MONDO
Una lunga diretta con ospiti, inviati e documenti inediti
#rebussiria, su Rainews24 maratona per raccontare lo scacchiere siriano
Quale ruolo avranno Usa e Russia nel fronte siriano? Quanto influisce il risiko regionale? Quale futuro per il paese lacerato da una sanguinosa guerra civile? Quali problemi a lungo termine pone la questione dei profughi? Come si intreccia la guerra civile in Siria con la lotta all'integralismo religioso e l'ansia di democrazia che attraversano il mondo arabo? A queste questioni Rainews24, a partire dalle 8 del mattino, dedicha una lunga diretta che durerà per l'intera giornata. Invitiamo anche i telespettatori e i lettori del nostro sito a contribuire su twitter utilizzando l'ashtag #rebussiria
Usa-Russia. C'è un accordo sulla Siria?
Siamo ad una svolta? Dopo una lunga fase di non intervento qualcosa si muove. Lo snodo sulla vicenda siriana è stata l’Assemblea dell’Onu con il confronto Obama-Putin. Non c’è dubbio che il vertice di New York ha riproposto il vuoto, non ancora colmato, nelle strategie Usa contro l’Isis. Almeno nella comunicazione. Mario Platero sul Sole 24 Ore si chiede se “la Casa Bianca di Obama abbia ceduto spazio e terreno a Mosca quasi senza accorgersene”. Ma se Obama appare prigioniero della complessità della situazione, Putin esibisce una strategia lineare e coerente con le dichiarazioni ufficiali. “Con la scusa di attaccare i terroristi dell’Isis – prosegue Platero nel suo editoriale – dopo l’Ucraina, la Russia si espande in Medio Oriente”. Qualcun altro invece sottolinea che la presenza russa in Siria potrebbe essere in definitiva funzionale ai disegni di Washington data la riluttanza di Obama ad impegnare truppe americane sul terreno e che Obama abbia dato sostanziale via libera a Putin. Quali sono i nodi da sciogliere per i tre protagonisti in campo? Intanto Usa, Russia ed Europa devono ancora chiarire contro chi vogliono sferrare i loro attacchi.
USA Russia Europa. Tre "Alleati", tre posizioni diverse
Ma andiamo per gradi. I tre “grandi” hanno poche certezze in comune. Una di queste certezze è che si vogliono coinvolgere, per risolvere la crisi, le realtà regionali. Ma il nodo, come sottolinea Paolo Mastrolilli su La Stampa è che “i sauditi parlano solo con i sunniti turchi, mentre l’Iran sciita parla solo con Mosca e Damasco. La domanda cardine di questo Risiko è senz’altro quale ruolo avranno Usa e Russia nel fronte siriano. A New York Putin aveva detto che avrebbe sostenuto Damasco e combattuto lo Stato Islamico. Detto fatto. La Russia ha avviato i suoi raid aerei in Siria colpendo tutti gli oppositori di Bashar al Assad. Diversa la posizione americana che mira a sconfiggere l’Isis e di destituire il dittatore Assad. L’America ha annunciato che per proteggere le brigate dei ribelli “moderati” che ha finanziato, armato e addestrato, è pronta a bombardare chiunque li ostacoli. A partire dall’Isis, fino all’esercito di Assad.
In una guerra civile non ci sono vincitori
L'esodo dalla Siria continua, perché la vita è sempre più dura. Il motore di ricerca google ha svelato che le ricerche dall'interno della Siria sono tutte drammaticamente simili. Come raggiungere l'Europa? Come arrivare al primo ospedale? Come procurarsi acqua o medicine? Le tante famiglie di Siriani che stanno cercando rifugio fuori dai confini del paese torneranno un giorno a casa oppure quel mosaico di culture etnie e religioni che era la Siria è oggi irrimediabilmente distrutto. Un paese che non esiste più, in polvere, come le rovine di Palmira?
Quale futuro? All'Europa il ruolo del mediatore?
Quale sarà il ruolo dell’Europa in questo confuso scenario in cui non è facile comprendere chi siano i nemici e chi gli alleati? Se tra Russia e Usa è duro scontro, anche in Europa le posizioni sono molto diverse. Hollande dà il via ai blitz anti Isis, Renzi prende le distanze. Merkel dice sì al coinvolgimento di Assad in una fase di transizione. E Cameron chiede un processo per crimini di guerra... Insomma, trovare una sintesi tra le diverse posizioni non è certo facile. Ma qual è il motivo degli attacchi in Siria? L’attacco servirebbe a placare lo sdegno dell’opinione pubblica occidentale, rimasta scioccata dalle immagini della strage di al-Ghouta del 21 agosto. E l’Italia che farà? Parteciperà prima o poi agli attacchi militari?
L'Italia resterà fuori dai raid
L’Italia non prenderà attivamente parte ad azioni militari deliberate e attuate al di fuori del contesto del Consiglio di sicurezza. Renzi è stato chiaro. Dopo il raid a sorpresa e molto criticato della Francia, il nostro premier ha detto: “In Siria c’è un presidente, Bashar al Assad, che controlla una parte del territorio. L’Italia non parteciperà a delle iniziative come quelle di Francia e Gran Bretagna”. Queste affermazioni fanno comprendere che in Europa non c’è ancora una posizione univoca, se non quella di mediatore tra le divergenti visioni belliche di Usa e Russia. Una nuova guerra fredda? Non è ancora dato dirlo. Ma non si può escludere. Anche questa volta sarà il controllo del petrolio a muovere gli interessi mondiali? Forse no. Ma Damasco potrebbe essere lo snodo energetico dei 4 mari.
Chi sono gli alleati dell'Isis?
A volte ci si chiede chi siano gli Stati che apertamente supportano l'azione dell'Isis. Apertamente nessuno stato al mondo si è finora alleato con l’Isis. I suoi benefattori sono privati cittadini, soprattutto da Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Qatar e Kuwait, che per diverso tempo hanno sostenuto i gruppi che combattevano contro Assad, tra cui proprio lo Stato Islamico. Questo è uno dei motivi che complica ulteriormente l'intera vicenda.Si combatte una guerra con un nemico feroce ma invisibile.
Una nuova pericolosa Guerra fredda
Secondo lo storico Stephen Cohen, un possibile nuovo confronto tra la Russia e gli Stati Uniti sarà più pericoloso della precedente guerra fredda, durata circa 40 anni. Per lo storico, sono tre i motivi per cui i rischi sono più alti. In primo luogo l'epicentro di questo confronto non sarà a Berlino, ma nei pressi dei confini della Federazione Russa. In secondo luogo, a differenza dell'ultima guerra fredda, oggi non ci sono regole di condotta per le parti in conflitto. In terzo luogo, la nuova corsa agli armamenti nucleari avverrà senza il tradizionale processo di controllo degli armamenti.