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MONDO

Nel mondo 90 mila morti e 340 mila guariti

Coronavirus: negli Usa più di 16mila vittime, oltre 1 milione e mezzo di casi nel mondo

Morti e contagi, ma non solo. Negli Usa i disoccupati hanno toccato quota 16 milioni. Intanto si teme che le cifre di alcune aree geografiche come l'India o il Sud America possano essere sottostimate

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Sono ormai più di 1 milione e mezzo i contagi confermati del nuovo coronavirus nel mondo, con oltre 91mila morti e 340mila guariti: mezzo milione di persone infettate in soli sei giorni. I dati della Johns Hopkins University però sono sottostimati, perché gli asintomatici e i malati con sintomi lievi non sono testati, e perché alcuni governi avrebbero deliberatamente tenuto bassi i loro dati.

Il bilancio più pesante dei contagi della pandemia di Covid-19 è fardello degli Stati Uniti: hanno superato le 16mila vittime, più che in Spagna. Secondo i dati della Johns Hopkins University i decessi ora sono 16.129, i positivi 363.851, oltre 454mila i casi totali. L'hotspot negli Usa è lo Stato di New York, in particolare la metropoli della Grande mela. Lo Stato ha registrato il record di vittime in un giorno (799), che hanno portato il totale a oltre 7mila, "L'11 settembre furono 2.753", ha sottolineato Cuomo. E mentre uno studio del New York Times ha mostrato che il Covid-19 sarebbe arrivato a New York dall'Europa, il vice presidente Mike Pence ha lanciato l'allarme anche su Philadelphia, che sta emergendo come nuovo hotspot, dopo che già a Washington D.C., Louisiana, Chicago, Detroit e in Colorado la situazione è peggiorata. La città di Detroit, capitale dell'auto americana, ha superato New York per tasso di mortalità e gli ospedali sono vicini al collasso, sommersi dal numero di persone che arrivano al pronto soccorso. Dalla Casa Bianca, la first lady Melania Trump ha fatto sapere di aver parlato al telefono con Laura Mattarella, figlia del presidente Sergio Mattarella: "Ho porto le mie più sentite condoglianze agli italiani che hanno perso la vita per il Covid-19", esprimendo la speranza che "il trend positivo continui in Italia e in altre parti del mondo".

Più di 6,6 milioni di americani hanno perso il lavoro la scorsa settimana, portando il totale a 16 milioni di perdite di posti di lavoro nelle ultime tre settimane mentre la pandemia sta portando l'economia americana a un punto morto. Come ha confermato il dipartimento del Lavoro americano, le misure di lockdown negli Stati Uniti hanno portato i datori di lavoro a licenziare lavoratori in quasi ogni angolo del mercato. Gli economisti si aspettavano un cifra minore, di circa 5,25 milioni di disoccupati.

Mnuchin: al lavoro per 'riaprire' a maggio
Il segretario Usa al Tesoro, Steven Mnuchin, ritiene che l'economia Usa possa rimettersi in moto, superata l'emergenza coronavirus, nel mese di maggio: lo ha detto rispondendo a una domanda sull'ipotesi che il presidente, Donald Trump, possa decidersi per maggio nonostante alcuni esperti ritengano che sia necessario un maggiore prolungamento nel tempo delle misure di distanziamento sociale. "Stiamo facendo tutto il necessario - ha aggiunto - perché le aziende americane e i lavoratori americani possano essere aperti alle attività". Trump dovrebbe annunciare a breve la nascita di una nuova "task-force" che si occuperà di "riaprire l'America" e guidare le iniziative per far ripartire l'economia dopo la crisi: tra i consiglieri impegnati nel piano, oltre a Mnuchin, il direttore del National Economic Council, Larry Kudlow. Il nuovo organismo potrebbe coinvolgere anche manager d'azienda, come il ceo di Blackstone, Steve Schwarzman, l'economista ed ex consigliere di Ronald Reagan, Art Laffer, e atleti famosi.

Nel frattempo il Giappone ha registrato più di 500 casi di contagio in un giorno per la prima volta: uno sviluppo preoccupante nel Paese con la popolazione più longeva al mondo, visto che il Covid-19 è particolarmente letale per gli anziani. Il premier Shinzo Abe ha dichiarato lo stato d'emergenza, non il lockdown, per Tokyo e sei prefetture. Ma i gestori della telefonia mobile hanno mostrato che la circolazione delle persone a Tokyo sia è ridotta solo del 30-40%.

Viene guardata con allarme anche l'India, i cui dati per gli esperti non rispecchiano la realtà, nel Paese dove gran parte della popolazione vive in condizioni di estrema povertà e il sistema sanitario è molto debole. Fino alla prossima settimana 1,3 miliardi di persone saranno in lockdown e le autorità hanno sigillato decine di hotspot a New Delhi e dintorni, annunciando che forniranno cibo e medicine alle persone bloccate. I casi confermati sono più di 5mila, i morti 166, secondo i dati del governo.

In parallelo, dall'Africa continuano ad arrivare gli appelli delle autorità sanitarie di Oms e Centers for Disease Control and Prevention: se i Paesi ricchi non contribuiranno a fermare i contagi nel continente, il mondo non sarà al sicuro. In Africa i casi sono più di 10mila in 52 nazioni, con quasi 500 morti.

Il virus potrebbe provocare in Canada tra gli 11mila e i 22mila morti da qui alla fine della pandemia, secondo i due scenari più probabili resi noti oggi dalle autorità sanitarie canadesi. Il totale dei malati potrebbe variare  tra 934mila e 1,9 milioni se saranno mantenute misure di contenimento nei prossimi mesi. Finora in Canada ci sono stati 476 morti.

In Iran, 4mila morti. Sono 117 le persone che nelle ultime 24 ore hanno perso la vita facendo salire il numero dei decessi a 4.110. Lo riferisce il ministero della Sanità di Teheran. Oltre 66.220 il totale dei contagiati, con 1.624 nuovi casi in un giorno, tra cui 3.918 in gravi condizioni, i guariti sono invece 32.309 persone. Tra questi uomo di 100 anni della provincia settentrionale di Alborz che era stato ricoverato in terapia intensiva. Un uomo di 106 anni e una donna di 102 anni erano già stati dichiarati guariti nelle province di Qom e Zanjan.

Il numero dei contagiati  ha superato i 40mila, con un raddoppio di casi in una settimana nelle 34 nazioni dell'America latina. Il primo aprile il numero dei pazienti confermati era di 20.269, mentre ora, con l'ultimo aggiornamento riguardante il Cile, è salito a 40.092. Nello stesso periodo sono praticamente triplicati i morti, passati da 538 a 1.599. Come già avvenuto in passato, quasi la metà dei contagiati e dei morti (14.152 e 699) riguardano il Brasile. Seguono Cile (5.546 contagi) ed Ecuador (3.995), mentre quest'ultimo Paese continua a segnalarsi per l'alto bilancio di morti (220), in proporzione alla sua popolazione che è 12 volte inferiore a quella brasiliana. Più di mille casi anche in Perù (2.954 e 107 morti), Messico (2.785 e 141), Panama (2.249 e 59), Repubblica Dominicana (1.956 e 98) e Argentina (1.715 e 60).
 
Protestano i medici in Pakistan per mancanza di protezione (Ppe) e misure di sicurezza. Alcuni sono anche stati arrestati. In tutto il Belucistan, focolaio dell'epidemia in Pakistan, ai confini con l'Iran, ci sono solo 19 ventilatori. E i medici non sono dotati del giusto equipaggiamento personale per trattare i pazienti con sintomi da coronavirus. I casi registrati in tutto il Paese sono 4.322 ma si ritiene che il numero sia molto più alto. I morti sono 63. Il premier, Imran Khan, che all'inizio ha minimizzato la portata del virus, adesso invita la popolazione a stare a casa e ha imposto il lockdown.

La nave da crociera Ruby Princess della Carnival, approdata al porto di Sydney il 19 marzo, è stata ritenuta responsabile dall'opinione pubblica e dai partiti dell'opposizione, della diffusione del coronavirus in Australia. Nonostante a bordo siano stati registrati molti casi di persone con i sintomi del Covid-19, le autorità hanno comunque deciso lo scorso mese di far sbarcare 200 persone che, in un secondo tempo, sono risultate positive. Quindici di loro sono decedute e 86 sono risultati positivi. A bordo ne rimangono ancora mille.
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