ECONOMIA
Il quadro dell’Istat
Turismo. Istat, crollo degli stranieri. Vuote le città d’arte e gli alberghi
In qualunque modo si gira, i numeri del turismo 2020 hanno tutti accanto il segno meno. A rischio anche la stagione invernale
Le presenze grandi città d'arte crollano 73,2%.
Diminuiti drasticamente i viaggi degli italiani per motivi di lavoro, meno 59% e, quelli per vacanze si attestano a un meno 23%.
Sono i numeri dell’ Istat sul Movimento turistico in Italia nel 2020
Il calo europeo
L’anno della pandemia in tutta Europa i flussi turistici hanno subito un profondo choc. I dati provvisori dell'Italia relativi ai primi nove mesi dell'anno sono in linea con il trend europeo il 50,9% in meno sul 2019, volati via 192 milioni di presenze. Il settore alberghiero nei primi 9 mesi del 2020 hanno perso il 46% di quelle rilevate nel 2019, mentre quelle del settore extra-alberghiero il 54,4%.
Pochi tedeschi assenti gli americani
A pesare sul comparto turistico la presenza degli stranieri a partire dai tedeschi seguono i clienti provenienti da Svizzera e Liechtenstein, Paesi Bassi, Austria e Francia. Praticamente nulle le presenze dei cittadini degli Stati Uniti che erano una delle prime tre nazionalità di provenienza della clientela estera.
Crollo viaggi di lavoro e durate della vacanze
Per completare il quadro delle spese per turismo registrate nel 2019 e valutarne le possibili proiezioni sul 2020, va considerato che per il totale dei viaggi, inclusi quelli svolti per motivi di lavoro, lo scorso anno i residenti che hanno pernottato negli esercizi ricettivi in Italia hanno speso in media 391 euro per viaggio e 85 euro per notte. Un viaggio entro i confini nazionali è costato meno della metà di uno all'estero (833 euro in media), con una differenza di 41 euro al giorno. In Italia, la spesa media per le vacanze è stata più alta nel trimestre estivo 2019 (518 euro in media) e ha raggiunto il minimo di 273 euro nel primo trimestre.
Stagione invernale
Una situazione a rischio, sottolinea L’Istat, la stagione invernale. Le limitazioni per contrastare il Covid, dagli spostamenti sul territorio, alle attività commerciali e di ristorazione e all'apertura degli impianti sciistici stabilite dai decreti dei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2020 stanno generando un nuovo forte impatto negativo sui flussi turistici dell'ultimo trimestre dell'anno. A rischio non solo le zone frequentate per le vacanze sulla neve ma ancora una volta le grandi città.