POLITICA
Boschi alla Festa dell'Unità: "Sindacati hanno contribuito a bloccare il Paese"
Riforme, Renzi: "Ho i numeri". Ma Ncd avverte: "Prima cambi l'Italicum"
Così il presidente del Consiglio sulle riforme. Dello stesso parere il ministro Boschi: "Sull'articolo 2 si può discutere, ma secondo me non ci sono i margini. Non è necessario toccarlo". Il ministro per le Riforme afferma di essere fiduciosa che alla fine prevarrà il senso di responsabilità anche da parte di Ncd e sui sindacati dice: "Hanno contribuito a bloccare questo Paese"
Firenze
Renzi tira dritto sulle riforme, "sono la precondizione per la ripresa economica del Paese" e "i numeri ci sono e ci saranno sempre". Stesso ragionamento del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, secondo cui devono essere approvate prima del 15 ottobre. "Le soluzioni- dice - si trovano se si vuole approvarle". Ma la minoranza del Pd per ora mantiene la posizione sul pacchetto costituzionale e sta lavorando per 'blindare' una possibile modifica all'articolo 2, ribadendo che il Senato deve essere espressione delle Autonomie territoriali e che, con una possibile correzione del punto più controverso, è anche possibile approdare ad una elezione 'mista', tra diretta e indiretta. Per il ministro Boschi "sull'articolo 2 si può discutere, ma secondo me non ci sono i margini. Non è necessario toccarlo".
A margine della Festa dell'Unità di Firenze, Boschi si è detta "fiduciosa che un pezzo delle opposizioni possa tornare a votare con noi questa riforma che hanno contribuito a scrivere". Riguardo i rapporti dentro il Pd il ministro ha detto che il confronto continua e che "domani ci sarà un incontro fra Camera e Senato del Pd, stiamo lavorando per trovare un accordo".
Ncd: "Cambiare Italicum". Guerini (Pd): "Non si tocca"
Per quanto riguarda gli alleati di governo, la Boschi afferma di essere fiduciosa che alla fine prevarrà il senso di responsabilità anche da parte di Ncd. "Penso che i senatori - ha detto - saranno saggi e non vorranno fermare il percorso". Il coordinatore nazionale del partito Gaetano Quagliariello ha confermato apertamente che se il governo vorrà avere la certezza dei voti a Palazzo Madama sul ddl Boschi, prima dovrà rimettere mano all'Italicum. I centristi, infatti, riuniti alla festa dell'Udc di San Giovanni Rotondo, rivendicano tutti insieme, segretario Cesa compreso il loro "diritto ad esistere". Non ci stanno infatti ad essere "inghiottiti" in una prossima tornata elettorale da una lista "egemonizzata da Salvini" o da un'altra "egemonizzata da Renzi". Vogliono avere una propria autonomia e chiedono una modifica alla legge elettorale appena approvata per far sì che il premio di maggioranza vada alla coalizione e non alla lista. E se questo non avverrà, avverte Quagliariello, potrebbero esserci "conseguenze" per la riforma del Senato perché, in caso di "no" di Renzi, sui "dissidenti" di Ncd che minacciano di votare "no" non ci potrà essere più alcun controllo. Già ieri il presidente dei senatori di Ncd-Ap Renato Schifani aveva fatto presagire il rischio, ma la presa di posizione di Quagliariello, condivisa da FI, suona senz' altro più chiara. Talmente chiara che Lorenzo Guerini la boccia senza appello: "L'Italicum non si tocca". "Ci sono varie ipotesi di accordo e un accordo lo troveremo", ma sulla legge elettorale "non c'è alcuna intenzione di tornare indietro".
Boschi. "Sindacati hanno contribuito in parte a bloccare il Paese"
Auspicando poi che i sindacati si rimettano in discussione, il ministro ha detto che "hanno contribuito in parte a bloccare il Paese e non è un problema il fatto che ci siano i pensionati nei sindacati - ha continuato - il punto vero è che nei sindacati non ci sono i lavoratori e soprattutto i giovani lavoratori". "Come noi ci mettiamo in discussione - ha aggiunto - credo che anche il sindacato debba mettersi in discussione, magari sulle regole di rappresentanza, se sono attuali o se devono essere cambiate".
A margine della Festa dell'Unità di Firenze, Boschi si è detta "fiduciosa che un pezzo delle opposizioni possa tornare a votare con noi questa riforma che hanno contribuito a scrivere". Riguardo i rapporti dentro il Pd il ministro ha detto che il confronto continua e che "domani ci sarà un incontro fra Camera e Senato del Pd, stiamo lavorando per trovare un accordo".
Ncd: "Cambiare Italicum". Guerini (Pd): "Non si tocca"
Per quanto riguarda gli alleati di governo, la Boschi afferma di essere fiduciosa che alla fine prevarrà il senso di responsabilità anche da parte di Ncd. "Penso che i senatori - ha detto - saranno saggi e non vorranno fermare il percorso". Il coordinatore nazionale del partito Gaetano Quagliariello ha confermato apertamente che se il governo vorrà avere la certezza dei voti a Palazzo Madama sul ddl Boschi, prima dovrà rimettere mano all'Italicum. I centristi, infatti, riuniti alla festa dell'Udc di San Giovanni Rotondo, rivendicano tutti insieme, segretario Cesa compreso il loro "diritto ad esistere". Non ci stanno infatti ad essere "inghiottiti" in una prossima tornata elettorale da una lista "egemonizzata da Salvini" o da un'altra "egemonizzata da Renzi". Vogliono avere una propria autonomia e chiedono una modifica alla legge elettorale appena approvata per far sì che il premio di maggioranza vada alla coalizione e non alla lista. E se questo non avverrà, avverte Quagliariello, potrebbero esserci "conseguenze" per la riforma del Senato perché, in caso di "no" di Renzi, sui "dissidenti" di Ncd che minacciano di votare "no" non ci potrà essere più alcun controllo. Già ieri il presidente dei senatori di Ncd-Ap Renato Schifani aveva fatto presagire il rischio, ma la presa di posizione di Quagliariello, condivisa da FI, suona senz' altro più chiara. Talmente chiara che Lorenzo Guerini la boccia senza appello: "L'Italicum non si tocca". "Ci sono varie ipotesi di accordo e un accordo lo troveremo", ma sulla legge elettorale "non c'è alcuna intenzione di tornare indietro".
Boschi. "Sindacati hanno contribuito in parte a bloccare il Paese"
Auspicando poi che i sindacati si rimettano in discussione, il ministro ha detto che "hanno contribuito in parte a bloccare il Paese e non è un problema il fatto che ci siano i pensionati nei sindacati - ha continuato - il punto vero è che nei sindacati non ci sono i lavoratori e soprattutto i giovani lavoratori". "Come noi ci mettiamo in discussione - ha aggiunto - credo che anche il sindacato debba mettersi in discussione, magari sulle regole di rappresentanza, se sono attuali o se devono essere cambiate".