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MONDO

Fmi: "Non rimborsati altri 456 milioni"

Grecia, è spaccatura nel partito di Tsipras. Portavoce di Syriza: "Golpe a Bruxelles"

Dopo l'ok all'Eurosummit, ora per il premier ellenico lo scoglio più grande per far approvare le riforme promesse in patria entro domani rimane il suo partito. L'ala sinistra di Syriza e Anel non daranno il loro sostegno all'accordo. Gli arretrati di Atene nei confronti dell'Fmi, con la rata non saldata entro oggi, salgono così a 2 miliardi 

Alexis Tsipras
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Atene (Grecia) Forse quella di oggi non sarà la giornata più dura per Tsipras, ma sicuramente non verrà ricordata come la più facile. Dopo l'accordo di ieri all'Eurosummit di Bruxelles su un nuovo piano di aiuti alla Grecia, ora il premier ellenico ha di fronte uno scoglio durissimo, ossia l'approvazione record delle riforme imposte dall'Europa in cambio degli aiuti e la contestuale spaccatura del suo governo.

Quattro punti da approvare entro domani
Secondo il piano approvato a Bruxelles, il governo dovrà far votare entro domani almeno 4 punti importanti, come la riforma dell'Iva e delle tasse. ​Il governo greco ha già sottoposto al Parlamento il progetto di legge sulle prime riforme previste dal nuovo piano di salvataggio firmato due giorni fa a Bruxelles. Il provvedimento è intitolato "misure urgenti per la negoziazione e la conclusione di un accordo con l'Esm": è una manovra da complessivi 3,175 miliardi di euro tra nuove tasse e risparmi di spesa. Intanto da fonti ufficiali dell'esecutivo ellenico, si viene a sapere che ​premier greco non si dimetterà e probabilmente realizzerà un rimpasto di Governo, mentre si aspetta il discorso di Tsipras in programma alle 21. 

Kathimerini: no riforma pensioni
Secondo l'edizione online del giornale Kathimerini, nel testo delle riforme presentato dal Governo greco al Parlamento non c'è alcun riferimento ai pensionamenti anticipati. Per il giornale, per la riforma delle baby pensioni prima si deve esprimere la Corte Costituzionale, che a giugno ha bocciato la riforma delle pensioni del 2012. Nella bozza della proposta diriforma presentato dal governo greco al Parlamento, il regime di facilitazioni fiscali per le isole greche sarà abolito dal primo ottobre prossimo. Per le isole "meno sviluppate", il regime speciale resterà in vigore fino al primo ottobre 2016. 

Portavoce di Syriza: Quello di Bruxelles è un golpe
Questa mattina il portavoce di Syriza, il partito di cui è leader proprio Tsipras - ha parlato di un golpe, un colpo di Stato messo in atto a Bruxelles ai danni della Grecia. Le prime formazioni politiche che si incontreranno per esaminre il progetto di legge sulle nuove misure sono proprio Syriza e i Greci indipendenti di Anel, il partito del ministro della Difesa Kammenos. Per Syriza - ha aggiunto il portavoce - il mandato del popolo greco non verrà sconfessato e il governo di sinistra non cadrà.

Domani sciopero degli statali contro l'accordo
Nel frattempo, per domani il sindacato greco che rappresenta i dipendenti settore pubblico (Adedy) ha invitato i propri iscritti a scioperare per 24 ore in segno di protesta contro il nuovo accordo. All'astensione del lavoro degli statali, la prima nei sei mesi del governo Syriza, farà seguito una manifestazione convocata nel pomeriggio nella centrale piazza Syntagma, davanti al Parlamento.

To Potami voterà per le riforme
In un'intervista a 'Il fatto quotidiano' il leader del partito greco centrista To Potami, Stavros Theodorakis ha affermato che il suo partito voterà a favore di tutte le misure e riforme richieste dall'Europa e "sosterremo Tsipras, ma non ci sarà mai un governo Syriza-To Potami". "Il rimpasto - assicura - ci sarà sicuramente e Tsipras rimarrà al suo posto. Il posto per noi c'è ma rimarremo all'opposizione". Theodorakis spiega di non aver paura del costo politico: "Ci siamo presi il rischio di sostenere Tsipras in un momento più difficile, quando si trattava di fare l'accordo del 20 febbraio", ma di non poter partecipare al governo "perché Syriza non è un partito riformatore". E aggiunge: "To Potami vuole fare le riforme ma Syriza non lo vuole veramente".

Riunione dell'Eurogruppo forse mercoledì o giovedì
Se il governo greco riuscirà ad approvare le misure, anche i Parlamenti degli altri Paesi Ue potranno esprimersi sul piano. Non appena la Grecia approverà tutti i provvedimenti che si è impegnata a varare entro il 15 luglio, "mercoledì notte o giovedì mattina" avrà luogo "una riunione dell'Eurogruppo per teleconferenza", ha annunciato ieri il presidente Jeroen Dijsselbloem. L'ok a negoziare il terzo salvataggio all'Esm si avrà quindi solo a fine settimana.

Fmi: Grecia non ha saldato rata da 456 milioni, in tutto debito sale a 2 miliardi
Intanto, il portavoce del Fmi Gerry Rice, ha fatto sapere: il rimborso da 456 milioni di euro che la Grecia avrebbe dovuto versare ieri al Fondo monetario internazionale "non è stato ricevuto". Gli arretrati di Atene nei confronti dell'Fmi salgono così a 2 miliardi di euro. Lo scorso 30 giugno infatti Atene è diventata la prima economia avanzata a mancare un pagamento al Fondo. Come spiega Rice, "la richiesta delle autorità greche per un'estensione degli obblighi sui pagamenti dovuti il 30 giugno sarà discussa dal board esecutivo nelle prossime settimane".

Questioni interne
L'accordo raggiunto a livello europeo comunque metterà alla prova il governo di Alexis Tsipras. Il ministro della Difesa Panos Kammenos ha annunciato che il suo partito Anel - alleato di Tsipras - non sosterrà l'accordo. La spaccatura con 'Piattaforma di sinistra', l'ala radicale di Syriza, si è già consumata. Un rimpasto di governo è dato praticamente per certo, anche se la resa dei conti a livello di politica nazionale potrebbe essere rinviata a settembre, quando e se la fase acuta della crisi sarà stata auspicabilmente superata. Intanto il premier può contare su un governo di unità nazionale 'de facto'. Nea Demokratia, To Potami e Pasok hanno votato compatti a favore del piano di riforme due giorni fa. Il leader di ND, Vangelis Meimarakis ha assicurato che lo sosterrà in Parlamento. Sulla stessa linea il discusso leader di To Potami, Stavros Theodorakis. E naturalmente non possono che appoggiare Tsipras i socialdemocratici del Pasok.

Le misure previste dall'accordo
L'accordo per avere gli aiuti è costato molto a Tsipras, più di quanto credesse dopo l'euforia post-referendum. E' stato costretto ad accettare il ritorno della Troika, l'abolizione della contrattazione collettiva, la reintroduzione dei licenziamenti collettivi e soprattutto la creazione di un fondo dove confluiranno asset pubblici da vendere o monetizzare, per arrivare a 50 miliardi da cui attingere per pagare il debito Esm. In pratica i creditori prestano aiuti ma chiedono un'ipoteca in beni dello Stato.

Stathakis: fondo di 50 miliardi come garanzia
In un'intervista, il ministro dell'Economia greco, George Stathakis, per chiarisce: in Grecia "non esistono" attivi patrimoniali da privatizzare per i 50mld previsti dall'accordo con i creditori: il fondo "funzionerà più come una garanzia", ma "non credo che procederemo con vere privatizzazioni di questi asset".  I controlli sui movimenti di capitali in Grecia saranno tolti "probabilmente nel giro di un paio di
mesi: si tratta di un problema molto più complicato", ha aggiunto
Stathakis, dopo aver previsto la riapertura degli istituti di credito "non appena l'Ela" sarà nuovamente operativa e cioè "appena i parlamenti avranno votato" sull'accordo raggiunto: "non questa settimana". 

La stoccata di Varoufakis
Dal canto suo Tsipras ha ottenuto l'apertura sul 'riscadenzamento' del debito, una misura che sarà considerata solo una volta che saranno rispettate tutte le condizioni. Velenoso l'ex ministro delle Finanze Yanis Varoufakis: "Avevo un piano" ma Tsipras ha ceduto ai creditori, è la stoccata. Il premier greco partiva con un handicap fortissimo: quasi nessuno si fidava di lui, i tedeschi per niente.
 
Tappa transitoria
L'accordo sulla 'road map' per arrivare all'apertura dei negoziati con il fondo salva-Stati Esm per il terzo salvataggio è solo una tappa transitoria, che non risolve il problema delle necessità finanziarie di Atene nell'immediato. L'Eurogruppo infatti sta lavorando a un 'prestito ponte' per consentire alla Grecia di pagare i debiti con il Fmi e Bce di luglio e agosto, cioè 12 miliardi di euro. Ma anche questa non è cosa facile secondo il presidente Jeroen Dijsselbloem, rieletto per un secondo mandato alla guida del'Eurogruppo. I negoziati proseguiranno all'Ecofin.

Il ruolo Bce
La Banca Centrale Europea intanto tiene aperti i rubinetti del credito di emergenza, ma decide comunque di non aumentare il volume di liquidità immessa sul mercato. Nonostante le attese e le speranze dei greci che la Bce potesse innalzare dagli attuali 89 miliardi di euro l'Ela, Francoforte è rimasta ferma, in attesa probabilmente di vedere i primi veri passi di Atene sulla strada delle riforme promesse. Intanto il Fondo monetario si dice "pronto a lavorare con le autorità greche e i partner europei per aiutare a far andare avanti questo importante sforzo" come spiega il portavoce del Fondo, Gerry Rice.
 
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