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MONDO

Il Pentagono: ucciso uno dei leader Isis Tariq bin Tahar al-'Awni al-Harzi

Siria. Offensiva per "liberare Aleppo", i ribelli: "Applicheremo la Shariya"

Aleppo seconda città del Paese attaccata da nuova coalizione islamista. Ieri il direttore dei musei del Paese, Maamun Abdelkarim ha riferito che i jihadisti hanno distrutto la statuta del leone di Palmira: "Per le sue dimensioni e il suo valore - ha detto -  è la statua più importante distrutta finora dall'Isis in Siria"

Aleppo
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Aleppo (Siria) In Siria, una nuova alleanza di ribelli islamisti ha dato il via ad una grande offensiva per la "liberazione di Aleppo", seconda città del Paese, contesa tra le forze del regime di Damasco che controlla la parte occidentale e i ribelli di varie sigle islamiste che presidiano la parte orientale. Il loro obiettivo è la caduta di Bashar al Assad e puntano all'istituzione della Shariya, la legge islamica.

Nell'attacco - lanciato ieri sera - alle postazioni controllate dalle forze lealiste, almeno nove persone sono state uccise ed altre decine ferite, ha riferito l'Osservatorio siriano per i diritti umani, una Ong con sede a Londra che conta su una rete di attivisti in tutto il Paese. Secondo questa organizzazione, "quattro civili sono stati uccisi e oltre 70 feriti in un massiccio assalto sferrato in contemporanea su più distretti" da parte dei ribelli. Nei combattimenti sono rimasti uccisi anche cinque uomini del fronte anti-Assad.

Durante l'assalto, i ribelli hanno sparato diverse centinaia di razzi e proiettili in almeno sette quartieri controllati dai governativi, i quali hanno risposto al fuoco sostenuti dal cielo dall'aviazione del regime, come ha riferito il presidente dell' Osservatorio. Rami Abdel Rahman ha descritto scontri "particolarmente feroci", in particolare nel quartiere Zahara, sede di una base aerea del regime ed in parte controllata anche dell'opposizione.

La nuova alleanza dei ribelli, che si fa chiamare Ansar al Sharia, comprende varie fazioni islamiste e jihadiste come quelle del Fronte Al-Nusra, filiale di al Qaida in Siria, oltre ad un nuovo raggruppamento che si è battezzato  "Vittoria per i musulmani di Aleppo".

La caduta di Aleppo, una volta principale centro commerciale del Paese, rappresenterebbe un forte colpo al regime di Bashar al Assad, al quale rimarrebbe il controllo della sola striscia di terreno che parte da Nord di
Damasco fino al litorale sul Mediterraneo. Una vittoria dei ribelli dividerebbe la Siria di fatto tra un Ovest controllato da Damasco e il resto del Paese controllato da un misculglio di gruppi armati, opposti a loro volta ai jihadisti dello Stato Islamico (Isis).

Secondo il direttore dell'Osservatorio, i combattimenti sono scoppiati nella linea del fronte nel quartiere Zahara e si sono estesi poi ad altri fronti, come la vecchia città e le principali linee di rifornimento dei governativi. In un comunicato, la Coalizione ribelle ha affermato che l'obiettivo dell'offensiva "è la liberazione di Aleppo per istituirvi la Shariya"; ovvero la legge islamica.

Distrutta la statua del leone a Palmira
E ieri - ha riferito il direttore delle antichità e dei musei del Paese, Maamun Abdelkarim - i jihadisti dell'Isis hanno distrutto la statua di un leone, del primo secolo a.C., che era collocata all'entrata del museo di Palmira, in Siria. "Per le sue dimensioni e il suo valore - ha aggiunto - è la statua più importante distrutta finora dall'Isis in Siria". Abdelkarim ha spiegato che la statua, che pesava 15 tonnellate ed era alta 3,5 metri, è stata distrutta una settimana fa ed era situata nel giardino del Museo di Palmira, vicino alle rovine greco romane che hanno reso famosa la città nei secoli.

Nell'antichità, il leone era situato nel tempio di Al Lat. Il reperto non aveva subito alcun danneggiamento durante gli oltre 4 anni di guerra in Siria perché le autorità lo avevano protetto con una placca di ferro e sacchi di arena, il che lo aveva salvato dai jihadisti. Abdelkarim, che riceve le informazioni da testimoni sul terreno, ha segnalato che per il momento nulla indica che la parte archeologica di Palmira abbia subito danni; ma ha aggiunto che otto statue di uomini e donne, provenienti proprio dall'antica Palmira e che adornavano tombe a Manbech, una roccaforte dell'Isis nella provincia di Aleppo, sono state distrutte proprio oggi dai jihadisti. 

Pentagono: ucciso uno dei leader Isis Tariq bin Tahar al-'Awni al-Harzi
Intanto, il Pentagono riferisce che un leader dello Stato islamico che si occupava di raccogliere fondi, garantire armi e trasportare combattenti è stato ucciso in un attacco aereo della coalizione anti Isis in Siria il 16 giugno scorso. Il leader Isis ucciso è Tariq bin Tahar al-'Awni al-Harzi, identificato come il fratello di un altro combattente legato all'attacco del 2012 al consolato Usa di Bengasi. Precedentemente il Pentagono aveva riferito che il fratello di Harzi era stato ucciso in un raid aereo Usa il 15 giugno a Mossul, in Iraq.
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