MONDO
La tensione sul piano militare
Ucraina, Mosca preoccupata per il rafforzamento Nato nell'Europa dell'est
La Russia esprime "inquietudine" e "preoccupazione" dopo la decisione dell'Alleanza atlantica di rafforzare il meccanismo di autodifesa dei Paesi baltici e dell'Europa centro-orientale. Una decisione a cui si aggiunge quella di sospendere ogni cooperazione pratica, sia civile che militare, con Mosca
Mosca
Non ci sono solo la diplomazia, la questione economica, la situazione politica tutta in divenire tra gli ingredienti della crisi Ucraina. C'è infatti anche la tensione militare a livello internazionale.
L'attenzione è puntata sulla Russia che, dopo l’annessione della Crimea, ha conquistato tutti i 193 distaccamenti militari delle Forze armate ucraine nella penisola, facendosi poi sempre più minacciosa con l’assembramento delle proprie truppe al confine con l’Ucraina. Tanto da sollevare il timore di un’invasione del Paese. Qualche segnale di distensione sembrava arrivato, dopo le voci circolate nei giorni scorsi su un graduale indietreggiamento dei militari di Mosca. Voci però che sono state smentite dalla Nato.
Rasmussen: "Se Mosca interviene in Ucraina fa un errore storico"
Se la Russia decidesse di intervenire in Ucraina, "non esiterei a definirlo un errore storico". A dirlo è stato il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Anders Fogh Rasmussen, commentando le parole del comandante delle Forze alleate in Europa, generale Philip Breedlove, secondo cui i militari russi sarebbero in grado di intervenire in Ucraina in 3-5 giorni. "Se i russi dovessero intervenire - ha avvertito ancora Rasmussen - verrebbero ulteriormente isolati a livello internazionale".
Il rafforzamento Nato nell'Europa centro-orientale
Intanto la Nato ha annunciato che darà mandato al Comando militare (Saceur) di fare piani per rinforzare la risposta di 'autodifesa' nei Paesi baltici ed est europei e ha sospeso ogni cooperazione pratica, sia civile che militare, con Mosca. Inevitabile la reazione del Cremlino, che ha espresso "inquietudine" al riguardo.
La preoccupazione del Cremlino
"Siamo preoccupati ma vogliamo valutare che genere di rafforzamento sia in corso e se questo corrisponde alla realtà perché adesso si parla molto e ci sono fiumi di parole ma spesso dietro non c'è alcun fatto reale", ha detto Serghei Ivanov, capo di gabinetto di Vladimir Putin. In precedenza il ministero degli Esteri russo, Serghei Lavrov, aveva definito "istinti di fondo della Guerra Fredda" le decisioni con cui l'Alleanza aveva interrotto la cooperazione militare con Mosca. Il capo della diplomazia russa ha inoltre sottolineato al Segretario di Stato americano, John Kerry, "la necessità di intensi sforzi comuni per lanciare un ampio dialogo tra gli ucraini nell'interesse della promozione di un accordo nazionale su basi accettabili per tutte le sue regioni". "Le iniziative della riunione ministeriale del Consiglio Nato e della Commissione Nato-Ucraina", ha concluso Lavrov, "non aiutano l'attuazione di questo compito".
L'attenzione è puntata sulla Russia che, dopo l’annessione della Crimea, ha conquistato tutti i 193 distaccamenti militari delle Forze armate ucraine nella penisola, facendosi poi sempre più minacciosa con l’assembramento delle proprie truppe al confine con l’Ucraina. Tanto da sollevare il timore di un’invasione del Paese. Qualche segnale di distensione sembrava arrivato, dopo le voci circolate nei giorni scorsi su un graduale indietreggiamento dei militari di Mosca. Voci però che sono state smentite dalla Nato.
Rasmussen: "Se Mosca interviene in Ucraina fa un errore storico"
Se la Russia decidesse di intervenire in Ucraina, "non esiterei a definirlo un errore storico". A dirlo è stato il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Anders Fogh Rasmussen, commentando le parole del comandante delle Forze alleate in Europa, generale Philip Breedlove, secondo cui i militari russi sarebbero in grado di intervenire in Ucraina in 3-5 giorni. "Se i russi dovessero intervenire - ha avvertito ancora Rasmussen - verrebbero ulteriormente isolati a livello internazionale".
Il rafforzamento Nato nell'Europa centro-orientale
Intanto la Nato ha annunciato che darà mandato al Comando militare (Saceur) di fare piani per rinforzare la risposta di 'autodifesa' nei Paesi baltici ed est europei e ha sospeso ogni cooperazione pratica, sia civile che militare, con Mosca. Inevitabile la reazione del Cremlino, che ha espresso "inquietudine" al riguardo.
La preoccupazione del Cremlino
"Siamo preoccupati ma vogliamo valutare che genere di rafforzamento sia in corso e se questo corrisponde alla realtà perché adesso si parla molto e ci sono fiumi di parole ma spesso dietro non c'è alcun fatto reale", ha detto Serghei Ivanov, capo di gabinetto di Vladimir Putin. In precedenza il ministero degli Esteri russo, Serghei Lavrov, aveva definito "istinti di fondo della Guerra Fredda" le decisioni con cui l'Alleanza aveva interrotto la cooperazione militare con Mosca. Il capo della diplomazia russa ha inoltre sottolineato al Segretario di Stato americano, John Kerry, "la necessità di intensi sforzi comuni per lanciare un ampio dialogo tra gli ucraini nell'interesse della promozione di un accordo nazionale su basi accettabili per tutte le sue regioni". "Le iniziative della riunione ministeriale del Consiglio Nato e della Commissione Nato-Ucraina", ha concluso Lavrov, "non aiutano l'attuazione di questo compito".