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MONDO

La crisi

Venezuela, Guaidó: "Servono aiuti, sentenza di morte per 300mila". Colonnello disconosce Maduro

L'autoproclamato presidente accusa Nicolas Maduro di rendersi responsabile di un genocidio, impedendo l'arrivo degli aiuti e chiede ai militari di lasciar passare i beni di cui la popolazione ha bisogno. In Consiglio Onu Usa e Russia presentano testi contrapposti

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"Necessitiamo di tutto, non sappiamo come risolvere il nostro quotidiano. Ci sono bambini denutriti, persone che non hanno da mangiare. Abbiamo una sentenza di morte per 330mila venezuelani. Chiedo a tutti di avere la forza necessaria". L'autoproclamato presidente del Venezuela torna oggi a lanciare un appello perché gli aiuti umanitari possano raggiungere il Paese, dopo che Maduro ha ordinato la chiusura delle vie di accesso al Paese.

"Maduro responsabile di un genocidio"
Juan Guaidó accusa Maduro di rendersi responsabile di un genocidio, impedendo l'arrivo degli   aiuti e chiede ai militari di lasciar passare i beni di cui la popolazione ha bisogno. "Dipende da voi non continuare ad agire in modo ridicolo come lo ordina il governo da Miraflores". "Bloccare gli aiuti umanitari lo fanno i genocidi", ha continuato.

Per Guaidó "il conflitto in Venezuela lo ha creato chi ora ha usurpato il potere". "Il conflitto si risolverà quando finirà questa usurpazione", ha concluso dopo aver preso parte ad una messa a Nuestra Señora de Guadalupe. "Non creda Miraflores che il tempo gioca a suo favore. Ogni giorno che otteniamo  l'appoggio di paesi, come l'Uruguay, è una vittoria della democrazia che ci avvicina alla libertà".

L'appello di Guaidó arriva dopo che un terzo ufficiale, il colonnello Jemenz, prende le distanze da Maduro riconoscendo Guaidó presidente.

Colonnello dell'esercito riconosce Guaidó presidente
Il colonnello dell'esercito venezuelano Ruben Paz Jiménez ha ufficializzato ieri il suo riconoscimento di Juan Guaidó come presidente del Venezuela, disconoscendo l'autorità del presidente Nicolás Maduro, e chiedendo agli integranti della Forza armata nazionale bolivariana (Fanb) di "permettere l'ingresso di aiuti umanitari" per "salvare vite umane". In un video fatto circolare sui social network, il colonnello Jiménez, finora vicedirettore dell'Ospedale militare di Maracaibo, ha sostenuto che "facendo uso di un diritto costituzionale, ho marciato in uniforme insieme al popolo venezuelano per disconoscere (Nicolás) Maduro come presidente e riconoscere il presidente dell'Assemblea nazionale, Juan Guaidó,  come presidente ad interim e capo della Forza armata venezuelana".

"Il 90% della Forza armata -sostiene il colonnello ribelle - è scontento, perché ci stanno utilizzando per mantenere loro al potere. Mostriamo coraggio e non abbiamo paura. Unita la Forza armata, il popolo e il presidente Guaidó ricostruiremo il Venezuela". Il colonnello Jiménez è il terzo alto ufficiale a ribellarsia Maduro dal 23 gennaio, dopo l'addetto militare venezuelano a Washington, colonnello José Luis Silva Silva, e il generaledell'Aeronautica, Francisco Esteban Yanez Rodriguez.

In Consiglio Onu Usa e Russia presentano testi contrapposti
Gli Stati Uniti hanno presentato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite una bozza di risoluzione sul Venezuela, in cui chiedono di agevolare le consegne di aiuti internazionali e impegnarsi per arrivare a elezioni presidenziali. Il testo ha scatenato una contro-proposta da parte della Russia, alleato di Nicolas Maduro, che secondo fonti diplomatiche è stata presentata venerdì ed esprime - secondo una bozza vista da AFP - "preoccupazione per le minacce di uso della forza contro l'integrità territoriale e l'indipendenza politica del Venezuela". La bozza russa critica inoltre "i tentativi di intervenire in questioni che rientrano essenzialmente nella giurisdizione domestica del Venezuela" e chiede una risoluzione "pacifica" dello stallo esprimendo "sostegno a tutte le iniziative mirate a trovare una soluzione politica alla situazione attuale fra i venezuelani, tramite un processo genuino e inclusivo di dialogo nazionale".

Il testo Usa, diversamente, esprime il "pieno sostegno" del Consiglio Onu all'Assemblea nazionale venezuelana come "sola istituzione democraticamente eletta in Venezuela", chiedendo al segretario generale Onu Antonio Guterres di interenire per ottenere "un processo politico che conduca a elezioni presidenziali libere, giuste e credibili". Al momento Washington non ha avanzato alcuna data per la messa al voto del testo.

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