MONDO
Ex premier iracheno: riconciliazione o Isis tornerà
Iraq, i Peshmerga riprendono Kramlis, cittadina a est di Mosul
L'offensiva è entrata oggi nel suo nono giorno e il tentativo è quello di aprire un nuovo fronte dei combattimenti lungo la parte occidentale della città controllata dallo Stato islamico con l'aiuto delle milizie sciite
Secondo fonti militari consultate dall'emittente "Al Jazeera", l'esercito iracheno sta avanzando lungo la direttrice orientale insieme ai Peshmerga e da solo lungo quella meridionale. I Peshmerga invece avanzano anche da nord. il tentativo di queste ore è quello di aprire un nuovo fronte dei combattimenti lungo la parte occidentale della città controllata dallo Stato islamico con l'aiuto delle milizie sciite. L'offensiva è entrata oggi nel suo nono giorno e il tentativo di queste ore è quello di aprire un nuovo fronte dei combattimenti lungo la parte occidentale della città controllata dallo Stato islamico con l'aiuto delle milizie sciite.
Cresce, intanto, la preoccupazione per l'aumento degli sfollati provenienti dall'area, in vista della battaglia di Mosul. Secondo gli ultimi dati del ministero degli Sfollati e delle migrazioni, oltre 3.300 persone sono fuggite ieri dai villaggi dei distretti di Sharqat e Hawija; tutte sono state trasferite verso i campi profughi di Khazar, Makhmur, Qayyarah e Shirqat Bashiqa con i mezzi del governo iracheno. Ieri è stata registrata "la maggiore ondata di sfollati dall'inizio delle operazioni per la liberazione della provincia di Ninive".
Le forze di sicurezza irachene affermano di aver liberato almeno 74 villaggi e città dal giogo dello Stato islamico nel corso dell'operazione iniziata il 17 ottobre scorso. Almeno 772 miliziani dell'Isis - sostiene l'esercito- sono rimasti uccisi nella prima settimana dell'offensiva, che vede impegnate a fianco dei militari iracheni le forze curde Peshmerga, quelle della polizia federale e le milizie sciite e sunnite, che si avvalgono della copertura aerea della coalizione internazionale.
L'ex premier iracheno, Al-Issawi: troppo potere a sciiti, riconciliazione o Isis tornerà
"La divisione dell'Iraq non è una soluzione, ma neanche l'oppressione" di una sua componente da parte dell'altra. Lo ha affermato l'ex premier iracheno, nonché leader sunnita, Rafi al-Issawi, avvertendo che senza riconciliazione tra sunniti e sciiti "l'Is ritornerà" dopo la sua cacciata da Mosul. "La concentrazione dei poteri di sicurezza - ha continuato al-Issawi, intervenendo a un forum del Middle East Research Institute (Meri) - nelle mani di una sola parte non è accettabile".
Al-Issawi si riferisce in particolare alla situazione di Mosul, dove si teme che, dopo la cacciata dell'Is, possano esplodere scontri settari ed etnici (in particolare una rappresaglia contro i sunniti), mettendo in crisi i precari equilibri del paese. "La divisione non è la risposta - ha detto - ma neanche l'emarginazione della comunità sunnita nella regione colpita dall'Is".
Imputando alla mancanza di riconciliazione la nascita e il rafforzarsi dell'Is nel paese, l'ex vice premier ha aggiunto che "se si ripetono le condizioni che hanno portato alla creazione dell'Is, anche l'Is stesso si ripeterà". "Le componenti irachene - ha detto ancora - non erano unite prima dell'Is e quindi avere l'unità dopo l'Is è difficile, a causa dell'isolamento e del settarismo". In particolare, al-Issawi ha accusato il governo dello sciita Hayder al-Abadi di aver "respinto i sunniti dal processo politico". "Mentre una componente irachena controlla tutto - ha concluso - ovviamente le altre sono perdenti e oppresse".