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ECONOMIA

Emergenza crescita

Le stime di Confindustria: il Pil crescerà meno delle previsioni

Il Centro studi pubblica i suoi dati sulla situazione dell'economia italiana: "Durante la crisi perso un milione di posti di lavoro", tre milioni di persone povere in più. Il messaggio: "Serve una scossa politica molto forte"

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Gli economisti di Confindustria hanno rivisto "all'ingiù le previsioni per l'economia italiana nel 2014-2015". Il Centro studi di via dell'Astronomia prevede ora che il Pil dell'Italia si fermerà al +0,2% nel 2014, un taglio rispetto alle previsioni dello scorso dicembre che indicavano un +0,7%. Per il 2015 la crescita attesa scende dal +1,2% al +1%. Complessivamente durante la crisi il numero di persone povere è aumentato di tre milioni e un altro milione di persone ha perduto il posto di lavoro. Un numero "che quasi raddoppia in termini di Ula", il dato statistico della unità di lavoro. Il Centro studi aggiunge che "l'occupazione misurata con le unità di lavoro - stima - cade dello 0,6% nel 2014 e sale dello 0,4% nel 2015". "La turbolenza politica", avverte Confindustria, "rimane un freno seppure si sia molto attenuata e abbia preso corpo nel Paese l'aspettativa di importanti riforme".

In questo scenario "la morale è che è necessaria una scossa politica molto forte per riportare l'Italia su un più alto sentiero di sviluppo". Gli economisti di Confindustria hanno rivisto "all'ingiù le previsioni per l'economia italiana nel 2014-2015". Per il 2015 la crescita attesa scende dal +1,2% al +1%. "Non appare necessaria nè opportuna alcuna manovra correttiva". Così il Centro si pronuncia sull'esigenza di una nuova manovra. Sul fronte dei conti pubblici, e in particolare del debito pubblico, secondo gli economisti di Confindustria "la strada maestra per ridurlo è il rilancio della crescita; la sola austerità è controproducente".

Gli effetti del bonus da ottanta euro del governo Renzi? "Se si vede qualcosa si vede a giugno. Difficile dirlo ora", spiega il capoeconomista di Confindustria, Luca Paolazzi. E' una mossa, spiega, "che ha una alta probabilità di tradursi in maggiore spesa perché rivolta a una fascia di reddito medio-basso", me è anche una fascia di cittadini "che ha accumulato problemi, come bollette e affitti non pagati, quindi forse" gli ottanta euro "andranno a saldare dei debiti, al risparmio".

"L'Italia cammina sul filo di un rasoio", avverte il centro studi di Confindustria, che ha
tracciato un quadro di previsioni economiche rivisto al ribasso. Ottimismo o pessimismo? In sintesi il giudizio degli economisti di via dell'Astronomia è "bilanciato", indica Paolazzi: il Paese è oggi al bivio tra segnali di fiducia sulla ripresa e sull'aspettativa di riforme e il rischio di una riduzione del potenziale di sviluppo che
"tende a tradursi in stagnazione". 

"La salute dell'economia italiana rimane fragile", dice il centro studi di Confindustria. "Ci sono miglioramenti", evidenti in alcune aree, "ma la malattia della lenta crescita non è stata debellata e il paziente è debole e fatica a riprendersi e a reagire alle cure. Anzi, sono in atto emorragie di capitale umano e perdita di opportunità di business".
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