottenga l'asilo. Quindi, per Parigi e Berlino non è sufficiente l'applicazione delle misure concordate a giugno a livello europeo, ma è necessario creare su questa base una politica comune in materia di asilo.
A novembre vertice a Malta
I ministri dell'Interno di Germania e Francia, Thomas de MaiziFre e Bernard Cazeneuve, stanno lavorando a "un documento comune, per fare in modo che con i partner si possano avviare altre misure", ha annunciato il presidente francese. Anche in vista del vertice di novembre a Malta, dove la discussione coinvolgerà direttamente Ue e leader africani. Anche l'alta rappresentante per la Politica estera dell'Unione europea, Federica Mogherini, da Tallin ha esortato a una maggior collaborazione con i Paesi non comunitari, soprattutto per affrontare le cause della crisi.
Il fronte caldo tra Macedonia e Grecia
Nel fine settimana si sono "surriscaldati" anche i Balcani, dove i migranti tentano rotte diverse da quelle verso le coste italiane, per realizzare il loro sogno europeo. Il confine tra Macedonia e Grecia il fronte più caldo, con violenti scontri fra polizia e profughi diretti a nord. A Gevgelija, situazioen di confine, nella sola giornata di sabato sono arrivati 8mila profughi dalla Grecia, pari a un terzo della popolazione locale. Gli scontri erano scoppiati dopo il blocco della frontiera mentre ieri, dopo che è stato allestito un centro per registrare i migranti, la polizia ha permesso a gruppi di attraversare il confine.
Germania e Svezia il sogno
La vicina Croazia teme che la pressione alle sue frontiere salirà quando l'Ungheria avra terminato di erigere il muro 'anti-migranti' al confine con la Serbia, che spingerà i profughi a trovare rotte alternative per raggiungere il cuore dell'Europa. E la Serbia prevede che nelle prossime sei/otto settimane dovra accogliere ogni giorno tra 2mila e 3mila rifugiati, peso che "non può permettere affrontare da sola", secondo il commissario per i rifugiati, Vladimir Cucic. La gran parte dei profughi attraversa la Serbia per dirigersi più a nord, passando in Ungheria per raggiungere la propria meta finale, solitamente Paesi come Germania e Svezia.