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MONDO

La crisi degli ostaggi

Libia, Renzi: non forzature ma buon senso ed equilibrio

Notte tranquilla per i due italiani nella stazione di polizia dove erano stati portati subito dopo il rilascio. Stamane nuova telefonata di Pollicardo ai familiari: "Sto bene, non piangete più". Per la prima volta ha parlato con i figli 

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"I media si affannano a immaginare scenari di guerra italiana in Libia che non corrispondono alla realtà. La situazione in Libia infatti è sempre molto delicata. Il lavoro delle Nazioni Unite per raggiungere un accordo solido e stabile sul governo è ancora in pieno svolgimento. Abbiamo bisogno di una soluzione equilibrata e duratura. Solo a quel punto potremo valutare, sulla base della richiesta di un governo legittimato, un impegno italiano, che comunque avrebbe necessità di tutti i passaggi parlamentari e istituzionali necessari". Così il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nella Enews. Per il premier "dunque questo non è il tempo delle forzature, ma del buon senso e dell'equilibrio".

"No volgari strumentalizzazioni e superficialità"
"Quando ci sono vicende del genere mi piace pensare che l'Italia risponda tutta insieme, senza volgari strumentalizzazioni di parte, ma con la consapevolezza di essere prima di tutto una comunità. Le singole divisioni partitiche vengono dopo", aggiunge Renzi che invoca "prudenza e buon senso, a maggior ragione dopo ciò che è accaduto a Sabrata dove due nostri connazionali, in ostaggio di milizie irregolari ormai da mesi, hanno perso la vita in circostanze tragiche, ancora da chiarire completamente".

"I loro due colleghi sopravvissuti stanno rientrando in Italia in queste ore - prosegue - ma anche questa tragica vicenda, per la quale ci stringiamo insieme a tutti gli italiani alle famiglie delle vittime, dimostra una volta di più che la guerra è una parola drammaticamente seria per essere evocata con la facilità con cui viene utilizzata in queste ore da alcune forze politiche e da alcuni commentatori. Prudenza, equilibrio, buon senso: queste le nostre parole d'ordine, ben diverse da chi immagina di intervenire in modo superficiale e poco assennato" conclude.

Atteso il trasferimento dei due italiani
Potrebbero essere trasferiti presto a Tripoli i due ostaggi italiani, Filippo Calcagno e Gino Pollicardo, liberati venerdì in Libia. "Non sono pronti i documenti: appena saranno pronti, saranno trasferiti", dice la moglie di Calcagno, Concetta Arena, raggiunta telefonicamente. I due tecnici hanno trascorso la notte a Sabrata, nella stazione di polizia dove erano stati portati subito dopo il rilascio. Stamane, Pollicardo ha di nuovo chiamato la famiglia, a Monterosso al Mare. "Ha semplicemente voluto salutarci e di nuovo tranquillizzarci", racconta il figlio, Gino Jr. "Ha detto di sentirsi sicuro nel commissariato di polizia di Sabrata e, anche dal tono di voce, ci è sembrato tranquillo". "Si sentono al sicuro, sono tranquilli", ha confermato la moglie di Calcagno. I due operai non hanno invece detto né se siano stati già interrogati, né se siano a conoscenza dei tempi di trasferimento. Nel pomeriggio, la famiglia Calcagno è comunque partita da Piazza Armerina con destinazione Roma, per accogliere Filippo. Sono in quattro che arriveranno alle 18 circa nella Capitale: la moglie Maria Concetta Arena, i figli Cristina e Gianluca e la nuora Luana.
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