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ITALIA

Per loro l'esito del trattamento era stato negativo

Roma, scambio embrioni: una delle coppie sporge denuncia

La motivazione: "Siamo indignati. È passato un mese e mezzo, e nessuno ancora si è fatto vivo con noi". Le coppia che ha sporto denuncia è l'unica coinvolta nel presunto scambio che  non ha portato avanti una gravidanza

Fecondazione assistita (Gettyimages)
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Roma Una delle coppie sottoposte al trattamento di fecondazione assistita al Pertini di Roma il 4 dicembre scorso ha presentato denuncia alla Procura di Roma. Si tratta della coppia il cui esito del trattamento fu negativo e che potrebbe essere coinvolta nel presunto scambio di embrioni. 

Le motivazioni della denuncia
Con l'assistenza dell'avvocato Pietro Nicotera, la coppia si è rivolta all'autorità giudiziaria per sollecitare "i provvedimenti necessari - si legge nell'esposto - e per acquisire le documentazioni cliniche attestanti quanto avvenuto nonché, ove sussistano ipotesi di reato, che si proceda nei termini di legge nei confronti di chiunque verrà ritenuto responsabile dei fatti". La coppia a cui potrebbero appartenere gli embrioni  ha motivato la denuncia perché "è passato un mese e mezzo, e nessuno ancora si è fatto vivo con noi. Siamo indignati", hanno dichiarato attraverso il loro legale.

"Non ci fidiamo dell'ospedale"
L'avvocato Pietro Nicotera che segue la coppia ha chiesto che vengano effettuati tutti i test sotto il controllo della Procura perché "non ci fidiamo più di questo ospedale. Nonostante la struttura sia venuta a conoscenza della questione da un mese e mezzo - ha spiegato - i miei assistiti non sono stati degnati di una telefonata e hanno tentato inutilmente di contattare la struttura senza risposta; hanno saputo cosa era successo domenica dal telegiornale" ha rivelato il legale in un'intervista a Radio 24.

Forse uno scambio di nomi
"Le coppie erano quattro, una è quella che porta in grembo gli embrioni, le altre due stanno portando avanti una gravidanza, rimane solamente la mia coppia. E poi c'è il famoso scambio di nomi - ha ricordato il legale -  È proprio lei, la signora che assito, che quel giorno (il 4 dicembre) è stata chiamata e poi fatta riuscire. Le hanno detto che si erano sbagliati perché il cognome è simile".

La donna vorrebbe i bambini
Secondo il legale, alla coppia probabilmente sarebbero stati impianti embrioni non loro, ma la gravidanza non è proseguita. "A questo punto se l'errore si è verificato con una delle coppie che ha avuto esito positivo, che fanno? Si scambiano i figli? E se invece dovesse essere la mia di coppia, con chi se li scambia?" si domanda l'avvocato, concludendo: "In ogni caso se gli embrioni risulteranno essere i suoi, com'è molto probabile, la mia assistita intende tenere i bambini con sé. Non vedo perché in questo caso la signora non debba rivendicare il fatto di avere i suoi bambini".  

La comparazione del Dna
Intanto a Tor Vergata sono stati effettuati i prelievi di saliva a tutte le coppie che si sono sottoposte al trattamento di fecondazione assistita lo scorso 4 dicembre all’ospedale Pertini di Roma per confrontarli con il materiale biologico dei feti conservato al Sant’Anna di Roma. “Soltanto confrontando 10 dna – ha spiegato il genetista Giuseppe Novelli che guida la commissione interistituzionale nominata per far luce sul caso - riusciremo a capire chi sono i genitori biologici”.

L'ipotesi dello scambio di referti
Si attende a breve la risposta del confronto del Dna anche se non è escluso neppure che i campioni dei feti non risultino compatibili con le coppie in questione e allora prenderebbe piede l'ipotesi che l'errore (come uno scambio di referti) possa esser stato commesso al Centro per la Tutela della Salute della Donna e del Bambino "Sant'Anna".
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