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MONDO

Le giovani avvistate da testimoni

Nigeria, liceali rapite. Il governo: non trattiamo con i Boko Haram

Le autorità di Abuja respingono il ricatto deli estremisti islamici: ""Ragazze libere in cambio dei prigionieri" - chiedono in un video. La condanna è netta anche da parte dell'Unione Europea: i 28 ministri degli Esteri esprimono "profonda preoccupazione" e si dicono "inorriditi" per le sofferenze inferte ai civili

La campagna #bringbackourgirls
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A questo punto è anche una guerra mediatica: si tratta di salvare la vita delle ragazze senza perdere la faccia di fronte a un pugno di terroristi capaci di tenere in pugno una nazione. Con un video i miliziani di Boko  Haram hanno chiesto il rilascio di prigionieri in cambio della libertà delle studentesse rapite. Ma il governo non può scendere a patti: "Non trattiamo con i Boko Haram" è la reazione secca da Abuja del ministro dell'Interno Abba Moro, gli estremisti "non possono porre delle condizioni". Intanto cresce di ora in ora l'attenzione internazionale sul caso. I 28 ministri degli Esteri dell'Unione Europea esprimono "profonda preoccupazione" e si dicono "inorriditi" per le sofferenze inferte ai civili e assicurano che l'Europa "lavorerà per mettere fine alla cultura dell'impunità per l'uso della violenza sessuale".

La risposta del governo segue al filmato di 17 minuto diffuso in rete da Boko Haram. Nel video il leader del gruppo Abubakar Muhammad Shekau afferma che le studentesse si sono convertite all'Islam e minaccia che non verranno liberate fino a quando non saranno rilasciati tutti i membri di Boko Haram detenuti nelle carceri nigeriane.



Le ragazze avvistate in Nigeria da testimoni
Le giovani sarebbero ancora nel Paese e alcuni testimoni le avrebbero viste: lo riferisce il governatore dello Stato del Borno, Kashim Shetima che ha anche detto di aver trasmesso ai militari "informazioni". I rapitori non avrebbero quindi oltrepassato il confine verso il Ciad o il Camerun e le ragazze potrebbero dunque trovarsi ancora nel Paese.

La mobilitazione internazionale
Intanto arriva dalla Francia la disponibilità per organizzare un vertice dei paesi confinanti con la Nigeria. "Ne ho parlato con il presidente nigeriano, Goodluck Jonathan", ha detto il capo di Stato francese, Francois Hollande, aggiungendo che al vertice dovrebbero essere presenti, tra gli altri, Gran Bretagna, Stati Uniti e Unione europea. Quest'ultima si occuperà dell'emergenza nel corso del Consiglio affari esteri. Roma, ha spiegato nei giorni scorsi il capo della diplomazia italiana, Federica Mogherini, sottolinerà la necessità di un coordinamento tra i paesi europei, funzionale alla ricerca di una soluzione per la liberazione delle ragazze. 

Al via operazione alleati stranieri contro Boko Haram 
Le operazioni dell'esercito nigeriano in collaborazione con gli alleati stranieri di Usa, Gran Bretagna, Francia e Cina per liberare le 276 liceali inizieranno questa settimana. Lo hanno reso noto fonti militari. Le prime mosse saranno a livello di intelligence con impiego di alta tecnologia. Il ministero della Difesa ha convocato una riunione nel week end con gli esperti dei team stranieri dove si è stabilito che il processo sarà "veloce, preciso e improntato ala cautela" ha spiegato la fonte perché sono coinvolte molte vite umane". Tra gli strumenti impiegati anche droni e sensori remoti con capacità sofisticate di penetrare negli edifici e di fare la differenza tra adulti e bambini.

Il rapimento
Le studentesse, di età compresa tra i 12 e i 17 anni sono state rapite il 14 aprile: un commando di Boko Haram le ha prelevate da una scuola di Chibok, nello stato del Borno. Alcune sono riuscite a fuggire (qui una testimonianza di una di loro), ma altre sono ancora nelle mani del gruppo integralista che ha imposto il terrore nel nord della Nigeria. Prosegue intanto la campagna, anche online con l'hashtag #bringbackourgirls, per la liberazione delle giovani. 

 
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