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ECONOMIA

Banche, fonti Mef: 20 miliardi sufficienti per ogni esigenza

Il fabbisogno indicato dalla Bce per l'aumento di capitale di Banca Monte dei Paschi è salito a 8,8 miliardi di euro

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Al termine della prospettata operazione di ricapitalizzazione del Monte Paschi di Siena per 8,8 miliardi di euro, richiesta dalla Bce, il Ministero dell'Economia e delle Finanze dovrebbe avere una quota di capitale di circa il 70% della banca senese. Tale partecipazione sarebbe il risultato dell'impegno finanziario atteso dall'azionista pubblico, che più parti indicano in circa 6,5 miliardi di euro; calcolando che agli 8,8 miliardi di aumento si deve aggiungere la capitalizzazione attuale in Borsa (442 milioni di euro prima della sospensione) il Tesoro avrebbe appunto poco più del 70% su un valore totale del Monte Paschi di 9,2 miliardi di euro. La Bce ha infatti alzato a 8,8 miliardi il fabbisogno di capitale per l'istituto senese.

Intanto, fonti del Mef oggi hanno precisato che il perimetro del fondo per le crisi bancarie istituito con il decreto salva-risparmi è stato disegnato in modo ampiamente sufficiente a far fronte a tutte le esigenze di intervento che dovessero emergere dalle situazioni attualmente sotto osservazione da parte delle istituzioni. Lo precisano fonti del Mef a proposito del fondo da 20 miliardi che potrà essere sfruttato per ricapitalizzazioni precauzionali, come quella richiesta da Mps, o per la garanzia dello Stato sulle nuove emissioni per far fronte a carenze di liquidità.
 
A partire dal 1994, primo anno di operatività del fondo, fino al 31 dicembre 2015 (non tenendo quindi conto della recente quotazione di Enav), le somme complessivamente affluite sono ammontate a circa 143 miliardi. Le operazioni di cessione di partecipazioni effettuate dal ministero dell'economia nello stesso periodo sono ammontate a quasi 107 miliardi di euro.
 
Le operazioni recenti, ricorda la Direzione finanza e privatizzazioni del dipartimento del tesoro, sono partite nel 2012 con la cessione alla cassa depositi e prestiti delle partecipazioni in Sace, Simest e Fintecna per circa 8,8 miliardi. Nel 2014 è stata la volta della cessione delle quote residue detenute dal Mef in Assicurazioni Generali e in Allianz, per un totale di 33,6 milioni di euro. Nel 2015 sono state concluse la cessione sul mercato, attraverso una procedura di vendita accelerata, di una ulteriore quota di azioni Enel (controvalore lordo di 2,2 miliardi circa) e l'ipo di una partecipazione di minoranza in Poste italiane (incasso 3,1 miliardi).
 
Nel luglio 2016 il ministero dell'economia ha quindi ceduto una quota di minoranza del capitale di Enav mediante ipo per 833 milioni. Nello stesso periodo, sono inoltre affluiti al fondo ammortamento titoli di stato, per la successiva destinazione alla riduzione dello stock di debito pubblico, anche i rimborsi/riscatti dei cosiddetti Tremonti bond, per un importo complessivo di 3 miliardi, e dei Monti bond, per poco più di 4 miliardi.
 
"Pertanto - si legge nella relazione - nel periodo in esame, per effetto delle operazioni sopra descritte, sono affluiti al fondo ammortamento titoli di stato quasi 20 miliardi di euro. Inoltre 2,4 miliardi relativi alle cessioni a Cdp delle partecipazioni dello stato in Sace, Simest e Fintecna, sono stati destinati al pagamento dei debiti dello stato nei confronti dei fornitori".
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