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MONDO

Sono gruppi addestrati ed equipaggiati dalla Cia

Raid russi in Siria. Lavrov: "Distrutti obiettivi Isis". Usa, McCain: "Colpiti ribelli filo Usa"

Secondo il repubblicano McCain, già candidato alla presidenza Usa nel 2008, alcuni raid russi avrebbero hanno colpito i combattenti della Free Syrian Army, un gruppo addestrato ed equipaggiato dall'intelligence americana. Preoccupazione della Turchia. Il ministro degli Estri di Ankara: non informati dei raid

Raid aerei in Siria
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Mosca Alcuni raid aerei russi in Siria avrebbero colpito anche i combattenti della Free Syrian Army, un gruppo addestrato ed equipaggiato dalla Cia. Lo ha detto nel corso di un'intervista alla Cnn, il senatore americano John McCain che era già stato anticipato da un articolo del New York Times. Nello specifico si tratta di Suqur al-Jabal, uno dei gruppi di ribelli siriani entrato nel programma di addestramento ed equipaggiamento da 500 milioni di dollari. "Esattamente alle 10.30 (le 9.30 in Italia) - ha confermato Mustafa Halabi, portavoce del gruppo Suqur al-Jabal - aerei russi hanno colpito il campo di addestramento di Suqur al-Jabal; quattro aerei russi hanno sparato più di 10 missili". Il portavoce ha aggiunto che a mezzogiorno altri due velivoli da guerra russi hanno attaccato la base ma senza colpirli. 

Mosca: "Azioni in totale coordinamento con le autorità siriane"
I dubbi americani sembrano alimentati anche dalla vaghezza delle dichiarazioni russe in merito agli obiettivi dei raid. A Mosca il mantra resta infatti quello delle azioni in totale "coordinamento con le autorità siriane". Questo, in termini di bersagli, può significare anche altri gruppi rispetto allo Stato islamico. Per il regime di Damasco tutte le formazioni armate che gli si oppongo, sono infatti catalogate come "terroristiche", anche quelle che l'Occidente accetta come possibili interlocutori, in quanto "moderati". Lo stesso portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha citato una "lista di gruppi" attivi in Siria. E a questo proposito, l'emittente libanese al Mayadeen ha riferito che la Russia aveva per obiettivo "una lista di organizzazioni terroristiche" concordata con l'esercito siriano.

Lavrov: "Attacchi condotti su postazioni Isis"
In ogni caso, una smentita netta è stata affidata direttamente ai siriani: "tutti gli attacchi sono stati condotti su posizioni dell'Isis", ha detto a Mosca, in conferenza stampa, l'ambasciatore Riyad Haddad. "Abbiamo precise coordinate per identificare i siti dei gruppi terrroristici", ha aggiunto. Il primo a respingere le accuse e i sospetti sui raid russi era stato in realtà il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov. "Le voci secondo cui gli obiettivi dei raid non fossero posizioni dell'Isis sono infondate", ha detto Lavrov a New York, dove ha incontrato nella notte il segretario di Stato americano, John Kerry. 

Ed è proprio la crisi ucraina, oscurata da quella siriana, a restare sullo sfondo come incognita, in grado di influenzare non poco il gioco russo in Siria. Molti analisti sostengono che Putin, poco interessato a una lunga e costosa campagna militare in Siria, stia mostrando i muscoli in Medio Oriente per vincere sul fronte ucraino, in particolare per ottenere la revoca delle sanzioni internazionali. Domani il capo del Cremlino sarà a Parigi per la riunione del cosiddetto "Quartetto normanno", con il presidente ucraino Petro Poroshenko, il capo dell'Eliseo Francois Hollande, la cancelliera tedesca Angela Merkel. "C'è ancora molta strada da fare per arrivare ad una soluzione in Ucraina - tuttavia vi sono cose che ispirano una certa fiducia sulla possibilità di farcela", ha commentato il presidente russo.

Turchia: non informati dei raid russi
Preoccupazione sui raid russi è stat espressa dalla Turchia. Ankara, infatti - ha detto il ministro degli Esteri Feridun Sinirlioglu - non è stata contattata in anticipo dalla Russia a proposito dei suoi raid aerei compiuti in Siria. Sinirlioglu ha inoltre espresso preoccupazione per le denunce di alcuni gruppi dell'opposizione siriana secondo cui i raid avrebbero colpito anche civili e gruppi anti-Assad diversi dall'Isis: questo "porterebbe a un'ulteriore escalation, l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno".
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