ECONOMIA
Il report
L'Ocse all'Italia: "Riforme ambiziose, concluderle". Pil positivo ma debito in crescita
Il Pil italiano crescerà dello 0,4% quest'anno e dell'1,3% nel 2016. I consumi privati sono attesi in aumento dello 0,7% quest'anno e dello 0,8% il prossimo, mentre quelli pubblici ancora in calo. Gli investimenti fissi lordi fermi quest'anno (+0,1%) e in ripresa del 2,2% nel 2016. L'inflazione - si legge nello Studio economico dell'Ocse sull'Italia - è attesa allo 0,2% medio sia quest'anno che il prossimo.
Le principali raccomandazioni dell'Ocse all'Italia sono quindi quelle di compiere le riforme; garantire una formulazione chiara della legislazione, supportata da una Pa più efficace, e ridurre il ricorso ai decreti legge; snellire il sistema giudiziario e incentivare la mediazione; valutare la creazione di una commissione per la produttività; ridurre la corruzione: "l'Anac ha bisogno di stabilità, continuità, nonchè di supporto a tutti i livelli politici", si legge nel documento.
Gurria: passi avanti su riforme, Jobs Act motore cambiamento
"Renzi ha scelto chiaramente un team efficace, nel 2014 si sono fatti grandi passi avanti sulle riforme", ha detto alla presentazione del rapporto sull'Italia il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, aggiungendo che molto è stato fatto ma "molto resta da fare". Per Gurria il Jobs Act "può essere il vero motore di cambiamento" per l'economia italiana. Non a caso, anche se il rapporto Ocse appena chiuso prevede una crescita dello 0,4 nel 2015, Gurria ha spiegato che "tenuto conto delle riforme, delle circostanze generali e delle ultime informazioni la crescita 2015 sarà dello 0,6 per cento", mentre sul 2016 è confermata l'attesa di un più 1,3 per cento del Pil.
Con riforme strutturali +6% Pil in 10 anni
Tra le varie riforme, l'Ocse raccomanda di "dare la massima priorità alle riforme del mercato del lavoro per rafforzare la produttività e aumentare i posti", attuando "pienamente il contratto unico a tutela crescente", modificando la composizione della spesa nelle politiche attive, limitando i programmi di formazione a chi ne ha bisogno, assistendo chi cerca lavoro, incoraggiando la partecipazione delle donne con orari più flessibili e maggiori servizi a infanzia e anziani. Se il governo italiano riuscirà ad attuare in pieno il proprio "ambizioso e di ampio respiro" programma di riforme, i provvedimenti, secondo l’Ocse, "potrebbero determinare un incremento del Pil pari al 6% entro i prossimi 10 anni". E, dal punto di vista delle previsioni trettamente economiche, l'Ocse prevede che l'indebitamento netto della Pa scenderà al 2,7% del Pil nel 2015 dal 3% dello scorso anno e poi, nel 2016, all'1,8%. Il saldo primario strutturale resterà al 4,4% del Pil quest'anno e salirà al 4,9% solo nel 2016. Il debito lordo seguirà questa dinamica ascendente: dal 130,6% del Pil del 2014 al 132,8%, al 133,5% (così come d'altro canto il debito netto dal 120,4% al 122,7% al 123,1%).
Disoccupazione sotto il 12% nel 2016
Per l'Organizzazione parigina, il tasso di disoccupazione in Italia scenderà dal 12,3% quest'anno all'11,8% nel 2016 (12,4% nel 2014).
Consumi ed inflazione
I consumi privati sono attesi in aumento dello 0,7% quest'anno e dello 0,8% il prossimo, mentre quelli pubblici ancora in calo. Gli investimenti fissi lordi fermi quest'anno (+0,1%) e in ripresa del 2,2% nel 2016. L'inflazione - si legge ancora nello studio economico dell'Ocse sull'italia - è attesa allo 0,2% medio sia quest'anno che il prossimo.
Italia prenda in considerazione bad bank pubblica
Tra le sfide finanziarie, l'Ocse consiglia di "adottare con urgenza provvedimenti per ridurre il livello di crediti non esigibili nel settore bancario, anche migliorando il regime di insolvenza applicato ai debitori in sofferenza". Questo insieme alla necessità di "promuovere un uso maggiore degli appalti centralizzati, dei sistemi di informazione sui costi e del benchmarking". L'Italia deve "proseguire gli sforzi per ridurre l'evasione fiscale mediante un'applicazione più efficace della legge e rafforzare il rispetto degli obblighi fiscali mediante procedure di riscossione semplificate. Ampliare la base imponibile, in particolare riducendo il numero di agevolazioni fiscali, e semplificare il sistema fiscale". In assenza di rapidi progressi sul fronte dei crediti deteriorati, "l'istituzione di una bad bankpubblica potrebbe essere presa in considerazione in Italia".