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MONDO

"Esiste gap tra quello che i costruttori dicono e quello che fanno realmente"

Scandalo Volkswagen. Frassoni (Verdi Europei): "Test su strada e non in laboratorio"

Il caso dell'azienda automobilistica tedesca sulla manipolazione delle emissioni inquinanti infiamma la politica mondiale. La presidente dei Verdi europei: "Già sapevamo del gap, l'unico modo di agire è attraverso le autorità, le istituzioni, con la legislazione"

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Lo scandalo Wolkswagen infiamma il mondo. Dell'auto, della politica, dell'informazione. Oltre all'indagine avviata dall'Epa, l'agenzia per la protezione ambientale americana, gli Stati Uniti hanno infatti deciso di avviare un'indagine penale per chiarire la dinamica dello scandalo sulla presunta manipolazione di quasi mezzo milione di vetture vendute nel 2008 in Usa per aggirare le leggi sulle emissioni inquinanti. Ma non finisce qui. Sono coinvolti anche  altri 11 milioni di veicoli diesel commercializzati nel resto del mondo.

La vicenda ha toccato profondamente anche la politica europea, con Berlino che ha deciso di avviare subito una commissione d'inchiesta sul caso, con la Francia che sin da subito ha fatto sapere che ci vuole vedere chiaro, con il ministero dei Trasporti italiano che ha avviato un'indagine.

Frassoni (Verdi europei): "Test emissioni inquinanti su strada e non in laboratorio"
Ma la questione rimane: come è possibile che il maggiore costruttore di auto al mondo sia riuscito a violare così deliberatamente le normative ambientali? "Lo scandalo - dice a Rainews.it la presidente dei Verdi europei, Monica Frassoni, - arriva in un contesto in cui da molto tempo si era a conoscenza del gap tra quanto viene comunicato dai produttori e quanto effettivamente viene fatto. I produttori dicono di essere più efficienti di quello che sono in realtà. Domani (oggi, ndr)- aggiunge Frassoni - in commissione Ambiente all'Europarlamento ci sarà un voto sulla modifica del regolamento per gli euro 5 e 6. I test siano effettuati su strada e non in laboratorio". Dal 2017 - ricordiamo - i costruttori di auto diesel Euro 6 dovranno infatti testare le emissioni di ossidi di azoto con un nuovo test su strada, invece di quello impiegato adesso in laboratorio. Il prossimo passo a Bruxelles sarà, quindi, quello di concordare quali limiti applicare ai test e a partire da quando rendere operativi i nuovi tetti. 

Per raggiungere tale fine - spiega Monica Frassoni - la procedura è lunga, le istituzioni europee "dovranno confrontarsi con gli Stati membri che a loro volta dovranno farlo con i produttori di auto". Ma questo, ribadisce Frassoni, è importante e menomale che l'Europa è competente per legislazione in una materia così delicata come questa.

In uno studio del 2014 l’International Council of Clean Transportation (ICCT) ha dimostrato che le emissioni reali di ossidi di azoto delle moderne auto diesel (fondamentalmente quelle che rispettano standard Euro 6) sono circa  sette volte più elevate di quanto consentito dalle norme. Le nuove procedure dovrebbero assicurare una maggiore coerenza fra i risultati dei test e quelli che poi gli acquirenti delle auto riscontrano nella guida reale. In un rapporto del 2013 dell'Ong belga Transport and Enviroment, inoltre, si afferma che l'introduzione delle norme Euro 6 nel 2007 doveva essere già accompagnata da un nuovo test delle emissioni che misurasse l'inquinamento prodotto su strada. "Ma le discussioni su come questo test dovrebbe essere effettuato - scrivono ancora i tecnici - ne hanno ritardato l'introduzione, che doveva avvenire nel 2015". Anche l'International Council on Clean Transportation, il laboratorio di ricerca indipendente che per primo ha segnalato il software della Volkswagen, ha trovato in passato discrepanze tra le emissioni dichiarate e quelle reali, in media del 25%.

 
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