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MONDO

L'ex capo delle forze armate coordinerà le ricerche

Disastro Malaysia Airlines, il premier australiano: "Faremo il possibile per trovare l'aereo"

Dieci aerei e dieci navi forniti da Australia, Malaysia, Giappone, Cina, Sud Corea, Nuova Zelanda e Stati Uniti partecipano alle ricerche. Domani una nave australiana salperà da Perth con a bordo una sofisticata apparecchiatura americana per rilevare i segnali delle scatole nere 

Continuano le ricerche dell'aereo scomparso (Ansa)
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Roma L'Australia "non avrà riposo" e farà il possibile per ritrovare i resti dell'aereo della Malaysia Airlines scomparso l'otto marzo con a bordo 239 persone. Lo ha assicurato oggi il primo ministro australiano Tony Abbott, il cui paese coordina le ricerche nella parte meridionale dell'Oceano Indiano. Abbott ha anche nominato l'ex capo delle forze armate, il Maresciallo dell'Aria Angus Houston, alla guida di un'agenzia ad hoc, basata a Perth, per coordinare le ricerche.

Le ricerche con 10 aerei e 10 navi
Dieci aerei e dieci navi forniti da Australia, Malaysia, Giappone, Cina, Sud Corea, Nuova Zelanda e Stati Uniti partecipano alle ricerche dei resti del volo MH370 in un'area grande quanto la Polonia. Domani una nave australiana salpera' da Perth con a bordo una sofisticata apparecchiatura americana per rilevare i segnali delle scatole nere e un drone sottomarino che potrebbe essere calato nell'oceano per poterle recuperare. Al momento nessuno dei numerosi oggetti galleggianti avvistati e' stato recuperato e riconosciuto come appartenente al volo scomparso. Il ritrovamento delle scatole nere, la cui batteria dura' pero' solo 30 giorni, potrebbe finalmente offrire la soluzione del mistero che circonda la sorte dell'aereo partito da Kuala Lumpur verso Pechino con 239 persone a bordo.

Caccia agli oggetti galleggianti
Nella nuova area delle ricerche, a circa 1800 km a est della città australiana di Perth, i soccorritori lavorano senza sosta ma con scarsi risultati. Finora non si è avuto nessun riscontro dalle centinaia di oggetti galleggianti avvistati dai satelliti e dagli aerei. I pochi raggiunti e recuperati si sono rivelati materiali non collegati al velivolo scomparso. “Sembra che si tratti di materiali da pesca e di rifiuti che galleggiano sulla superficie dell’oceano”, ha dichiarato un portavoce dell’autorità australiana di ricerca marittima.

La frustrazione delle famiglie
I famigliari delle persone a bordo, in particolare i parenti dei passeggeri di nazionalità cinese, continuano nel frattempo a fare pressione sulle autorità malesi. Un gruppo si è recato a Kuala Lumpur. "Abbiamo chiesto un incontro con il primo ministro e con il ministro dei Trasporti - dice Wang Chunjiang, il cui fratello minore era sul volo MH370 - Abbiamo domande che vorremmo porre loro di persona". 
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