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MONDO

Primi segnali di dialogo dall'inizio della guerra

Siria, al via i colloqui regime-opposizione

Si è conclusa la prima sessione di confronto tra le parti in corso a Montreux. Atteso un nuovo faccia a faccia nel pomeriggio. Il mediatore internazionale Lakhdar Brahimi ha ricordato che occorre applicare il Comunicato di Ginevra 1 che prevede tra l'altro la formazione di un governo di transizione, ipotesi che è però già stata respinta dal regime

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Ginevra In Svizzera sono iniziati i primi colloqui diretti tra l'opposizione e il regime siriano dall'inizio del conflitto, quasi tre anni fa. Si è conclusa dopo appena mezz'ora la prima sessione congiunta di colloqui a Ginevra tra le delegazioni: lo ha riferito il portavoce dell'opposizione, Hadi al-Bahra. Un altro incontro è comunque stato fissato per il pomeriggio di oggi.

L'unico a prendere la parola, ha spiegato Bahra, è stato il mediatore internazionale Lakhdar Brahimi, il quale ha ricordato alle parti che occorre applicare il 'Comunicato di Ginevra' con cui si concluse la prima conferenza sulla Siria, il 30 giugno 2012. Il documento prevede tra l'altro la formazione di un governo di transizione, ipotesi che è però già stata respinta dal regime. 

"No a un governo di transizione"
Subito prima di entrare nella sala, il ministro per l'Informazione siriano Omran Zoabi aveva infatti ribadito il no all'ipotesi di dare vita a un governo di transizione. "Al riguardo manteniamo riserve assolute", aveva tagliato corto Zoabi con i giornalisti. "La Siria è uno Stato con le proprie istituzioni. Un organo governativo transitorio si ha quando uno Stato è in via di disgregazione, oppure se le istituzioni non le ha".

La lotta al terrorismo
L'incontro, inizialmente previsto per ieri, è poi slittato ad oggi. Il mediatore Onu, Lakhdar Brahimi, ha riconosciuto che i colloqui partono in salita ed è improbabile una svolta positiva a stretto giro di posta. La delegazione di Damasco ha infatti ricordato più volte di rifiutare l'ipotesi di un passo indietro del presidente Bashar al-Assad, affermando che i negoziati con l'opposizione dovrebbero partire dalla lotta al terrorismo in Siria.

L'ottimismo siriano
Il governo siriano è "ottimista" sull'esito dei colloqui con l'opposizione in programma oggi a Montreux, in Svizzera. A dirlo il viceministro degli Esteri di Damasco, Faisal al-Meqdad, citato dall'agenzia d'informazione ufficiale 'Sana'. "Vogliamo mettere fine al disastro vissuto dal popolo siriano che è il risultato delle azioni dei terroristi e del sostegno militare ed economico fornito loro da Turchia, Arabia Saudita, Francia, Gran Bretagna e Usa", ha sostenuto al-Meqdad.

Possibile accordo su un corridoio umanitario a Homs
Secondo fonti diplomariche dell'agenzia Reuters, nei colloqui diretti tra la delegazione del governo di Bashar al Assad e l'opposizione si tenterà di trovare un accordo per un corridoio umanitario a Homs, nella regione centrale della Siria, una delle città più colpite dalla guerra civile. La stessa fonte fa sapere che "bisogna lavorare sugli aspetti pratici, se il governo non bloccherà l'operazione potrebbe avvenire rapidamente". 
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