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MONDO

Migranti, Unicef: in 3 mesi 190 bambini morti nel Mediterraneo

L'Unicef lancia un appello urgente ai leader degli Stati membri dell'Unione Europea che si incontreano oggi a Malta

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Negli ultimi tre mesi nel mar Mediterraneo sono morti almeno 1.354 tra migranti e rifugiati, tra i quali circa 190 erano bambini: lo rende noto l'Unicef, che lancia un appello urgente ai leader dei paesi dell'Unione europea che si incontrano oggi a Malta.    

Fra novembre 2016 e la fine di gennaio 2017, almeno 1.354 migranti e rifugiati sono annegati. La maggior parte di queste morti si è verificata lungo la pericolosa rotta marittima del Mediterraneo Centrale, fra la Libia e l'Italia, dove si sono registrate 1.191 morti, un numero 13 volte maggiore rispetto a quello riportato lungo questa rotta durante lo stesso periodo nel 2015-2016.

La crisi dei rifugiati e dei migranti sarà l'argomento centrale del vertice di Malta. "Il crescente numero di bambini dispersi in mare sottolinea il grande pericolo rappresentato dal viaggio dal Nord Africa all'Italia, insieme alla pressante necessità per i Governi di entrambe le sponde del Mediterraneo di fare di più per salvarli," ha dichiarato Justin Forsyth, vice direttore generale dell'Unicef. "Le decisioni che verranno prese al vertice di oggi - aggiunge Forsyth - potrebbero letteralmente fare la differenza fra la vita e la morte per migliaia di bambini che transitano o che sono bloccati in Libia. Hanno bisogno di un'azione immediata, adesso".    

L'Unicef invita l'Ue e i suoi Stati membri a impegnarsi nelle seguenti azioni per proteggere i bambini sradicati: prevenire lo sfruttamento e la tratta di bambini; aderire pienamente al principio di non respingimento: mandare i bambini indietro, verso il pericolo, o far ritornare le barche in Libia senza un piano adeguato per proteggerli, aggiungerebbe solo altre difficoltà a quelle che già affrontano; impegnare risorse per rafforzare i programmi di protezione dell'infanzia in Libia; investire in centri di accoglienza e cura, che dovrebbero garantire istruzione e servizi sanitari e non dovrebbero mai essere utilizzati per detenere bambini sulla base del loro status di migranti; investire in programmi di reinsediamento e di ricongiungimento familiare, in modo che i rifugiati e i migranti disperati non debbano rivolgersi ai trafficanti e rischiare le proprie vite.    

L'Unicef sta operando lungo le rotte migratorie e anche in Libia, fornendo ai bambini e alle famiglie rifugiate e migranti servizi di protezione, igienico-sanitari, acqua e supporto per istruzione, salute e igiene. Nella notte di mercoledì, l'Agenzia e il suo partner Intersos hanno preso parte al salvataggio di 754 persone nelle acque del Mediterraneo Centrale, compresi 148 bambini non accompagnati.
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