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MONDO

Domani riunione di gabinetto

Brexit. Governo in rivolta contro la May. Pronta l'ex ministro Nicky Morgan, pro-Ue

La premier May è sempre più isolata, in patria e a Bruxelles. Ha tentato due volte, non riuscendoci, di far approvare il suo accordo con l'Ue dal Parlamento di Westminster. Il ministro delle Finanze, Hammond: "Cambiare primo ministro non ci aiuterebbe"

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Governo britannico in rivolta contro Theresa May: diversi ministri vogliono un leader ad interim per completare il processo della Brexit, scrivono i giornali di Londra. Secondo il "Sunday Times", almeno sei ministri importanti vogliono che il suo vice, David Lidington, prenda la guida dell'esecutivo fino a quando non ci saranno le elezioni formali. Le tensioni, scrive il giornale, sfoceranno nella riunione di gabinetto programmata per domani quando i ministri minacceranno le dimissioni in massa se la May non lascerà la poltrona da primo ministro.

Michael Gove, un esponente di punta del movimento pro-Brexit nel referendum del 2016, e il ministro degli Esteri Jeremy Hunt sono gli altri nomi che riscuotono un certo consenso tra i colleghi per la sostituzione della May. La premier è diventata sempre più isolata negli ultimi mesi, in patria e a Bruxelles. Ha tentato due volte, non riuscendoci, di far approvare il suo accordo con l'Ue dal Parlamento di Westminster. 

I suoi colleghi del Partito conservatore le danno la responsabilità dello stallo nella Camera dei Comuni. Anche il "Telegraph" e il "Daily Mail" parlano della rivolta contro la premier. Il "Telegraph" segnala l'ex ministro all'Istruzione Nicky Morgan, pro-Ue, come possibile successore della May che potrebbe subentrare ai negoziati sulla Brexit e alla leadership dei conservatori ricompattando il partito.

Queste ipotesi hanno radici nel suo ruolo nel redigere il cosiddetto Compromesso di Malthouse per la Brexit, insieme a una coalizione di Brexiteers e alti parlamentari che hanno fatto una campagna per rimanere nell'Ue. Morgan è stata un forte sostenitore della campagna Remain, ma ha avvertito: "L'umore duraturo nel paese è 'andare d'accordo' e la pazienza da tutte le parti sta scadendo". 

Hammond: "Cambiare primo ministro non ci aiuterebbe"
"Non si tratta del primo ministro o di un altro individuo. Si tratta del futuro del nostro paese. Cambiare primo ministro non ci aiuterebbe". Così il ministro delle Finanze britannico, Philip Hammond, ha risposto in un'intervista a Sky News alle domande sulle voci raccolte dai media relative a pressioni interne al partito conservatore su Theresa May perché si dimetta da premier in cambio, secondo alcune ricostruzioni, dell'appoggio al suo piano per la Brexit.
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