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MONDO

Lo denuncia l'associazione 'Nessuno tocchi Caino'

Nessuno tocchi Caino: "In Arabia Saudita, con la guerra al terrorismo, escalation pena di morte"

Solo nel 2015, in Arabia Saudita ci sono state almeno 158 esecuzioni e l'associazione prevede che "la 'guerra al terrorismo' darà un contributo consistente all'escalation della pratica della pena di morte anche nel 2016, soprattutto dopo che l'Arabia Saudita si è posta alla testa della Grande Coalizione anti-Is"

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"Con almeno 158 esecuzioni nel 2015 l'Arabia Saudita si conferma il primo Paese boia del mondo in proporzione al numero di abitanti". I dati sono stati diffusi dall'associazione 'Nessuno tocchi Caino' a commento dell'esecuzione di massa di 47 prigionieri. "Un fatto senza precedenti nella storia del Regno Saudita - denuncia ancora l'associazione - di per sé già mortifera e connotata dalla sistematica violazione delle norme di diritto internazionale, a partire dai processi gravemente iniqui, nel corso dei quali agli imputati spesso non è concesso di avere un avvocato e condanne a morte sono comminate a seguito di confessioni ottenute sotto tortura".

Per 'Nessuno tocchi Caino', "è facile prevedere che la 'guerra al terrorismo' darà un contributo consistente all'escalation della pratica della pena di morte anche nel 2016, soprattutto dopo che l'Arabia Saudita si è posta alla testa della Grande Coalizione anti-Is, in nome della quale si sentirà legittimata nel continuare a violare i diritti umani al proprio interno e perseguire e decapitare persone in realtà coinvolte solo nella opposizione pacifica o in attività sgradite al regime". Accusa l'associazione contro la pena di morte: "Nessuno nell'Occidente cosiddetto libero e democratico sembra preoccuparsi del fatto che, nel nome della guerra al terrorismo, si sta affidando il governo dell'emergenza a chi ha provocato l'emergenza stessa, si stanno accreditando come 'stabilizzatori' dell'area più infuocata del mondo, il Medio Oriente, regimi che al proprio interno conducono una guerra di lunga durata e di terrore nei confronti dei propri popoli".
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