ECONOMIA
Emergenza crescita
Le stime di Confindustria: il Pil crescerà meno delle previsioni
Il Centro studi pubblica i suoi dati sulla situazione dell'economia italiana: "Durante la crisi perso un milione di posti di lavoro", tre milioni di persone povere in più. Il messaggio: "Serve una scossa politica molto forte"
In questo scenario "la morale è che è necessaria una scossa politica molto forte per riportare l'Italia su un più alto sentiero di sviluppo". Gli economisti di Confindustria hanno rivisto "all'ingiù le previsioni per l'economia italiana nel 2014-2015". Per il 2015 la crescita attesa scende dal +1,2% al +1%. "Non appare necessaria nè opportuna alcuna manovra correttiva". Così il Centro si pronuncia sull'esigenza di una nuova manovra. Sul fronte dei conti pubblici, e in particolare del debito pubblico, secondo gli economisti di Confindustria "la strada maestra per ridurlo è il rilancio della crescita; la sola austerità è controproducente".
Gli effetti del bonus da ottanta euro del governo Renzi? "Se si vede qualcosa si vede a giugno. Difficile dirlo ora", spiega il capoeconomista di Confindustria, Luca Paolazzi. E' una mossa, spiega, "che ha una alta probabilità di tradursi in maggiore spesa perché rivolta a una fascia di reddito medio-basso", me è anche una fascia di cittadini "che ha accumulato problemi, come bollette e affitti non pagati, quindi forse" gli ottanta euro "andranno a saldare dei debiti, al risparmio".
"L'Italia cammina sul filo di un rasoio", avverte il centro studi di Confindustria, che ha
tracciato un quadro di previsioni economiche rivisto al ribasso. Ottimismo o pessimismo? In sintesi il giudizio degli economisti di via dell'Astronomia è "bilanciato", indica Paolazzi: il Paese è oggi al bivio tra segnali di fiducia sulla ripresa e sull'aspettativa di riforme e il rischio di una riduzione del potenziale di sviluppo che
"tende a tradursi in stagnazione".
"La salute dell'economia italiana rimane fragile", dice il centro studi di Confindustria. "Ci sono miglioramenti", evidenti in alcune aree, "ma la malattia della lenta crescita non è stata debellata e il paziente è debole e fatica a riprendersi e a reagire alle cure. Anzi, sono in atto emorragie di capitale umano e perdita di opportunità di business".