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MONDO

Il governo greco chiede alle ambasciate i fondi non assegnati

Grecia, liquidità a rischio. Ue: progressi lenti. Atene: puntiamo ad accordo al vertice di Riga

La Bundesbank considera fortemente a rischio la solvibilità della Grecia

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La Grecia afferma di aver bisogno di chiudere entro fine maggio un accordo con Ue e Fmi, onde evitare di finire a corto di liquidità. Secondo la stampa ellenica il Paese ha rischiato di non avere risorse per pagare una recente tranche da 750 milioni di euro da restituire al Fmi. A giugno dovrà ripagare altri 1,5 miliardi alla stessa istituzione, a cui si aggiungeranno circa 6 miliardi di euro in titoli di Stato alla Bce tra luglio e agosto.

Anche la Bundesbank parla di solvibilità a rischio. "La situazione in Grecia continua a essere preoccupante", scrive l'istituto tedesco nel bollettino mensile. Al momento le banche greche sono in grado di effettuare pagamenti soltanto grazie ai crediti Ela (Emergency Liquidity Assistence) con cui viene finanziata la banca centrale.

Ue ad Atene: occorre accelerare
"Come ha detto l'Eurogruppo servono più tempo e sforzi maggiori per colmare il gap che ancora esiste nei negoziati", ha detto il portavoce del presidente Jean Claude Juncker, spiegando che la Commissione invita la Grecia ad "accelerare il lavoro per un accordo", perché i progressi fatti sono ancora "lenti".

Atene: accordo politico al vertice di Riga
La Grecia intanto fa sapere che punta a un accordo a livello politico con i creditori internazionali al vertice Ue di Riga del 21-22 maggio per poi arrivare all'intesa finale prima della fine del mese. Lo ha detto il portavoce del governo greco Gabriel Sakellaridis, scrive Bloomberg, precisando che Atene spera in un accordo tecnico domani in seno al Brussels Group. 

Atene chiede alle ambasciate i fondi non assegnati
Stamane iniziativa senza precedenti: decine di ambasciate e consolati greci all'estero hanno ricevuto ordine da Atene di restituire i fondi non assegnati che hanno in cassa.

Secondo il documento, visionato dal quotidiano To Vima, le
autorità diplomatiche elleniche all'estero sono state chiamate a restituire i fondi non assegnati e spedire in patria i ricavi ottenuti da atti consolari (come il rilascio dei visti, le deleghe e le autenticazioni) attraverso i servizi fiscali. Il documento specifica che le autorità diplomatiche devono restituire i fondi non utilizzati che erano stati destinati a prodotti per la pulizia e cartoleria per i prossimi due mesi.

La raccolta di questi fondi è già cominciata e, anche se un certo numero di ambasciate e consolati riescono a generare un notevole gettito con il rilascio dei visti turistici, il documento non fornisce disposizioni per finanziare le stesse sedi diplomatiche, cosa che potrebbe influire sul loro funzionamento. L'utilizzo dei servizi erariali è anche insolito in quanto in genere ambasciate e consolati inviano parte dei loro introiti direttamente al ministero del Esteri. 
 
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