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ECONOMIA

Il Welfare dei millennial

Pensioni, Boeri: "Per l'Ape siamo pronti, aspettiamo decreti"

Per l'entrata in vigore dell'Ape (anticipo pensionistico)  l'Inps è pronta. Aspetta i decreti del Governo per poter operare. Così Tito Boeri, Presidente Inps a margine di un convegno sul tema "Il Welfare dei millennial", cioè dei nati dopo gli anni Ottanta, schiacciati tra mancanza di lavoro e precarietà 

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di Tiziana Di Giovannandrea Il numero uno dell’Istituto di Previdenza ha poi sottolineato che il tavolo tra Governo e sindacati relativo alla "fase 2", che si è aperto al Ministero del Lavoro, "dalle prime battute non sta parlando dei problemi dei giovani". Boeri ha sottolineato che "anche quando si parla di giovani lo si fa in un modo che non va dalla loro parte". Boeri si è riferito in particolare all'idea di una pensione minima di garanzia per coprire i contributi mancanti, a causa delle carriere lavorative discontinue. "Chi pagherà  quei minimi pensionistici? - ha aggiunto - i figli dei
nostri figli?".
 
L'articolo 18 ha – secondo Boeri-  frenato l'occupazione, soprattutto quella giovanile; con il Jobs Act e il contratto a tutele crescenti, che non lo prevede, sono stati tre milioni i contratti stabili. In questo modo il presidente dell'Inps, Tito Boeri ha risposto indirettamente alla Cgil che, nelle scorse ore, ha rilanciato l'impegno per il ripristino dell'articolo 18 contro i licenziamenti illegittimi. "Con la riforma del Jobs Act e i contratti a tutele crescenti sono stati tre milioni i contratti a tempo indeterminato e tutto questo va nella direzione giusta. L'articolo 18, invece, -sempre secondo Boeri - è stato un fortissimo dissuasore alle assunzioni stabili. Una autentica barriera", ha continuato.

"Dal 2015 abbiamo avuto più assunzioni a tempo indeterminato con contratti che duravano di più nel tempo rispetto a quelli protetti. I contratti a tutele crescenti, inoltre, hanno incentivato anche la formazione dei lavoratori che è la vera garanzia contro eventuali licenziamenti visto che i datori di lavoro spendono per preparare i lavoratori", ha continuato ammonendo ancora: "Attenti a non continuare a cambiare le regole". La strada indicata dal Presidente Inps è, quella della fiscalizzazione dei contributi dei giovani, incentivando così le assunzioni.
 
Parlando alla una tavola rotonda promossa da Obiettivo Italia, Boeri ha dato una serie di dati da lui definiti "impietosi": la disoccupazione giovanile dal 2010/11 è aumentata del 50%, mentre i salari di ingresso sono calati del 20%. In queste condizioni le generazioni degli anni Ottanta dovranno lavorare oltre i settant'anni per avere una pensione. "Abbiamo un milione di disoccupati con meno di 35 anni - ha sottolineato Boeri - 600 mila dei quali sono senza lavoro da oltre un anno e 250 mila sono laureati". I giovani sono costretti a lasciare l'Italia e sono 100 mila l'anno quelli che risultano residenti all'estero. Il mercato del lavoro ha mostrato di reagire molto bene alla decontribuzione - ha proseguito Boeri - e nel 2015 l'occupazione è cresciuta tre volte il Pil: "La decontribuzione è un mezzo potente per ridurre la disoccupazione". Secondo Boeri con la fiscalizzazione dei contributi sociali per i giovani saranno gli attuali pensionati e lavoratori, la generazione che ha beneficiato di un trattamento pensionistico vantaggioso a favorire l'ingresso nel mercato del lavoro dei giovani. Risorse importanti - ha detto ancora Boeri - si possono recuperare con interventi sulle pensioni oltre i 5 mila euro, nonché ricalcolando col sistema contributivo i vitalizi. Bisogna cambiare le aspettative dei giovani - ha concluso - con interventi strutturali a loro vantaggio, non con interventi temporanei.
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