MONDO
La risposta di Bruxelles
Migranti, il piano dell'Ue: distruggere i barconi e rafforzare Triton
Vertice straordinario dell'Unione a Lussemburgo: la Commissione presenta 10 punti. Ora si cerca il via libera dell'Onu
Caccia ai trafficanti
Sono i punti principali dei dieci previsti dal piano d'azione europeo sull'immigrazione, presentato dalla Commissione e approvato a Lussemburgo dai ministri degli Esteri e dell'Interno. Sarà la base di lavoro del vertice straordinario convocato per giovedì dal presidente Tusk dopo 24 ore di "consultazioni". Per la caccia ai trafficanti viene evocato il modello dell'operazione Atalanta, con le navi militari della Ue in missione anti-pirateria nel Corno d'Africa. Per realizzarlo servirebbe un mandato del Consiglio di sicurezza dell'Onu, ma la Ue è pronta ad attivarsi. E c'è già chi, come il Belgio, si dice disposto a mettere a disposizione mezzi militari.
Più fondi per Frontex
Nell'ambizioso piano d'azione preparato da Avramopoulos, il rafforzamento delle risorse per Frontex e l'operazione Triton appare però ancora limitato. Nell'ultima bozza circolata si parlava di raddoppio, una quantificazione lontana dal "cambio di ordine di grandezza" chiesto da Gentiloni che definisce gli appena "tre milioni al mese" attualmente a disposizione per Triton come "non all'altezza della maggiore potenza economica del pianeta". Nel testo finale si parla genericamente di "aumento" e Avramopoulos indica che la cifra potrebbe essere rivista. Per Alfano è comunque "un primo passo". Nella guerra ai trafficanti sono previste anche operazioni di intelligence.
Da risolvere l'emergenza Libia
Il punto tre chiede "riunioni regolari" tra Europol, Frontex, l'agenzia europeo per l'asilo ed Eurojust per "raccogliere informazioni sul modus operandi" e "tracciare i finanziamenti". E il punto dieci lancia l'idea di inviare nei Paesi chiave "ufficiali di collegamento per l'immigrazione": degli 007 dei flussi migratori di stanza nelle delegazioni della Ue. L'Easo poi schiererà team in Italia e Grecia per dare assistenza nella valutazione delle domande di asilo. Ma gli Stati dovranno "assicurare" la raccolta delle impronte digitali, punto su cui l'Italia più volte è stata richiamata.
Collaborazione fra Stati membri
Inoltre il piano chiede di "considerare" opzioni per la redistribuzione dei profughi richiedenti asilo: da una parte un "meccanismo di emergenza", dall'altra quello di avviare un "progetto pilota" per ridistribuire fra gli Stati membri "quote" di persone bisognose di protezione, sempre però su base volontaria vista l'opposizione di molti Paesi dell'Est. Infine, rilanciato impegno di collaborazione con i Paesi attorno alla Libia, aumentando anche la presenza di personale civile per il controllo dell'immigrazione per rafforzare la missione già esistente.