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ECONOMIA

Domani la nota al Def sul tavolo a Palazzo Chigi

Manovra, Confcommercio respinge ipotesi di aliquote Iva differenziate

Il possibile aumento dell'Iva, con diverse aliquote secondo il metodo di pagamento, potrebbe non avere efficacia ai fini della disincentivazione del ricorso al contante, mentre causerebbe effetti recessivi sull'economia, penalizzando famiglie e bassi redditi

soldi (pixabay)
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Scambio compensativo tra più Iva e meno cuneo fiscale? Non è quel che occorre. Confcommercio boccia l'ipotesi di aumento dell'Iva con ricorso ad aliquote differenziate: più alte per chi paga in contante, più basse per chi utilizzi carte di credito o di debito. In una nota, l'associazione di categoria afferma:  "Davvero meriterebbe di essere attentamente considerata la tenuta del fondamento giuridico di un'imposizione fiscale ad aliquote differenziate in ragione del diverso mezzo di pagamento (moneta elettronica o moneta legale sotto forma di carta moneta o di moneta metallica) utilizzato per l'acquisto degli stessi prodotti o servizi".

Ricadute negative
Oltre agli aspetti giuridici, Confcommercio rileva anche ricadute negative per le famiglie: "Quanto agli effetti di una simile tecnica, occorre poi muovere dai dati di realtà e, anzitutto, dalla constatazione del fatto che, ad oggi, i pagamenti a mezzo carta rappresentano, in valore, non più del 35% della spesa delle famiglie". Inoltre, la misure porterebbe a pochi risultati pratici, afferma la nota, che sottolinea: "Sul piano complessivo, sembrerebbe che l'operazione dovrebbe concorrere ad un accrescimento del gettito Iva di circa 5 miliardi di euro. Sarebbe francamente arduo, allora, catalogare una simile architettura nella categoria delle 'modulazioni con beneficio per gli italiani' di cui ha parlato il Presidente Conte".

Penalizzati redditi bassi
"Piuttosto - conclude Confcommercio - ci sembra che si vada delineando uno scambio compensativo tra più Iva e meno cuneo fiscale. Non è quel che occorre: crescita zero e venti di recessione richiedono una riduzione netta della pressione fiscale complessiva". In conclusione, si domanda l'associazione,  "a chi gioverebbe visto che, nello scambio tra più imposte indirette e meno imposte dirette, a pagare di più sarebbero i livelli di reddito più bassi?".
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