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MONDO

Due navi nel Mediterraneo

Viminale: Alex rifiuta di andare a Malta, provocazione.Vogliono solo l'impunità

Ancora un braccio di ferro tra il governo e le Ong

I migranti a bordo del veliero Alex di Mediterranea (foto di Angela Caponnetto)
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Due navi vagano ancora nel Mediterraneo con a bordo almeno un centinaio di migranti senza trovare approdo. Da una parte c'è la Alex di Mediterranea, che ha già ricevuto l'ok del governo di Malta per sbarcare i migranti che si trovano a bordo, nonostante la ong continui a ribadire di non essere in condizione di arrivare alla Valletta. Dall'altra, a poche miglia di distanza, si trova la Alan Kurdi della tedesca Sea Eye, che ha imbarcato 65 persone al largo della Libia e alla quale il ministero dell'Interno italiano, invece, ha vietato l'ingresso a ogni porto italiano.

La vicenda che incrocia i destini e le rotte delle due navi inizia nel pomeriggio di venerdì: accordo totale tra Italia e Malta sui 54 migranti a bordo di Alex, ferma davanti Lampedusa. Secondo il patto, ci sarebbe uno scambio di naufraghi: La Valletta si dice disponibile ad accogliere le persone a bordo della nave della Mediterranea, mentre Roma ne riceverà altrettanti da Malta per lasciare invariata la pressione dell'accoglienza sull'isola. 

In giornata, intanto, 13 migranti di Alex sono stati già trasbordati su una motovedetta della nostra Guardia costiera: uomini, donne incinte, figli piccoli, due papà, due accompagnatrici e un bambino di 11 anni solo, senza parenti, hanno già raggiunto il suolo italiano. Sono stati portati in ospedale a Lampedusa, visitati, reidratati. Un'evacuazione medica decisa dai sanitari della capitaneria di porto per "stato di necessità".

Mediterranea, Viminale: Ong rifiuta Malta, è provocazione
Mediterranea, secondo fonti del Viminale, rifiuta l'offerta dell'Italia di trasbordare gli immigrati per condurli a Malta a condizione che in porto entri anche l'imbarcazione della ong Alex. La Ong propone di fermarsi, trasbordare gli immigrati su altre imbarcazioni messe a disposizione da Roma o La Valletta e invertire la rotta a circa 15 miglia nautiche da Malta (acque internazionali). Il Viminale giudica la proposta della ong "una provocazione".

La situazione si è quindi complicata, perché il rifiuto a entrare in porto (e quindi a sottostare ai controlli e alla legge maltese) è considerato dal Viminale una "provocazione assurda e una scorciatoia per dribblare le norme di un altro Paese membro dell'Unione europea". Il ministero dell'Interno sottolinea che "le cosiddette fragilità a bordo di Alex (come già successo in tutti i casi analoghi) sono state già portate a terra, in Italia. Si tratta di 14 persone". 

Tutto questo mentre continua la linea dura con le ong da parte del vicepremier leghista Matteo Salvini, che definisce Mediterranea Saving humans "una ong capricciosa". L'equipaggio, infatti, ha segnalato malati di scabbia e mancanza d'acqua a bordo, sostenendo di non poter raggiungere La Valletta: "chiediamo che si muovano le motovedette della guardia costiera italiana o maltese e che effettuino un trasbordo", ha scritto su Twitter Alessandro Metz, armatore sociale di Mediterranea. "Questi mezzi sono attrezzati, mentre la Alex non lo è - ha precisato -. Noi eravamo in missione di monitoraggio quando ci siamo trovati ad affrontare il salvataggio, un obbligo di legge". Il ministero della Difesa ha pure messo a disposizione proprie navi per il trasbordo dei migranti a Malta. Ma il Viminale ha confermato "massima collaborazione" all'ong solo se la Alex si dirigerà comunque verso La Valletta per sottoporsi alle normali e doverose verifiche di legge. "Siamo sicuri che, avendo a cuore le condizioni delle persone trasportate e non essendoci nulla da nascondere, la ong accetterà questa soluzione", hanno fatto sapere dal ministero.

"Alex si diriga verso Malta"
"Alex si diriga verso Malta, l'Italia è pronta a offrire collaborazione per il trasbordo degli immigrati a patto che attracchi alla Valletta per le verifiche di legge" si dice al Viminale, rimarcando: "Mediterranea dice che l'imbarcazione Alex non può arrivare fino a Malta, anche se è stata in grado di partire da Licata per raggiungere le acque territoriali libiche".

Salvini a Seehofer: la Germania intervenga sulla Alan Kurdi
"Ritengo necessario e urgente che la Germania intervenga nei confronti della nave Alan Kurdi e del suo comandante affinché, nel doveroso esercizio della vostra e loro responsabilità, sia assicurato alle persone a bordo il rapido sbarco in apposito luogo". Lo scrive il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, al suo omologo tedesco, Horst Seehofer. La nave, segnala Salvini, "battente bandiera tedesca, con sessantacinque migranti a bordo prelevati in acque Sar libiche, in via autonoma e senza alcun coordinamento". 

"Italia non più unico hotspot d'Europa"
"L’Italia, pur continuando a rispettare la normativa sovranazionale e a difendere responsabilmente le frontiere europee a beneficio di tutti gli Stati membri dell’Ue, non intende più essere l’unico hot spot dell’Europa" continua Salvini nella lettera.

Di Maio: "Giusto che Alex vada a Malta. Incoscienti in barca a vela"
Sul caso interviene anche il vicepremier e ministro per lo Sviluppo economico, Luigi Di Maio.  "E' giusto che queste persone vadano a Malta. E' un grande show di speculazione politica: c'è chi se ne avvantaggia dicendo no alle entrate e c'è chi se ne avvantaggia dicendo vogliamo entrare", aggiunge Di Maio a margine del Villaggio Coldiretti a Milano, secondo il quale "i parlamentari del Pd si stanno già mettendo il costume per salire su quest'altra nave"."Incoscienti questi delle Ong che utilizzano una barca a vela per andare in Libia, prendere delle persone e venire in Italia". 

Berlino: soluzione Ue per Alan Kurdi, ma prima porto sicuro
L'obiettivo del governo tedesco è "trovare una soluzione rapida" alla nave della Sea Eye ma "prima bisogna offrire un porto sicuro e poi si può discutere della distribuzione dei migranti con gli altri Ue" ha dichiarato - come riportano i media tedeschi - un portavoce del ministero degli Esteri della Germania. "E' un compito europeo, dunque ci devono essere più Paesi che partecipano all'accoglienza, nello spirito della solidarietà", ha confermato un portavoce del ministero dell'Interno.

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