MONDO
L'intervento militare in Libia
Renzi: "Con me premier l'Italia non va in guerra"
Il presidente del Consiglio: "La guerra è una cosa seria e bisogna avere rispetto delle parole, bisogna andare in punta di piedi. Mandare 5000 uomini? Non è un videogioco". Sulle unioni civili: "A maggio avremo la legge, pronti a mettere la fiducia anche alla Camera". E delle banche Renzi dice che "sono troppe, in troppi ci lavorano, bisogna metterle insieme"
"Io avverto molto questa responsabilità, un primo ministro deve essere prudente, ma la situazione in Libia non è a questo livello, si interviene con iniziativa internazionale e su richiesta del governo libico", la cui formazione è la vera priorità. "La prima cosa da fare è che ci sia un governo che sia solido, anzi strasolido, e abbia la possibilità di chiamare un intervento della comunità internazionale e non ci faccia rifare gli errori del passato". "L'ipotesi dei cinquemila uomini in Libia non c'è. Punto".
Renzi ricorda che si è arrivati alla situazione "perché i francesi hanno avuto la bella idea di fare un intervento senza pensare alle ripercussioni. Alla fine sono 4 anni che siamo in stallo".
A parlare di un contributo dell'Italia di cinquemila uomini alla missione internazionale in Libia era stato l'ambasciatore statunitense a Roma, John R. Phillips.
No a strumentalizzazioni bieche
Poi Renzi affronta la vicenda degli ostaggi italiani in Libia. "Vorrei dire una cosa a tutti i politici di tutti gli schieramenti: bisogna evitare le strumentalizzazioni selvagge e bieche di queste ore di fronte al dolore. Poi in Parlamento discutiamo" ma sulla vicenda libica ci vogliono "prudenza, equilibrio, buonsenso", dice il premier.
Accertare le responsabilità sul rapimento
"Dovremmo capire le responsabilità, perché i quattro" uomini poi rapiti "sono entrati in Libia quando c'era un esplicito divieto di entrarci da parte nostra. C'è stata un'operazione di intervento, probabilmente dei cantieri da visitare. E' ancora da chiarire. La vicenda è molto delicata", afferma Renzi. "Di sicuro c'è il sostegno alle famiglie".
La banche sono troppe e in troppi ci lavorano
Il presidente del Consiglio poi affronta la questione banche. "In Italia ci sono troppe persone che fanno i banchieri: è il Paese che ha più banche di tutti. Questo poteva andar bene 30 anni fa, ma con le regole Ue non si possono continuare ad avere le singole banchettine dove ciascuno fa il banchiere", dice. "Bisogna metterle insieme: ci sono troppe banche in Italia. Oggi c'è l'home banking: abbiamo oltre 300mila persone che lavorano in banca. Questo non vuol dire che rischiano il posto in 300mila ma che nei prossimi 10 anni sarà ridotto il numero di chi lavora in banca, perché c'è stata una rivoluzione tecnologica".
A maggio la legge sulle unioni civili, pronti alla fiducia alla Camera
L'Italia avrà "entro maggio" una legge sulle unioni civili e il governo "è pronto" a mettere la fiducia
anche alla Camera, dopo averla incassata al Senato. Matteo Renzi rilancia sul ddl Cirinnà. "Abbiamo trovato un punto di compromesso" sulla legge sulle unioni civili che passerà anche alla Camera, assicura. E rivendica di aver "mantenuto la promessa", "la mia preoccupazione era che, con una scusa, ci fosse continuamente un rinvio". Ora "la cosa vera, importante è fare una grande riforma del sistema delle adozioni, ma un passo alla volta". Il caso Vendola? Il premier non è voluto entrare nel merito "di un caso specifico perchè chiamo in ballo una persona".
"Quando nasce un bambino è una cosa talmente bella che ognuno di noi dovrebbe essere contento. Poi uno può essere d'accordo o meno sull'utero in affitto. Io sono contrario".
Sulle pensioni non si possono ancora prendere impegni
Il premier parla anche della questione pensioni. "La disciplina delle pensioni è guardata con grandissima attenzione dall'Ue: quando saremo in condizione di prendere impegni li prenderemo", dice. "Ora non siamo in condizioni di farlo ma stiamo lavorando a un sistema di flessibilità".
Un miliardo di euro nei prossimi due anni per la cultura
"Abbiamo liberato risorse per un miliardo di euro per i prossimi due anni" per la cultura e i beni culturali, sottolinea poi Renzi e spiega che questi fondi saranno spesi "in tutti i luoghi culturali che hanno progetti lasciati a metà. E' la più grande operazione di investimento sui beni culturali".