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POLITICA

L'appuntamento a Roma

Renzi all'assemblea dem: "Il Pd sia la guida del cambiamento, non colui che sta a guardare"

"I sogni dell'Italia sono stati stuprati da anni di malgoverno", dice il premier in un intervento programmatico in cui tenta di evitare lo scontro con i dissidenti. La replica di Fassina: "Basta scaricabarile se vuoi andare al voto dillo". D'Alema e Bersani disertano l'assemblea

Matteo Renzi all'assemblea del Pd
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Chi si aspettava il redde rationem sarà probabilmente rimasto deluso. Nessun accenno infatti, nel lungo intervento con cui il premier-segretario ha aperto a Roma l'assemblea del Pd, alla resa dei conti che alcuni paventavano e altri volevano all'interno del partito democratico.

Ma non è scoppiata la pace e il dissenso interno rimane - e non è un caso che Massimo D'Alema e Pierluigi Bersani abbiano disertato l'appuntamento odierno anche se per Bersani la 'colpa' sarebbe di un mal di schiena - ma, come già trapelato prima dell'intervento del premier, nessuna voglia da parte di Renzi di arrivare alla rottura e, oltre a questo, eccezion fatta per Pippo Civati che ieri aveva agitato lo spettro della scissione, nessuno degli oppositori del presidente del Consiglio considera, almeno per ora, la rottura come una via realmente percorribile.

"Il Pd non è un partito che va avanti a colpi di maggioranza - ha comunque chiarito il premier -, ma sia chiaro che non starà fermo per i diktat della minoranza. Abbiamo il dovere di corrispondere all’impegno preso con gli italiani e non staremo fermi nella palude per guardare il nostro ombelico. Non c’è bisogno di lanciare segnali, se si sta in Parlamento si sta per fare delle cose non per lanciare segnali, sennò si fa il semaforo".

"Chi è disonesto non può camminare con il Pd"
Poi il premier torna a parlare dello scandalo Mafia Capitale e della a corruzione: "Chi è disonesto non può camminare con il Pd, dobbiamo essere molto duri anche al nostro interno. Chi sbaglia paga anche nel Pd. Non tutti gli onesti votano Pd ma chi sta nel Pd deve avere onestà come punto fondamentale". 

Fassina a Renzi: "Basta scaricabarile se vuoi il voto dillo"
Stefano Fassina interviene a muso duro contro il premier: "Se vuoi andare ad elezioni dillo, smettila di scaricare la responsabilità sulle spalle degli altri. La minoranza non fa diktat e non vuole andare al voto prima del 2018. Non ti permetto più di fare caricature di chi la pensa diversamente da te, è inaccettabile". Parlando davanti all'assemblea Pd conclude: "Diventiamo non il partito della nazione ma dell'establishment, della troika. Stiamo riposizionando il Pd nella consapevolezza del nostro gruppo dirigente. Noi stiamo perdendo un pezzo fondamentale di rappresentanza del mondo del lavoro, del lavoro debole, subalterno. Stiamo cambiando identità, stiamo cambiando funzione politica. A me questo non va bene".

Cuperlo: "Accontoniamo la parola scissione"
A margine dell'Assemblea del Pd interviene Gianni Cuperlo: "Scissione? Accantoniamo questa parola, facciamo finta che non sia mai stata pronunciata. Il Pd è la nostra famiglia e qui noi vogliamo restare anche se non è ancora il partito che avevamo immaginato e l'inchiesta Mafia Capitale lo dimostra". 

Grillo "restituito alla comicità"
Grazie al Pd "è sparito dallo scenario politico colui che dettava l’agenda un anno fa, Beppe Grillo. Grazie al nostro risultato abbiamo restituito il suo talento alla comicità: andrà in tour, in bocca al lupo", ha detto Renzi aggiungendo come "anche i Forconi oggi potrebbero andare solo a 'Chi l’ha visto'". 

La resa dei conti 'mancata' e il bilancio dell'anno
"So bene che non tutti sono d’accordo sul Jobs act. Mi piacerebbe che almeno fosse letto il testo del Jobs act, che ci fosse uno sguardo non ideologico, una discussione nel merito. Sull’articolo 18 l’abbiamo pensata in modo diverso, ormai è andata, ognuno tiene la propria opinione ma ormai è chiusa", ha detto il segretario con riferimento alle divisioni sulla legge del mercato del lavoro. "Siamo qui oggi per testimoniare una volta di più che il Pd è il partito che crede nei propri ideali e nella necessità che trovino casa, luogo di discussione fisso, in assemblea nazionale. Il segretario dovrebbe presentarsi a fine anno con un bilancio, se fossimo Cda dovremmo farlo. E sarebbero risultati positivi perché abbiamo vinto 5 regioni su 5". "Io non caccio nessuno", ha ribadito Renzi tracciando la linea per chiarire a chi ha dubbi che il percorso delle riforme non è negoziabile. 

L'Ulivo e il tempo perso
"Noto un certo richiamo all’Ulivo molto suggestivo e nostalgico, ricordo cosa diceva l’Ulivo sul bicameralismo, quello che non ricordo è come si possa aver perso 20 anni di tempo senza aver realizzato le promesse delle campagne elettorali", ha sottolineato il premier all’assemblea. "Il cantiere è il luogo che attrae di più i cittadini, specie quelli che non hanno molto da fare e stanno lì a mugugnare. Il Pd non si metta a osservare i cantieri: li faccia. Noi siamo quelli che cambiano l’Italia, non quelli che stanno a mugugnare su quelli che cambiano l’Italia". 

Disonesti incompatibili con il Pd
"E' evidente che c'è anche un problema penale", ha sottolineato Renzi riferendosi all'inchiesta 'Terra di Mezzo' ricordando però che la corruzione non si combatte solo con le norme ma anche e soprattutto con una rivoluzione culturale. Il premier-segretario ha quindi rivendicato come non ci sia spazio all'interno del Pd per i disonesti: "Chi sbaglia paga, anche all'interno del Pd". Parlando sempre di giustizia, Renzi ha poi detto di "vergognarsi" per la lentezza del nostro sistema giudiziario.

L’elezione del presidente della Repubblica
"Può darsi che questa sia ultima assemblea in cui salutiamo il presidente Napolitano, non so, so che gli siamo grati per questi 9 anni. E in queste ore il presidente della Repubblica sta facendo il presidente della Repubblica e gli siamo grati" spiega Renzi. Dopo le sue parole l’intera Assemblea si è alzata in piedi per salutare Giorgio Napolitano. "Non sono affatto preoccupato perché questo Parlamento è in condizione di eleggere il Presidente della Repubblica, quando sarà il momento. Non ho alcun dubbio che il Pd aiuterà a eleggere il garante delle istituzioni dei prossimi anni".
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