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MONDO

Il tecnico e due colleghi da ieri irreperibili

LIbia, la conferma della Farnesina: "Vallisa è stato rapito". L'ingegnere sequestrato con 2 colleghi

Ore di apprensione per il piacentino scomparso sabato a Zuwara, a ovest di Tripoli. Con lui, due colleghi: un macedone e un bosniaco

Marco Vallisa (Ansa)
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La conferma arriva dalla Farnesina: "Vallisa è stato rapito". La notizia era già circolata in mattinata sui media arabi e dei tre, l'ingegnere italiano, Emilio Gafuri, macedone, e Petar Matic, bosniaco non si hanno più tracce da sabato mattina. La loro automobile è stata trovata a Zuwara, città a ovest di Tripoli con ancora le chiavi nel cruscotto. 

Marco Vallisa - 53 anni, di Cadeo, in provincia di Piacenza - lavora insieme agli altri due colleghi per la Piacentini Costruzioni. A dare la notizia della loro scomparsa era stato il Libya International Channel che ipotizzava già un rapimento anche se non è arrivata nessuna rischiesta di riscatto. Il Ministero degli Esteri italiano ha immediatamente attivato tutti i canali per ritrovare l'ingegnere di cui si sono perse le tracce. 




Dalla caduta di Gheddafi ad oggi la Libia ha visto un'impennata di rapimenti: lavoratori stranieri, giornalisti, attivisiti magistrati. Da marzo non si hanno notizie di un altro italiano, Gianluca Salviato, il tecnico malato di diabete impiegato a Tobruk dalla Enrico Ravanelli. Sempre in Cirenaica, a Derna, era stato sequestrati due operai italiani lo scorso gennaio, poi rilasciati 20 giorni dopo. 

 28 militari italiani in ambasciata per 'precauzione'
 I 28 militari italiani che si trovano in Libia, per addestrare le forze locali, sono stati portati "per misura precauzionale" nell'ambasciata italiana a Tripoli. Lo si apprende da fonti della Difesa. Metà di loro faranno rientro domani in Italia, si apprende dalla stessa  fonte.  Parte degli istruttori, spiegano fonti della Difesa, tornerà in Italia perchè durante il ramadan l'attività si riduce e non ci sono corsi in atto. Il resto della missione, spiegano le stesse fonti, rimane in loco per continuare il coordinamento con le forze libiche.

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