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ECONOMIA

Il negoziato

Tsipras contro Draghi: "La Bce ci tiene la corda al collo"

Intanto, fonti Ue confermano che la lettera inviata dal ministro ellenico Varoufakis "non sbloccherà altri aiuti per Atene"

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Tsipras all'attacco della Bce di Mario Draghi. L'istituzione monetaria "ci tiene ancora la corda attorno al collo", ha affermato in una intervista al settimanale tedesco Der Spiegel. Uno sfogo, quello del premier ellenico, dopo che il direttorio della Bce che si è svolgo giovedì in trasferta a Nicosia, si è chiuso senza quell'aumento al tetto di finanziamenti di emergenza che la Bce lascia aperto a favore delle banche greche.

Si tratta di un canale dal quale indirettamente lo Stato greco può cercare di ottenere liquidità per il breve termine. E dato che ci sono scadenze di pagamenti consistenti da onorare a marzo, se la Bce non apre il rubinetto "torneremo al thriller visto prima del 20 febbraio", ha aggiunto Tsipras.

Ieri tuttavia Draghi ha rivendicato come per parte sua la Bce stia già facendo molto per la Grecia. Complessivamente ha crediti verso Atene per 100 miliardi di euro, il 68 per cento del Pil greco e il livello più elevato di tutta Eurolandia. "L'ultima cosa che si possa dire - ha affermato Draghi - è che la Bce non stia aiutando la Grecia". Ma Atene deve fare la sua parte rispettando il programma di correzione europeo.

La lettera di Varoufakis
Il presidente dell'Eurogruppo Dijsselbloem ha ricevuto la lettera del ministro greco Varoufakis con le sei riforme (sette secondo il Financial Times, che ha preso visione della missiva, e cita l'istituzione di "un consiglio di bilancio" per monitorare la spesa del governo ed un nuovo piano per riscuotere le imposte non pagate) proposte dal Governo ellenico, ma anche se verranno illustrate all'Eurogruppo lunedì non si accelererà il processo per l'esborso degli aiuti. Secondo fonti Ue, il negoziato 'tecnico' che porterà allo sblocco della tranche di aiuti "è ancora in alto mare". Tale processo, si precisa, non passa per i ministri ma per le istituzioni, cioè la ex Troika formata da Ue, Bce ed Fmi. Ma il Governo ellenico non ha coinvolto le istituzioni su queste sei riforme che vuole presentare, quindi il negoziato tecnico ancora non parte. Le fonti spiegano che la lettera di Varoufakis è stata inviata solo a Dijsselbloem e non all'Euro Working Group, che quindi non ha potuto visionarla né discuterla nella riunione di ieri. Ma è invece fondamentale che i tecnici guardino la lettera, perché i ministri da soli non possono fare nulla: "Qualunque proposta venga fuori dalla lettera di Varoufakis deve essere prima valutata alla luce degli accordi (dell'ex Memorandum, ndr), e questo lo puoi fare solo attraverso la valutazione (della ex Troika, ndr), perché bisogna mettere tutti i dati insieme, guardare alle entrare e alle uscite, quindi non lo possono fare i ministri", spiegano le fonti. "Le istituzioni hanno le capacità di valutare le proposte e per questo devono lavorare insieme, non lo possono fare dei semplici economisti, le riforme devono esser verificate dalle tre istituzioni come scritto nel programma", aggiungono le fonti. Quindi va bene che Varoufakis voglia illustrare la lettera all'Eurogruppo, "ma non è nel contesto degli accordi quindi non è legata all'esborso degli aiuti".

L'iter
Le istituzioni e le autorità greche dovranno in seguito concordare alcune azioni prioritarie e, quando queste saranno realizzate, le istituzioni potranno procedere all'erogazione dei nuovi fondi. I nuovi colloqui dovrebbero prendere il via all'inizio della prossima settimana, ma, avverte un alto funzionario europeo, "siamo ancora veramente all'inizio. Il ritmo delle discussioni deve decisamente accelerare e i contatti fra le istituzioni e le autorità greche devono essere ampliati e approfonditi". I ministri delle Finanze discuteranno anche delle decisioni della Commissione europea sui sette Paesi a rischio di non rispettare il Patto di Stabilità e Crescita, fra cui l'Italia. E nelle conclusioni della riunione ci saranno delle riflessioni dedicate a ogni Paese. 
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