POLITICA
L'ex presidente della Repubblica ospite di Fazio a "Che tempo che fa"
Napolitano: nel 2011 "non ci fu nessun complotto".
Napolitano ha spiegato i difficili momenti vissuti nel 2011, "non ci fu nessun complotto. Sarebbe stato strano, se ci fosse stato un colpo di mano, che poi Berlusconi votasse a favore" del governo Monti. Una sconfitta nel referendum costituzionale "è chiaro che il premier si troverebbe in una situazione estremamente difficile"
"Il presidente del Consiglio Berlusconi - ha detto Napolitano - ebbe senso di responsabilità nel comprendere che non poteva continuare. Io decisi di affidare la guida di questo governo ad uomo mai schierato con il centrodestra e con il centrosinistra e che aveva molti titoli europei. Non ci fu nessuno scontro: quando si formò questo governo Monti l'alleanza di Berlusconi votò a favore" e "non ci fu nessun complotto. Sarebbe stato strano, se ci fosse stato un colpo di mano, che poi Berlusconi votasse a favore" del governo Monti.
Con lo stesso obiettivo e lo stesso spirito "ho dato l'incarico a Renzi, come prima a Letta, con l'impegno di portare avanti queste riforme e anche altre: quelle del lavoro, gli incentivi alle imprese". Poi il presidente emerito ha sottolineato che se ci dovesse essere "una sconfitta sulla riforma della Costituzione è chiaro che il premier senza poter dire che sia stata sua responsabilità si troverebbe in una situazione estremamente difficile. Ma non vorrei che si parlasse sempre di questo. Se si perdesse ne trarrebbe conclusioni il premier ma noi dobbiamo parlare della riforma che è necessaria all'Italia".
Dal 2011 ad oggi, Napolitano ritiene che "rispetto ai momenti più difficili, vissuti alcuni anni fa, c'è stata una ripresa di immagine e di fiducia" nell'Italia. "Ma siamo sempre sotto uno sguardo severo soprattutto per il peso enorme del debito pubblico che abbiamo accumulato. Non possiamo fare a meno di essere severi con noi stessi, di spendere bene e non di spendere per spendere".
L'ex presidente della Repubblica poi, rispondendo ad una domanda sulla situazione politica in Europa, ha detto che "il guaio è questo: ci sono governanti che, invece di dare serenità, alimentano la paura, i pregiudizi, e su questo lucrano i loro interessi elettorali. La politica in Europa è rimasta nazionale. Si sono messe insieme tante cose, ma la politica è rimasta nazionale. Ognuno pensa alle elezioni in casa propria, non alle elezioni europee" e poi - ha aggiunto - "ci sono governi che stanno mettendo in discussione i fondamenti reali dell'Europa, governi che mostrano di non aver capito quelli che sono i valori fondamentali: libertà, pluralismo e rispetto dei diritti e solidarietà" e questi segnali sono un sintomo di "regressione, un modo di tornare indietro".
Napolitano ha anche evidenziato come si siano molto indebolite "la coesione e l'autorità della istituzioni europee. Se il Consiglio decide che ogni Paese deve assumersi la responsabilità di accogliere una certa quota di rifugiati e poi si fa il contrario è l'autorità delle istituzioni europee che è molto scossa".
Infine Napolitano ha anche parlato del pericolo Brexit. "Credo - ha detto - che molti inglesi abbiano capito e anche lo stesso Cameron che ha avuto l'idea non felice di annunciare il referendum", che con un'uscita dell'Inghilterra dall'Europa "succederebbe qualcosa di grave soprattutto per la Gran Bretagna che verrebbe isolata dall'Europa. Ma sarebbe anche un colpo per Unione europea".