ECONOMIA
L'intervista
Padoan: "Via la Tasi senza toglier nulla ai comuni, sulle pensioni l'equilibrio va mantenuto"
"Tagliare le tasse è di sinistra", dice il ministro delle Finanze a Repubblica spiegando che la riduzione della pressione fiscale "fa parte di un percorso che abbiamo iniziato e che continueremo sino alla fine del mandato"
Sono le parole del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che, in un’intervista a La Repubblica, fa il punto sull’economia italiana e sulla politica economica del governo all’indomani del via libera all’aggiornamento del Def.
In primo piano le tasse, quelle tagliate e quelle da tagliare, come la Tasi con la paura dei comuni di rimanere a secco: “Questo non accadrà. I Comuni saranno rimborsati in toto della diminuzione del gettito fiscale. E ovviamente questo lascia del tutto intatta la questione importante sulla quale stiamo continuando a lavorare: la riforma della finanza locale, con il superamento del patto di stabilità interno”. E alle polemiche di chi dice che la promessa di tagliare le imposte sulla casa è un copiare Berlusconi, Padoan risponde: "Sostenere che aumentare le tasse è di sinistra e diminuirle è di destra è una cosa che ormai lascia il tempo che trova. La strategia economica per rilanciare l’Italia è complessa e comprende anche la riduzione delle tasse. Soprattutto se questi tagli aumentano la fiducia delle famiglie e le aiutano ad uscire da una recessione profonda, e creano le condizioni per avere più posti di lavoro e di migliore qualità. Aiutare le famiglie e sostenere il lavoro: sono cose di sinistra o no?"
E poi le pensioni, tema su cui Padoan si mostra più cauto: “Va detto che il sistema pensionistico italiano è uno dei più robusti in Europa. È fondamentale non deragliare da un principio fondamentale: vanno legate le prestazioni pensionistiche alla durata del tempo di lavoro e alla aspettativa di vita. Detto questo non c’è nulla di male a esaminare possibili correttivi che riguardano individui che si trovano vicini alla pensione ma con una prospettiva occupazionale difficile. Ma va considerato naturalmente che questo ha un costo e l’equilibrio di finanza pubblica deve essere mantenuto”.
“C’è ancora molta strada – dice ancora il ministro questa volta a proposito della spending review - da fare e molto da guadagnare nell’efficienza della pubblica amministrazione. La Consip deve prendere in mano gli acquisti e bisogna passare da migliaia di centrali di acquisto a poche decine. Le storture sono il risultato dell’assenza di incentivi all’efficienza. Questo genera inerzia. E l’inerzia viene riempita da interessi particolari che vanno individuati e combattuti”.
Spazio anche a questioni non prettamente economiche, come la chiusura del Colosseo pochi giorni fa a causa di un’assemblea sindacale: “Sono fermamente convinto – dice Padoan - che si possa conciliare il sacrosanto diritto dei lavoratori a fare assemblee e tutelare i propri interessi e al tempo stesso tutelare gli interessi dei cittadini e l’immagine dell’Italia. Facciamo una fatica enorme ogni giorno a costruire un’immagine migliore del nostro Paese, e poi rischiamo di rovinarla perché migliaia di persone tornano a casa con l’idea che l’Italia non funzioni. È un’idea sbagliata. Ma gli abbiamo permesso di farsela, e il danno è fatto”.
Infine i rapporti, da una parte quelli con Bruxelles, che oggi sembrano più distesi che in passato come spiega il ministro: “I rapporti con il commissario Moscovici sono fruttuosi e cordiali, come quelli col vicepresidente Dombrovskis, che vedrò martedì prossimo. Abbiamo un dialogo continuo, li informiamo delle decisioni politiche e li aggiorniamo sul percorso, controllando assieme che tutto sia conforme alle regole europee. Questo ha instaurato un clima di fiducia che ci aiuta”. E dall’altra quelli con l’opposizione e con Renato Brunetta che dice che il governo ha solo aumentato il deficit: “Non commento i commenti di Brunetta, perché altrimenti starei a perdere tutto il mio tempo”.