MONDO
I documenti della battaglia legale
Datagate, il governo Usa minacciò Yahoo: metadati o maxi-multa da 250 mila dollari al giorno
I fatti risalgono al 2007, come rivela il Washington Post: per ottenere informazioni per il programma Prism il governo federale ha minacciato il colosso informazioni contenute nelle mail degli utenti
Yahoo tenta di resistere, Usa minaccia con una maxi-sanzione
Lo rivela il Washington Post che cita alcuni documenti della battaglia legale, fino ad ora segretissima, tra il gruppo e il governo federale. Oltre 1500 pagine di documenti che mostrano il tentativo - non andato a buon fine - di Yahoo di resistere al pressing dell'amministrazione. La società aveva tentato di resistere, sostenendo che consegnare questo materiale sarebbe stato contro la Costituzione, oltre che una violazione della privacy degli utenti.
Parere negativo del Fisa
Di parere opposto sono state invece la Foreign Intelligence Surveillance Court e la Foreign Intelligence Court Review in appello. E così Yahoo è stato tra i primi colossi a fornire informazioni al programma Prism - il programma svelato da Snowden che la Nsa utilizzava per avere accesso alle comunicazioni di cittadini non statunitensi e che si trovavano al di fuori degli Usa gestite da nove società informatiche - facendo sì che seguissero anche Google, Facebook, Apple e Aol mentre Microsoft ha aderito addiritura prima, si legge nei documenti della Nsa.
Pressing Usa dopo il Protect America Act
La minaccia del governo Usa è arrivata nel 2007, poco dopo l'approvazione del Protect America Act, firmato da George Bush per consentire alla Nsa di sorvegliare le informazioni tra terminal all'estero anche se passano da server che si trovano fisicamente sul territorio statunitense. Ai vertici di Yahoo è suonato subito l'allarme: il pressing di Washington è arrivato prima che la corte autorizzasse azioni su obiettivi specifici.
L'annuncio su Tumblr
Per mesi Yahoo ha chiesto che venissero pubblicati i documenti, in modo che la linea di difesa sulla tutela dei dati potesse trovare conferma. Ora, con un post su Tumblr, parla con soddisfazione della pubblicazione dei documenti: "Riteniamo che sia un'importante vittoria per la trasparenza e ci auguriamo che queste informazioni aiutino a promuovere una discussione sulla privacy ". Ed è sempre su Tumblr che il Dipartimento di Giustizia commenta la notizia e ne fornisce una cronistoria.