MONDO
Intervista ad Avvenire
Papa Francesco: "Chiesa non è squadra di calcio che cerca tifosi". Critiche? "Non mi tolgono sonno"
"Sul Giubileo non c'era un piano, le cose sono venute"
Alcuni non capiscono che non c'è solo bianco o nero
Gli attacchi sulla Amoris Laetitia, la sua esortazione apostolica conseguente al Sinodo sulla famiglia, nascono "da un certo legalismo che può essere ideologico". Lo dice il Papa nell'intervista ad Avvenire. Di recente anche quattro cardinali hanno pesantemente criticato il testo. "Alcuni - dice il Papa - continuano a non comprendere, o bianco o nero, anche se è nel flusso della vita che si deve discernere. Il Concilio ci ha detto questo, gli storici dicono però che un Concilio, per essere assorbito bene dal corpo della Chiesa, ha bisogno di un secolo...Siamo a metà".
Sul Giubileo non c'era un piano, le cose sono venute
L'Anno santo che sta per chiudersi non è nato da un progetto premeditato. "Non ho fatto un piano. Le cose sono venute. La Chiesa è il Vangelo, non è un cammino di idee". "Chi scopre di essere molto amato - dice ancora Bergoglio parlando del Giubileo - comincia a uscire dalla solitudine cattiva, dalla separazione che porta a odiare gli altri e se stessi. Spero che tante persone abbiano scoperto di essere molto amate da Gesù e si siano lasciate abbracciare da Lui. La misericordia è il nome di Dio ed è anche la sua debolezza, il suo punto debole". Poi il pontefice parla del cammino ecumenico in corso: "Viene da lontano, con i passi dei miei predecessori. Questo è il cammino della Chiesa. Non sono io. Non ho dato nessuna accelerazione. Nella misura in cui andiamo avanti, il cammino sembra andare più veloce, è il 'motus in fine velocior'".
La Chiesa non è squadra calcio che cerca tifosi
"La Chiesa non è una squadra di calcio che cerca tifosi": lo dice il Papa nell' intervista ad Avvenire spiegando così che "la Chiesa non cresce mai per proselitismo ma 'per attrazione'". Per Francesco, "il proselitismo tra cristiani è in se stesso un peccato grave" e "contraddice la dinamica stessa di come si diventa e si rimane cristiani".
Gente non perdona preti attaccati ai soldi
La gente non perdona i preti che sono attaccati ai soldi. Lo ha detto il Papa nella messa a Santa Marta. "Il popolo di Dio - ha detto Papa Francesco nell'omelia, secondo quanto riferisce Radio Vaticana - che ha un grande fiuto sia nell'accettare, nel canonizzare come nel condannare, perché il popolo di Dio ha capacità di condannare, perdona tante debolezze, tanti peccati ai preti; ma non può perdonarne due: l'attaccamento ai soldi, quando vede il prete attaccato ai soldi, quello non lo perdona; o il maltratto alla gente, quando il prete maltratta i fedeli: questo il popolo di Dio non può digerirlo, e non lo perdona. Le altre cose, le altre debolezze, gli altri peccati ... sì, non sta bene, ma pover'uomo è solo, è questo ... e cerca di giustificare. Ma la condanna non è tanto forte e definitiva: il popolo di Dio ha saputo capire, questo. Lo stato di signore che ha il denaro e porta un sacerdote a essere padrone di una ditta o principe o possiamo andare in su...".
Nel Vangelo del giorno, Gesù caccia i mercanti dal Tempio che hanno trasformato la casa di Dio, un luogo di preghiera, in un "covo di ladri". "Il Signore - ha spiegato il Papa nell'omelia della messa a Santa Marta, secondo quanto riferito da Radio Vaticana - ci fa capire dove è il seme dell'anticristo, il seme del nemico, il seme che rovina il suo Regno": l'attaccamento al denaro. "Il cuore attaccato ai soldi è un cuore idolatra". Gesù dice che "non si possono servire due signori, due padroni", Dio e il denaro. Il denaro - afferma il Papa - è "l'anti-Signore". "E il signore-denaro, che entra nella casa di Dio, sempre cerca di entrare. E questi che facevano il cambio di valute o vendevano cose, ma, affittavano quei posti, eh?: ai sacerdoti ... ai sacerdoti affittavano, poi entravano i soldi. Questo è il signore che può rovinare la nostra vita e ci può condurre a finire la nostra vita male, anche senza felicità, senza la gioia di servire il vero Signore, che è l'unico capace di darci la vera gioia". "E' una scelta personale" - afferma il Papa, che chiede: "Com'è il vostro atteggiamento con i soldi? Siete attaccati ai soldi?". "E' triste vedere un sacerdote - ha proseguito il Papa - che arriva alla fine della sua vita, è in agonia, è in coma e i nipoti come avvoltoi lì, guardando cosa possono prendere". "Siate coraggiosi: siate coraggiosi. Fate scelte. Denaro sufficiente, quello che ha un onesto lavoratore, il risparmio sufficiente, quello che ha un onesto lavoratore. Ma non è lecito, questo è un'idolatria, l'interesse. Il Signore a tutti noi ci dia la grazia della povertà cristiana". "Che il Signore - ha concluso il Papa - ci dia la grazia di questa povertà di operai, di quelli che lavorano e guadagnano il giusto e non cercano di più".
Leggi l'intervista ad Andrea Grillo di Pierluigi Mele "Il legalismo non ferma la riforma di Papa Francesco"