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La decisione entro l'11 agosto
Tavecchio, Albertini o un commissario. Tre possibili soluzioni. Cosa succede adesso ai vertici Figc?
Anche la Uefa prende posizione contro il razzismo. Mentre il Sassuolo di Squinzi entra nella fronda anti-Tavecchio. Il suo nome e quello di Demetrio Albertini sono gli unici in corsa per la poltrona di presidente federale. Ma se entro inizio agosto non si deciderà sarà il Coni a dover intervenire nominando un commissario
Ma se fino a 24 ore fa l’elezione di Tavecchio appariva pressoché cosa fatta, cosa succederà se l’ex presidente dei Dilettanti non sarà il prossimo presidente di Lega? Le alternative sono due: l’elezione al suo posto di Demetrio Albertini o il commissariamento della federazione. Tutto ciò mentre la nazionale è ancora in attesa di avere un nuovo commissario tecnico dopo la disfatta brasiliana.
La Federcalcio è senza presidente ormai da più di un mese, precisamente dal 24 giugno, quando, dopo la sconfitta per uno a zero dell’Italia contro l’Uruguay ai Mondiali del Brasile, Giancarlo Abete aveva seguito l’esempio di Cesare Prandelli, scegliendo di dimettersi. Il successivo Consiglio federale, tenutosi il 30 giugno, fissò il limite per la presentazione delle candidature al 27 luglio. E le uniche pervenute sono, appunto, quelle di Tavecchio e di Albertini. Quindi gli unici che possono essere eletti sono per l’appunto l’ex presidente della Lega Dilettanti Tavecchio e l’ex giocatore di Milan e Nazionale Albertini. Altri nomi non ce ne sono e non ce ne possono essere essendo chiuse le candidature.
Esiste però una terza soluzione, che rappresenta in realtà forse più un problema ulteriore che una via d’uscita: il commissariamento. Se entro l’11 agosto non sarà infatti eletto un presidente, dovrà allora intervenire il Coni. E a capo della Figc tornerà, come ai tempi dello scandalo di Calciopoli, un commissario.
Per essere eletto il presidente federale deve ottenere il 50% più uno dei voti espressi da sei componenti: Serie A (che vale il 12%), Serie B (che vale il 5%), Lega Pro (che vale il 17%), Dilettanti (34%), Calciatori (20%), Tecnici (10%) ed Arbitri (2%).
Tavecchio, anche dopo l’infelice uscita, ha ribadito la forte convinzione nel voler andare avanti e, soprattutto, di essersi confrontato con le leghe di A, B, Pro e Dilettanti, “incassando il loro sostegno”, che vale il 68% dei voti. Con lui il vicepresidente del Milan Adriano Galliani, che si è schierato decisamente al suo fianco: “E’ stato dipinto come razzista per una battuta infelice, ma sappiamo quanto di bene ha fatto”. Candidatura quindi ancora assolutamente in piedi. Ma se Tavecchio alla fine la spunterà, come la prenderà la Fifa che per bocca di Joseph Blatter ha “sponsorizzato” un’inchiesta sulle parole del candidato sostenuto da Galliani. E come lo stesso Tavecchio potrà sanzionare società, calciatori e tifoserie che si renderanno protagonisti di insulti razzisti? Con quale credibilità?
D’altra parte l’elezione di Albertini appare comunque molto complessa. L’ex rossonero non ha, almeno per ora, nemmeno lontanamente i numeri per spuntarla, a meno di colpi di scena clamorosi ma a questo punto non impossibili.
Renzi glissa su Tavecchio
Matteo Renzi si sottrae alle domande sul caso Tavecchio, il candidato alla presidenza della Figc nella bufera per una battuta razzista: "Se avete domande che non siano sul Senato, sulle riforme e su Tavecchio, fatele pure...", dice ai cronisti durante la premiazione della squadra azzurra di scherma reduce da grandi successi al mondiale. E sul caso Figc il premier sfrutta la presenza del presidente del Coni: "Su Tavecchio mi sento rappresentato da quello che dirà Malagò...", dice ammiccando. E infatti anche Giovanni Malagò, che nei prossimi giorni incontrerà proprio Carlo Tavecchio, non si esprime: "Oggi parliamo di scherma".
Pallotta: "Da Tavecchio parole umilianti". Abodi (Lega serie B) : "Diamogli una chance", ma il Brescia toglie l'appoggio
Da sempre contrario alla candidatura di Carlo Tavecchio, il presidente della Roma, James Pallotta, torna sul caso e rincara la dose: "La nostra posizione è stata chiara fin dall'inizio. Riteniamo queste dichiarazioni imbarazzanti e umilianti per l'Italia. Non rappresenta l'Italia e nemmeno la Roma, e non capisco come alcuni club lo sostengano. Lui non è il nostro presidente di federazione". Sul fronte invece pro-Tavecchio resta il presidente della Lega di Serie B Andrea Abodi: ''L'uscita di Tavecchio è da cartellino arancione. Lui non è abituato a questa pressione, ma ha gestito la Lega dilettanti da professionista. Diamogli una chance''. Abodi, parlando dei problemi del calcio tricolore, ha detto tra l'altro che ''manca interazione tra capitale umano e la capacità di gestire le risorse che ci sono'', ma si è detto ottimista su quanto si potrà fare: ''in due mesi sono convinto che possiamo fare quello che no abbiamo fatto in dieci anni''. In Serie B intanto bisogna registrare che il Bresca si sfila, dichiarando di non appoggiare più il presidente dei Dilettanti.