MONDO
Tajani: 6 miliardi di aiuti a Tripoli sul modello Turchia
Parigi: migranti, in corso vertice Europa-Africa
L'obiettivo è quello di chiudere la cosiddetta Rotta del Sahel che porta i migranti in Libia e poi in Europa, principalmente tramite l'Italia
L'obiettivo è quello di chiudere la cosiddetta Rotta del Sahel che porta i migranti in Libia e poi in Europa, principalmente tramite l'Italia. Sul tavolo ci sono la proposta di hotspot nei due Paesi africani per smistare le persone in due macrogruppi: in fuga dalle guerre e migranti economici, i primi da accogliere (o meglio: da valutare) e i secondi da respingere. Si tratta di esternalizzare il lavoro che al momento viene fatto al momento degli sbarchi, riducendoli. Il premier Gentiloni vorrebbe veder riconosciuta l'importanza del ruolo dell'Italia, del (controverso) codice delle ONG e dell'accordo con i 14 sindaci libici.
Gli hotspot africani
In funzione in Grecia e in Italia, sono stati creati due anni fa su indicazione dell'Ue con l'obiettivo di distinguere i rifugiati dai migranti economici. L'ideatore, Macron, li chiama hotspot avanzati, e dovrebbero essere implementati nei Paesi Africani con lo scopo di ridurre le traversate e sgravare l'Europa del lavoro di distinzione. In cambio i governi dei Paesi di partenza che ospiteranno i centri riceveranno aiuti economici. Ecco perchè alla prima sessione del quadrangolare di Parigi sono stati invitati anche i presidenti di Niger e Chad. Dovrebbe avvenire anche in Libia, quando sarà stabilizzata. A gestirli dovrebbero essere ONU e IOM, il dettaglio dell'operazione è oggetto di dibattito che dovrebbe tenersi a settembre.
La "promozione" dell'Italia
Nel documento del vertice, circolato in anticpo, il codice di condotta delle ONG - che in Italia ha provocato non pochi scontri - viene promosso e anzi, capi di Stato e di governo chiedono a tutte le ONG che operano in zona di firmare il codice. Un successo di fatto per il governo e per il ministro degli Interni Minniti che proprio ieri ha perfezionato a Roma un importante accordo con quattordici sindaci libici: in cambio di aiuti si sono impegnati a frenare gli sbarchi. Approvato anche il lavoro che Roma sta facendo con la (frammentata e in alcuni casi anche legata al traffico) Guardia Costiera della Libia per frenare le partenze. Il risultato numerico c'è: circa 3 mila arrivi in agosto contro gli oltre 20 mila dell'anno scorso.
Merkel: Dublino superato, rifarei le scelte fatte nel 2015
In piena campagna elettorale Angela Merkel ricorda di aver accolto nel 2015 oltre 800 mila profughi e che lo rifarebbe, se tornasse indietro. Parlando alla Welt sottolinea l'importanza di suddividere le quote dei profughi in modo solidale, segno che il sistema Dublino - e lo dice chiaramente - è superato, non si può pensare che i rifugiati restino tutti nel primo Paese dove vengono registrati.
Tajani: 6 miliardi a Tripoli, come alla Turchia
Il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani usa parole concrete. A Repubblica spiega che servirebbe un piano da 6 miliardi per Tripoli sul modello di quello messo in atto per la Turchia (pur controverso: l'ultima denuncia in ordine di tempo arriva da uno studio della Hacettepe University di Ankara secondo cui ci sono vengono mostrati solo i campi "adatti ad essere visti" mentre le situzioni più gravi vengono nascoste ai media e agli osservatori). Un piano che, secondo Tajani, favorirebbe "un accordo tra Bengasi e Tripoli (...) dove Haftar potrebbe guidare le forze armate libiche e Serraj mantenere la leadership politica". Servirebbero, sottolinea, controlli per accertare il rispetto dei diritti umani. In generale, sostiene Tajani, per tagliare i flussi migratori serve "un grande piano UE per l'Africa": 50-60 miliardi, nel lungo periodo, per contrastare le cause più profonde delle migrazioni.
Segretario Onu: Libia rilasci i "vulnerabili"
Intanto, il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, chiede alle autorità della Libia di "rilasciare immediatamente" i migranti più vulnerabili detenuti nel paese. Guterres in un rapporto parla di violazioni dei diritti dell'uomo e di migranti "vittime di violenza da parte dei trafficanti, dei gruppi armati e delle forze di sicurezza" in Libia. Il rapporto si basa su ispezioni compiute dalla missione Onu in Libia, Unsmil, nei centri di raccolta di Gharyan, Tripoli, Misurata e Surman, dove "migliaia di persone sono detenute in modo illegale, senza potersi opporre a questa condizione". Secondo Guterres "i diritti fondamentali dei migranti devono essere sempre rispettati" e chiede il rilascio di "donne in pericolo, incinte, famiglie con bambini, minori e handicappati".