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MONDO

Guerra al terrore

Ostaggio francese decapitato, Obama sfida l'Isis: nuovi raid in Siria

Dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu via libera alla risoluzione contro i jihadisti occidentali. Il video della decapitazione del turista francese diffuso mentre Obama parlava al palazzo di Vetro 

 

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Gli Stati Uniti e i loro partner arabi stanno effettuando altri attacchi aerei contro obbiettivi dello Stato islamico (ex Isil) in Siria. A confermarlo è il Pentagono. I raid arrivano in risposta al nuovo atroce video che mostra la decapitazione dell'ostaggio francese Hervé Gourdel, rapito domenica scorsa in Algeria dal gruppo terroristico 'Jund al Khilafa', organizzazione che ha giurato fedeltà allo Stato Islamico. La terribile notizia è arrivata negli stessi istanti in cui il presidente Obama dalla tribuna del Palazzo di vetro all'Onu spiegava che l'Isis "andava distrutto" e che questa "non è una guerra all'Islam" ma "non si può negoziare con il male". Dopo il video anche il presidente Hollande ha assicurato che la Francia non femerà "le operazioni militari per annientare lo Stato Islamico" perchè "Il terrorismo non ha frontiere".

Jihadisti stranieri, la risoluzione Onu 
Intanto il consiglio di sicurezza dell'Onu ha approvato all'unanimità una risoluzione che vincola tutti i Paesi a fare il possibile per frenare il flusso di jihadisti stranieri, molti occidentali, che vanno a combattere in Siria e in Iraq e che poi, tornando in patria, rappresentanto un enorme pericolo per la sicurezza. "Sono 15.000 i jihadisti stranieri da oltre 80 Paesi andati in Siria negli ultimi anni", è stato l'allarme lanciato da Obama. Il testo chiede agli Stati membri di "prevenire e reprimere" il reclutamento e il flusso dei combattenti stranieri sotto l'ombrello del capitolo 7 della Carta Onu, il quale fornisce al Consiglio l'autorità di comminare sanzioni e prevedere l'uso della forza. Per Obama però, le intenzioni del mondo espresse oggi "devono essere tradotte in azioni concrete" poichè "le promesse sulla carta non sono in grado di mantenerci al sicuro". Obbliga inoltre a "impedire l'ingresso o il transito nel territorio dei Paesi membri di qualunque persona che in base a informazioni credibili stia cercando di pianificare o eseguire attacchi o entrare in un gruppo militante estremista". Il testo raccomanda infine agli Stati di "esigere che le compagnie aeree sotto la loro giurisdizione forniscano in anticipo informazioni sui passeggeri alle autorità nazionali competenti, al fine di rilevare la partenza dal loro territorio, o il tentativo d'ingresso o il transito nel loro territorio" di persone soggette a sanzioni Onu.

"Non è una guerra all'Islam"
Poco prima che la notizia della decapitazione entrasse nel Palazzo di vetro, dal podio dell'Onu il presidente Obama lanciava l'appello: "Il gruppo terroristico conosciuto come l’Isis deve essere distrutto. Già 40 paesi si sono offerti di unirsi alla nostra coalizione e chiedo al mondo di unirsi al nostro sforzo". Il capo della Casa Bianca precisava però che quella in Siria e Iraq non è una guerra all'Islam, quell'Islam che era stato il suo destinatario di un celebre messaggio pronunciato all'inizio del suo primo mandato dall'Università Al-Azhar del Cairo. "Gli Stati Uniti non saranno mai in guerra contro l’Islam perché insegna la pace e milioni di musulmani-americani fanno parte del nostro Paese. Non è uno scontro di civiltà".

L’appello ai musulmani e l'invito all'Iran 
Obama non si è rivolto solo alle potenze occidentali nel suo intervento ma anche al mondo musulmano che "deve respingere con forza l’ideologia di Al Qaida e dell’Isis". Perché, spiega il presidente Usa, i cittadini musulmani devono "rispettare e onorare la tradizione dell’islam, ovvero l’istruzione, l’innovazione e la dignità della vita". Dal podio del Palazzo di vetro, Obama lancia quindi un nuovo appello all’Iran sul nucleare: "Non lasciate che passi questa opportunità storica: possiamo raggiungere una soluzione che soddisfi il vostro bisogno di energia e rassicuri il mondo che il vostro programma è di pace".  
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