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MONDO

Dopo Il caso Volkswagen

Emissioni, perquisizioni alla Renault. Royal: "La frode non esiste". Il titolo crolla in borsa

La polizia controlla le fabbriche per il caso dei software che aggirano i livelli massimi di inquinamento. Il titolo crolla in Borsa. Il ministro dell'Ambiente francese, Sègoléne Royal: "La frode non esiste"

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La notizia è deflagrata in borsa come una bomba: anche la Renault potrebbe aver barato sulle emissioni diesel come nel clamoroso caso della Volswagen. E la reazione dei mercati non si è fatta attendere: titolo in caduta libera sui principali listini continentali.




L'inchiesta in Francia
Gli agenti della divisione anti frode della polizia francese hanno effettuato una serie di perquisizioni in alcuni impianti produttivi della Renault. Lo fa sapere il sindacato Cgt. Secondo le prime informazioni, l'ipotesi investigativa è che anche alcuni motori diesel Renault siano equipaggiati con un software che consente di eludere i controlli sulle emissioni, come quello alla base dello scandalo che ha investito Volkswagen.  Le forze dell'ordine, aggiunge il sindacato, hanno sequestrato numerosi personal computer ai dirigenti.  

Il precedente
 In seguito all'esplosione del caso Volkswagen, Renault aveva promesso di investire 50 milioni di euro per far sì che i livelli di emissione effettivi delle sue auto fossero in linea con quelli registrati durante i test. Il titolo Renault cede loltre il 10% in borsa in seguito alla diffusione della notizia.

Royal: "Sforamento CO2, ma la frode non esiste"
Getta acqua sul fuoco in serata il ministro dell'Ambiente francese, Sègoléne Royal: "La frode non esiste. Gli azionisti e i dipendenti possono stare tranquilli". Nella vicenda Renault è stato osservato "uno sforamento delle norme" sul CO2 e l'ossido di azoto ma "nessuna frode", ha detto il ministro francese responsabile dell'ambiente e dei trasporti: le analisi condotte sui motori Renault e di altri due costruttori stranieri non rivelano l'esistenza di un "software illegale" per truccare le emissioni.
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