ECONOMIA
L'agenzia di rating
Standard & Poor's declassa Italia a "BBB-": "Decreti attuativi rischiano di indebolire Job act"
Rating dell'Italia tagliato da Bbb a Bbb- appena un gradino sopra a quello che viene definito "livello spazzatura". L'outlook è invece rivisto al rialzo da "negativo a stabile". La reazione di Renzi: "Non è una bocciatura"
Roma
L'agenzia di rating Standard & Poor's prevede che l'economia italiana uscirà dalla recessione "all'inizio del 2015", ma le stime sulla ripresa del prodotto interno lordo dell'anno prossimo "restano modeste". È quanto si legge nel comunicato con cui l'agenzia rivede al ribasso il rating dell'Italia portandolo quasi al livello spazzatura da "Bbb" a "Bbb-". L'outlook sulle prospettive economiche è invece "stabile".
Standard & Poor's spiega come a pesare sulla sua decisione sia stato un mix di preoccupazioni tra una crescita molto basa e un debito pubblico ancora enorme. "Secondo i nostri criteri - scrivono gli analisti dell'agenzia - un forte aumento del debito, accompagnato da una crescita perennemente debole e da una bassa competitività non è compatibile con un rating BBB".
S&P: "Decreti attuativi potrebbero indebolire Jobs Act"
Certo, lo sforzo sul fronte delle riforme viene riconosciuto: "Prendiamo atto che il premier Renzi ha fatto passi avanti col Jobs Act", si spiega nel rapporto di S&P, in cui però si esprime un certo scetticismo: "Non crediamo che le misure previste creeranno occupazione nel breve termine''. E i "decreti attuativi" della riforma - si aggiunge - potrebbero "essere ammorbiditi", e ciò ''potrebbe accadere alla luce di una opposizione crescente''.
Renzi: "Non è una bocciatura"
Un colpo duro da incassare in un momento di massimo sforzo del governo Renzi sul fronte delle riforme. "Non è una bocciatura del Jobs Act", si appresta a commentare Palazzo Chigi: "Ci dicono che le riforme vanno bene, ma che bisogna andare più veloci", che ci sono "elementi buoni nelle riforme ma non tali da compensare il debito e risvegliare a breve l'economia".
Standard & Poor's spiega come a pesare sulla sua decisione sia stato un mix di preoccupazioni tra una crescita molto basa e un debito pubblico ancora enorme. "Secondo i nostri criteri - scrivono gli analisti dell'agenzia - un forte aumento del debito, accompagnato da una crescita perennemente debole e da una bassa competitività non è compatibile con un rating BBB".
S&P: "Decreti attuativi potrebbero indebolire Jobs Act"
Certo, lo sforzo sul fronte delle riforme viene riconosciuto: "Prendiamo atto che il premier Renzi ha fatto passi avanti col Jobs Act", si spiega nel rapporto di S&P, in cui però si esprime un certo scetticismo: "Non crediamo che le misure previste creeranno occupazione nel breve termine''. E i "decreti attuativi" della riforma - si aggiunge - potrebbero "essere ammorbiditi", e ciò ''potrebbe accadere alla luce di una opposizione crescente''.
Renzi: "Non è una bocciatura"
Un colpo duro da incassare in un momento di massimo sforzo del governo Renzi sul fronte delle riforme. "Non è una bocciatura del Jobs Act", si appresta a commentare Palazzo Chigi: "Ci dicono che le riforme vanno bene, ma che bisogna andare più veloci", che ci sono "elementi buoni nelle riforme ma non tali da compensare il debito e risvegliare a breve l'economia".