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POLITICA

"Italia può fare da sola. Ma l'Ue no"

Migranti, Renzi: "Sì a rimpatri per evitare nuovi muri". Sulla Grexit: "Molti la vogliono"

Il premier alle Camere alla vigilia del vertice Ue del 25 e 26 giugno sull'emergenza immigrazione tira in ballo la caduta del muro di Berlino 'simbolo', per la sua generazione, di 'identità europea'. "Oggi - continua Renzi - rischiamo che i 14enni vedano salire su un muro, che qualcuno vorrebbe costruire fra Serbia e Ungheria"

Matteo Renzi
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Roma Il vero 'fondo Salva stati' per l'Italia sono state le riforme strutturali. A dirlo è il presidente del Consiglio nell'informativa alle Camere in vista del vertice Ue di giovedì 25 e venerdì 26 giugno. "Se di esami si trattava - aggiunge Matteo Renzi - l'Italia si presentava in ruolo di studente: oggi non è cosi'". Parla anche di un passo avanti definendolo "positivo ma non sufficiente". Ma anche di segnali di ripresa timidi e del valore delle opere pubbliche bloccate per ritardi tra enti è di 1% del Pil. E se oggi l'Italia non è più sul banco degli imputati - aggiunge Renzi - non si deve a fenomeni magici provenienti dall'esterno ma all'attività parlamentare", alle riforme fatte che hanno aumentato la "credibilità" del nostro Paese. Secondo il premier, la "prima preoccupazione degli italiani resta il lavoro", proprio per questo, "I 250mila posti di lavoro recuperati non sono ancora sufficienti, dobbiamo recuperare il milione di posti di lavoro che abbiamo perso", dice il presidente del Consiglio. 
E sempre su questo tema, una rivendicazione: "L'Expo di Milano è un evento che funziona, che sta funzionando molto bene. A dispetto delle previsioni".

"Ue incapace di volare in alto, serve colpo d'ali"
"Siamo in un momento nel quale in Europa si fatica a volare alto: anche il rapporto dei '4 presidenti più 1' non brilla per ambizione, non c'è un grande disegno strategico", dice il premier Matteo Renzi.
Secondo il leader dem, "Serve uno sforzo maggiore per fare dell'Europa quello che Lisbona aveva disegnato e che non è diventata".

Un ragionamento - quello del presidente del Consiglio - che vale per l'immigrazione, e anche per la crisi economica: "Siamo contenti per il fatto che l'Italia non è più
sul banco degli imputati, ma la situazione economica richiede uno sforzo in più, un colpo d'ala. E richiede che l'Italia si presenti nell'ambito internazionale con un po' più di orgoglio per quello che è", perchè "senza il nostro contributo l'Europa è meno forte".

"In Europa non c'è consenso su necessità di riformare Dublino"
Discorso a tutto campo, quindi, quello di Matteo Renzi, che parla anche e soprattutto di immigrazione. "Lo scorso 24 giugno 59.600 cittadini - dice - erano sbarcati sulle coste italiane oggi il numero è sostanzialmente analogo ma c'è una novità profonda. E' finalmente una priorità nell'agenda politica europea". Ma bisogna capire - dice - come gestire questa priorità. O attraverso lo scontro politico, costantemente in campagna elettorale, o "in modo solido" come fa un "grande Paese". In Europa - conclude poi - non c'è consenso sulla necessità di riformare Dublino non solo non c'è oggi, ma non ci sarà probabilmente neanche domani. Perché la paura non ha residenza solo da noi".

"Rimpatri per evitare muri"
Poi il ruolo del nostro Paese nella gestione dell'emergenza. "L'Italia - dice - non è un paese dei balocchi, ma un grande Paese che può farcela da solo. E' l'Europa che non può pensare di fare da sola. Non può pensare di avere una politica estera affidata ai singoli Stati". "Sui rimpatri ci dobbiamo tenacemente aggrappare per evitare il rischio di un'ondata che metta in discussione l'Europa. Noi siamo cresciuti con l'abbattimento del muro di Berlino, le generazioni di oggi rischiano di crescere con la costruzione del muro ungherese".

Fonti Ue: "No al fai da te in tema di immigrazione. Il rischio è che dopo Dublino si mette in discussione Shengen".
"Il dibattito in corso in Italia mostra che è necessaria una risposta europea più solida", riferisce una fonte interna alle istituzioni europee, riferendosi alle dichiarazioni del presidente del Consiglio, Matteo Renzi
"Non possiamo rischiare che vengano decise altre misure unilaterali come quelle che in questi giorni ha annunciato l'Ungheria", ha aggiunto la fonte. Per questo, è probabile chele conclusioni del Consiglio di domani includano un richiamo al
rispetto del regolamento di Dublino e di quello di Schengen.
"Il rischio è che, dopo aver messo in discussione Dublino, si passi a Schengen e questo è un problema per il complessivo impianto di integrazione europea". 

Ai greci: forte pressione per Grexit
Il premier, poi, nel giorno dell'Eurogruppo che discuterà la crisi greca, avvisa il popolo ellenico. I greci - avverte - "devono sapere che esiste una fortissima pressione per usare questa finestra che si apre per chiudere i conti con la Grecia ed eliminare Grecia dalla zona euro". Ma la Grecia deve anche sapere anche - insiste Renzi - che esiste una larga parte di dirigenti in Ue che faranno di tutto per aiutarla perché c'è un obbligo storico e morale, ma anche nel caso del governo greco lo sforzo deve essere reciproco". 
 
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