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ECONOMIA

Così il ministro dell'Economia nella nota di aggiornamento al Def

Padoan: "Con crisi, caduta del Pil superiore al crollo del '29. Pareggio di bilancio slitta al 2017"

La crescita del Pil italiano prevista per il 2014 rivista dal +0,8% previsto nel Def al
-0,3%. Nella legge di stabilità previste misure per le famiglie meno abbienti e per le imprese oltre a una clausola di salvaguardia sulle aliquote Iva da 12,4 miliardi nel 2016

Pier Carlo Padoan
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Roma Usa parole dure il ministro Padoan nella nota di aggiornamento al Documento di economia e di finanza. Con la crisi - dice il titolare del dicastero di Via XX settembre - la caduta del Pil italiano è stata superiore al crollo della crisi del ’29, e anche il resto dell'Eurozona stenta a recuperare i livelli pre-crisi. Per il ministro stiamo vivendo una fase di recessione tra le più profonde e prolungate della storia. E non sono positive le stime: "Dopo la forte contrazione verificatasi negli anni 2012-2013 – sostiene Padoan - l'economia italiana si appresta a chiudere il 2014 con una ulteriore riduzione del Pil". La crescita del prodotto interno lordo italiano prevista per il 2014 è stata infatti rivista dal +0,8% al -0,3%.
 
"Solo nel 2015 il prodotto tornerebbe a crescere, sebbene in modo contenuto" e secondo le nuove ipotesi del quadro macroeconomico programmatico, il tasso di crescita medio del Pil tornerebbe sopra l'1 per cento solo nel triennio 2016-2018. Padoan parla anche di una debolezza "di carattere strutturale che è in parte la conseguenza dei danni provocati dalla recessione profonda e persistente degli ultimi anni". Per il ministro "occorre muovere con decisione su più fronti nella consapevolezza che in assenza di una ripresa robusta la tenuta del tessuto produttivo e sociale risulterebbe a rischio, la ricchezza delle famiglie minacciata, le prospettive dei giovani compromesse".

Pareggio di bilancio rimandato al 2017. In l. di stabilità clausola di salvaguardia su aliquote Iva da 12,4 miliardi nel 2016
Il documento, che termina con dettagliatissime risposte ai rilievi Ue, fa slittare il pareggio di bilancio al 2017 e punta sui tagli di spesa. Ma, per rassicurare l'Ue, anticipa che nella legge di Stabilità sarà messa una clausola di salvaguardia a garanzia degli obiettivi: una stangata che si punta ad evitare ma che vale 12,6 miliardi sul 2016, 17,8 miliardi nel 2017 e 21,4 miliardi nel 2018. Il governo punta tutto su un mix di interventi per rilanciare investimenti, occupazione e quindi la crescita. Per questo la manovra per il prossimo anno ha bisogno di essere espansiva e sfrutterà appieno i margini di flessibilità per attuare "un ambizioso pacchetto di interventi strutturali" (le riforme porteranno nel lungo periodo 8,1 punti di Pil) per tornare "su un sentiero sostenuto di crescita". Per il 2015, invocando le "circostante eccezionali" il governo lascerà quindi salire il deficit dal 2,2 tendenziale al 2,9 programmatico (0,7 punti, circa 11 miliardi appunto) con la "volontà di finanziare impegni di spesa nei settori ritenuti più rilevanti per la crescita e ridurre la pressione fiscale per famiglie e imprese". Nella legge di Stabilità – si legge nella nota di aggiornamento al Def– si interverrà infatti a favore delle famiglie meno abbienti e delle imprese; il governo agirà nel solco della riduzione delle imposte sulle persone fisiche e sulle imprese già adottata e delle recenti misure volte a stimolare gli investimenti privati e a facilitare l'accesso al credito per le pmi".

Legge di stabilità da 20-22 miliardi
Il calo delle tasse è una delle principali misure della prossima legge di stabilità, che dovrebbe attestarsi tra i 20 e i 22 miliardi di euro. Per il calo della pressione fiscale servono all'incirca 10 miliardi (7 per confermare il bonus degli 80 euro e altri 2 circa per la nuova riduzione in favore delle imprese). Ci sarà poi l'allentamento del patto di stabilità interno (per 1 miliardo), risorse per la scuola (1 miliardo) e per i nuovi ammortizzatori sociali (1,5 miliardi). Ci sono poi da coprire le spese indifferibili (tra i 4 e i 5 miliardi) e 3 miliardi per evitare il taglio lineare degli sconti fiscali, 'eredità' del governo Letta. Oltre a un aggiustamento dei conti, ridotto rispetto alle attese in virtù dello slittamento del pareggio di bilancio al 2017 (ci sara', si legge nel Def, una "variazione positiva saldo strutturale di 0,1 punti percentuali di Pil", circa 1,5 miliardi.

Capitolo debito che, quest'anno salirà al 131,6%. Si tratta di 3,7 punti in più rispetto al 2013: a pesare saranno meno privatizzazioni (ci si fermerà a 4,8 miliardi contro i 10 stimati) ma anche un aumento del "disavanzo di cassa", cioè del fabbisogno, di 0,7 punti. Questo nonostante nei primi 9 mesi di quest'anno sia migliorato di 7,7 miliardi rispetto al 2013
 
Riferendosi alla riforma del mercato del lavoro, il ministro avverte che "la rete di ammortizzatori sociali verrà rafforzata e resa più inclusiva. Le imprese potranno gestire in maniera più efficiente l'attività produttiva reagendo con maggior prontezza alle evoluzioni cicliche". 

"L'Italia e l'Eurozona – si legge nella nota di aggiornamento al Def - vivono una "ripresa fragile" con un'economia in significativo rallentamento e che, in particolare nel nostro Paese, stenta visibilmente a riprendersi. “Negli ultimi anni, a fronte di dati economici deludenti, tanto i governi quanto gli organismi internazionali hanno ripetutamente peccato di ottimismo e sono stati poi costretti a posticipare le previsioni di ripresa per l'Italia e per l'area dell'euro". Poi il ministro lancia l'allarme:  l'"Eurozona è a un bivio" e "in assenza di interventi significativi i Paesi europei rischiano di avvitarsi in una spirale di stagnazione e deflazione; una disoccupazione elevata e una crescita nominale piatta rendono più difficili il recupero di competitività e la sostenibilità del debito".
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