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MONDO

Trump: se resta web-tax dazi al 100% su esportazioni francesi

Rischia anche l'italia. La decisione entro metà Gennaio

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Se la Francia va avanti con la web-tax che colpisce i colossi americani - da Google a Facebook ad Amazon - da gennaio gli Stati Uniti metteranno dazi fino al 100% su beni per un valore di 2,4 miliardi di dollari. La web-tax di Parigi impone un'aliquota del 3% sui ricavi delle società tecnologiche in Francia con un fatturato di almeno 750 milioni di euro.

L'innesco di una nuova durissima guerra commerciale arriva da Washington, mentre Donald Trump è in viaggio verso Londra per il vertice della Nato. La Casa Bianca poi, mette in guardia anche altri Paesi come l'Italia, l'Austria e la Turchia. Il rappresentante Usa al commercio, Robert Lighthizer ha presentato i risultati di cinque mesi di indagini le cui conclusioni parlando di 'chiara discriminazione' verso le società americane del settore digitale se saranno colpite dalla tassa. 

Anche in Italia la web-tax, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2020, prevede un prelievo del 3% per le imprese con ricavi ovunque realizzati non inferiori a 750 milioni e ricavi derivanti da servizi digitali non inferiori a 5,5 milioni. Saranno la pubblicità mirata agli utenti online, la fornitura di beni e servizi venduti su piattaforme digitali e la trasmissione di dati degli utenti e generati dall’utilizzo di un’interfaccia digitale i tre ambiti di applicazione della nuova tassa. Il prelievo colpisce soltanto il B2B: esclusi quindi servizi come Netflix e Spotify. Tra le aziende target potranno esserci Google, Facebook e Amazon sui business relativi alla pubblicità come pure i servizi offerti da Alibaba, Amazon o eBay.

Sul vertice in cui si dovrebbero festeggiare i 70anni dell'Alleanza Atlantica, su addensano nubi pesanti. Il clima è già teso per la questione dei finanziamenti alla Nato e per le pressioni degli Stati Uniti perché gli alleati impediscano a Huawei di sviluppare il 5G in Europa. 

Trump sostiene che la web-tax sarebbe discriminatoria nei confronti delle società americane e di volere negoziare e trovare una soluzione in sede Ocse. Ma i tempi sono stretti, perché una decisione definitiva è attesa entro il 14 gennaio. Senza intesa, dovrebbero scattare contro Parigi i nuovi dazi su champagne, borse e altri beni di lusso. E su quei vini e formaggi già colpiti da dazi al 25% il mese scorso. Così come lo sono stati alcuni prodotti italiani dopo il verdetto del Wto sugli aiuti europei ad Airbus. Una situazione che l'Italia vive come un'ingiustizia e che ha creato qualche tensione anche durante la recente visita alla Casa Bianca del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
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