ECONOMIA
Idv: "Errore non rinviare"
Fisco. I commercialisti minacciano sciopero. Forza Italia: "Lunedì disobbedienza"
Il ministero dell'Economia aveva sbarrato la strada a un'ipotesi di un ulteriore rinvio a settembre dei versamenti degli acconti e dei saldi delle imposte sui redditi in autoliquidazione già fatti slittare da fine giugno al 20 luglio, nonostante il pressing crescente per una proroga non solo nel mondo degli operatori professionali ma anche in Parlamento
I primi a far sentire la loro voce sono stati i commercialisti che hanno sottolineato come sia ormai "inevitabile valutare concrete azioni di protesta della categoria, tra le quali non escludiamo lo sciopero". Secondo i professionisti del fisco "il Governo si sta esponendo a una magra figura, perché, tanti meno saranno i contribuenti che autonomamente sceglieranno di non versare il 20 luglio o il 20 agosto con maggiorazione dello 0,4%, tanto più sarà inevitabile per il Governo fare marcia indietro e riaprire i termini di versamento senza sanzioni fino al 30 settembre, come già avrebbe dovuto fare".
Commercialisti: "Valutiamo azioni di protesta, senza escludere uno sciopero"
In questi ultimi giorni i commercialisti avevano più volte reiterato l'appello per una proroga dei versamenti relativi alle dichiarazioni dei redditi e dell'Irap 2020, in scadenza il 20 luglio. Ma il no del Mef è stato netto che i commercialisti hanno interpretato come "un muro di gomma eretto dell'esecutivo" nei loro confronti e per questo valutano "azioni di protesta, senza escludere uno sciopero della categoria". A dar loro manforte arriva Forza Italia che tramite Sestino Giacomoni, vicepresidente della commissione Finanze alla Camera e membro del coordinamento di presidenza di Forza Italia, chiama alla "disobbedienza fiscale" di fronte "a un governo miope e insensibile alle difficoltà oggettive di chi deve fare tutti i giorni i conti con una crisi tremenda causata dalla pandemia da covid-19".
Giacomoni: "Se Stato non leale, è bene prendere in considerazione ogni opportunità"
L'auspicio di Giacomoni è che "lunedì prossimo nessuno ottemperi agli obblighi delle scadenze. Uno Stato democraticamente maturo - prosegue - deve essere anche Stato leale, corretto, onesto ed equo con i propri contribuenti, se ciò non accade è bene che questi prendano in considerazione ogni opportunità, anche quella di non pagare le tasse. Forse, solo a seguito di una vera e propria rivolta pacifica del buonsenso chi governa sarà costretto ad aprire gli occhi e a fare i conti con la realtà.
Per la capogruppo di Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini, i commercialisti "fanno bene a richiamare il governo alle proprie responsabilità. Le scadenze fiscali vanno assolutamente prorogate" e richiama quindi Palazzo Chigi ad avere "un sussulto di realismo e si adoperi nelle prossime ore per rinviare tutti i pagamenti al prossimo anno". Per l'azzurro Andrea Mandelli "il mancato rinvio delle prossime scadenze fiscali è una scelta scellerata in un periodo di grandissima difficoltà per i contribuenti italiani". Interviene anche il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, che giudica come "un grave errore non rinviare gli adempimenti fiscali. Molte imprese rischiano di chiudere o di finire nelle mani degli usurai".
Salvini: "Da cretini scadenze 20 luglio"
"Pieno appoggio" alla decisione del Consiglio nazionale di commercialisti arriva anche dalla Lega, per Massimo Bitonci, componente della commissione Finanze alla Camera, il governo è "sordo alle richieste di contribuenti e professionisti". Critico anche il leader leghista, Matteo Salvini: "Dopo mesi di chiusura, chiedere a milioni di partite Iva e lavoratori di pagare le tasse lunedì 20 luglio, pena pesanti sanzioni, è una roba da cretini. Per molte aziende sta anche finendo la Cassa integrazione, ma il governo non ha soluzioni: solo tasse e burocrazia. Solidarietà a imprese, lavoratori e cittadini. Siamo al loro fianco, e sosteniamo le ragioni dei commercialisti che non escludono di scioperare visto che Conte-Pd-5stelle hanno bocciato la proroga dei versamenti, come chiesto anche dalla Lega e come accade in tutta Europa. Questo governo mette in pericolo l'Italia", conclude.
Occhionero: "Decisione poco comprensibile"
Malumore anche tra i rappresentanti della maggioranza per il mancato rinvio del pagamento delle scadenze fiscali. "Il mancato rinvio al 30 settembre delle scadenze fiscali, come chiedevano i commercialisti e come peraltro era già stato fatto lo scorso anno, rappresenta una decisione poco comprensibile e un errore. Contribuenti, imprenditori, partite Iva e professionisti dovranno affrontare ben 246 scadenze fiscali in un unico giorno. Dal Governo sarebbe stato necessario uno sforzo in più e maggiore sensibilità". Lo scrive su Facebook la deputata di Italia viva Giusy Occhionero.
Faraone: "Errore non spostare scadenze"
"Il ministero dell'Economia in occasione dell'approvazione del dl Rilancio ha bocciato la proposta di Italia Viva di un rinvio del pagamento delle tasse al 30 novembre 2020 - scrive su Facebook il capogruppo di Italia Viva in Senato, Davide Faraone -. Secondo noi far adempiere questo appuntamento dopo due mesi di lockdown, durante i quali il mondo economico si è quasi completamente fermato e le energie di tutti si sono dovute concentrare nel mantenere in vita le proprie attività economiche, è una vera follia. Non aver ascoltato la nostra proposta amplierà le difficoltà finanziarie della maggior parte dei contribuenti e non consentirà agli studi professionali di svolgere le attività prodromiche a tali versamenti con la dovuta serenità e diligenza professionale".
Fapi: "20 luglio sarà 'Black Tax day' "
"Siamo seriamente preoccupati per il futuro delle piccole e medie imprese italiane. Lunedì 20 luglio sarà un 'black tax day' le partite iva sono chiamate a versare all'erario le spettanze fiscali nonostante la mancanza di liquidità, determinata dalla crisi economica che si è sviluppata nel Paese con l'emergenza sanitaria". Lo dichiara, in una nota, il presidente nazionale della Fapi (Federazione autonoma piccole imprese), Gino Sciotto. "Il Governo - aggiunge il leader della Fapi - ha assunto scelte irresponsabili non ascoltando le motivate richieste formulate da artigiani, commercianti e piccoli imprenditori di posticipare le scadenze fiscali a fine anno. La morsa della crisi - ha concluso - stritolerà ulteriormente il Paese e acuirà le difficoltà delle imprese, con il concreto rischio di chiusura di miglia di attività, senza un forte intervento di Palazzo Chigi per alleggerire il carico fiscale".
Assoeventi: "Impossibile rispettare le scadenze fiscali del prossimo 20 luglio"
Fa eco ai commercialisti anche Assoeventi, l'associazione di Confindustria dei settori Events, Luxury e Wedding che definisce "impossibile da rispettare" le scadenze fiscali del prossimo 20 luglio in quanto "le aziende del nostro settore sono ferme dal Dpcm del 4 marzo" e da quella data le aziende di quel settore "non hanno potuto organizzare un solo evento da allora; sono a ricavi zero; 46mila imprese del settore degli eventi e del wedding rischiano di fallire; milioni di nostri lavoratori, fra dipendenti a tempo indeterminato, collaboratori e stagionali, rischiano di perdere il proprio lavoro, e il Governo lunedì vuole farci pagare le tasse".