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MONDO

A Fiumicino

Ebola, bimba torna dall'Uganda e va all'asilo: le mamme degli altri bambini non la vogliono a scuola

"Se fate entrare lei non facciamo entrare i nostri figli", hanno detto le mamme. La piccola costretta a stare a casa per una settimana anche se l'Uganda non è un Paese a rischio per il virus

Repertorio
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Roma Era stata in Uganda con i genitori e al ritorno sarebbe dovuta andare all'asilo: ma una bambina di tre anni è stata costretta a rimanere a casa perché le mamme dei suoi compagni non la volevano in classe. Il motivo? Il timore di un contagio da Ebola, immotivato, visto che il Paese non è tra quelli a rischio.

Le mamme dell'asilo contro la bambina 
Le mamme dei compagni della piccola non volevano che lei andasse all'asilo. Hanno così parlato con le maestre: "Se fate entrare lei non facciamo entrare i nostri figli", hanno detto. E così la mamma della bambina ha deciso che, per non esporre la figlia a critiche e a ghettizzazioni, era meglio farla rimanere a casa una settimana. Così è stato. La direttrice dell'istituto ha cercato di calmare subito gli animi: "L'Uganda - ho spiegato - non è tra i paesi a rischio. Dunque nessun pericolo".

Il Padre: "Giorni di angoscia"
Il papà della bambina ha raccontato la storia al quotidiano on line In terris: "Abbiamo passato giorni di angoscia - racconta - Eppure non c'era alcun motivo reale per poter solo immaginare qualche rischio; l'unica spiegazione è che venivamo dall'Africa. Ma l'Uganda non è un paese contagiato e comunque ho fatto fare alle mie figlie tutte le analisi necessarie a stabilire la loro totale buona salute. Mia figlia non ha avuto alcun sintomo particolare".

L'Unicef: "Non innescare il razzismo"
"Se vogliamo debellare Ebola, la prima cosa da fare è educare noi stessi e i nostri figli a respingere i luoghi comuni alimentati dall'ignoranza su cui trovano terreno fertile e spazio facili slogan politici e rigurgiti razzisti", dice Andrea Iacomini, portavoce dell'Unicef Italia. "Di tutto c'è bisogno - ha detto Iacomini - in questo momento di emergenza mondiale legato ad Ebola, tranne che di psicosi collettive come quelle occorse alla bambina tornata sana, ripeto sana, dall'Uganda, paese non colpito dal virus".
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