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MONDO

Dopo gli attentati del 13 novembre

Terrorismo, Francia vuole cambiare la Costituzione per estendere stato emergenza

Il progetto di revisione costituzionale, secondo quanto si apprende, potrebbe essere presentato a fine dicembre. Intanto il governo lo ha spedito al Consiglio di Stato, per il necessario parere preventivo

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Il governo francese vuole cambiare la Costituzione in modo da poter estendere il periodo di durata dello Stato di Emergenza. L'idea sarebbe quella di consentire costituzionalmente al governo di proclamare lo "stato di emergenza" sino a un "massimo di 6 mesi" contro i 3 attuali.

Il progetto di revisione costituzionale, secondo quanto si apprende, potrebbe essere presentato a fine dicembre, il 23, in Consiglio dei ministri. Intanto il governo lo ha spedito al Consiglio di Stato, per il necessario parere preventivo. L'Eliseo avrebbe voluto che si prevedesse la possibilità di proclamare lo stato d'emergenza addirittura per un anno, si accontenterà di sei mesi per evitare censure dei 'saggi'. 

L'Eliseo pone poi al Consiglio di stato il quesito più delicato: si può inserire nella Costituzione anche la norma che prevede la possibile revoca della cittadinanza francese per chi si macchia di terrorismo? E non solo per chi quella nazionalità l'ha acquisita, ma anche per chi è nato francese e ne possiede un'altra. Si tratta del principale punto contestato da chi considera lo stato d'emergenza l'anticamera della deriva repressiva e antidemocratica. Al punto che anche il ministro della Giustizia, Christiane Taubira, era contraria a questa norma che, di fatto, sancirebbe la fine del diritto di cittadinanza per lo ius soli, il fatto di essere nato in un Paese.

"È il terrorismo che minaccia le libertà oggi, non lo stato d'emergenza" afferma il ministro dell'Interno Bernard Cazeneuve che difende a spada tratta la sospensione di alcuni diritti per i cittadini in attesa che la Francia recuperi la sicurezza dopo gli attentati terroristici. Dopo il 13 novembre, la Francia è cambiata, "è in guerra", come ha detto il suo presidente, Francois Hollande: 2.235 perquisizioni, 232 persone in stato di fermo, 334 armi sequestrate (34 da guerra, precisa Cazeneuve), 330 in libertà vigilata. Di oggi, l'ufficializzazione delle prime chiusure di moschee giudicate "radicalizzate", cioè in mano a predicatori che incitano alla guerra santa.
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