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MONDO

Lanciata operazione "Vulcano di rabbia"

Libia nel caos, Serraj lancia la controffensiva. Appello dell' Onu per una tregua

Il premier Conte: evitare guerra civile. Si combatte a decine di chilometri dalla capitale. Morti e feriti: tra le vittime anche civili. Gli Usa ritirano il contingente militare: "Situazione imprevedibile"

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L'Onu ha lanciato un appello urgente per una tregua provvisoria che permetta di evacuare feriti e civili intrappolati negli scontri tra le forze leali al governo di unità nazionale di Fayez al Serraj e le truppe legate al generale Khalifa Haftar, l'uomo forte della Cirenaica. 

Più esattamente la missione Onu in Libia (Manul) ha lanciato "un appello a tutte le parti armate che si trovano nella regione di Wadi Rabi, al-Kayekh, Gasr ben Ghachir e Al-Aziziya (a sud di Tripoli) a rispettare una tregua umanitaria dalle 16 alle 18 ora locale (14-16 Gmt) per assicurare l'evacuazione dei feriti e dei civili da parte dei soccorritori della Croce Rossa libica.

Ministero: morti e feriti. Tra le vittime anche civili
"Il bilancio degli scontri alla periferia di Tripoli è arrivato finora a 21 morti e 27 feriti": lo scrive il sito Alwasat citando il portavoce del ministero della sanità, Amin Mohamed al Hashmi, il quale ha precisato che fra le vittime ci sono "un medico, un assistente medico" e due altri civili. ieri sera l'esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar aveva annunciato che, dall'inizio degli scontri, quindi in due giorni, aveva perso 14 militari. 

Forze Sarraj: l'aeroporto di Tripoli è nostro
Le milizie filo-Sarraj sostengono di aver ripreso il controllo dell'aeroporto internazionale di Tripoli, quello chiuso dal 2014 e situato a sud della capitale, che era stato preso o almeno 'infiltrato' per due volte da uomini dell'esercito nazionale libico del generale Khalifa Haftar. L'affermazione è contenuta in un resoconto di dichiarazioni del nuovo portavoce delle forze del governo di accordo nazionale, colonnello Mohamad Gnounou, postate sulla pagina facebook dell'ufficio stampa dell'esecutivo.

Raid aerei 
Un raid aereo delle forze del governo di accordo nazionale è stato realizzato contro le postazioni dell'esercito del generale Khalifa Haftar (Lna) nella zona dell'aeroporto internazionale di Tripoli (chiuso nel 2014) e a Wadi Rabea. Ne dà notizia il Libya Observer sulla sua pagina Twitter. Sempre secondo il giornale, le forze di Haftar a loro volta hanno condotto un bombardamento aereo a Naqliya camp sulla strada dell'aeroporto. Fonti locali hanno parlato anche di raid aerei in mattinata nell'area di Ain Zhara.

Serraj resiste e lancia l'operazione "Vulcano di rabbia"
Fayez al Serraj resiste all'offensiva di Haftar e promette "fermezza" nel contrastarlo.  Il portavoce delle forze armate del governo di accordo nazionale di Sarraj, il colonnello Mohamed
Gounonou, ha annunciato l'inizio della controffensiva "Vulcano di rabbia" per "ripulire tutte le città dagli aggressori e dalle forze illegittime", ovvero gli uomini del generale Khalifa Haftar. Lo riferisce il Libya Express riportando le parole del portavoce il quale ha affermato che "l'esercito libico respinge colpi di stato e una sua militarizzazione: la Libia sarà sempre uno stato civile, l'esercito lo proteggerà e garantirà la sicurezza della popolazione".

Convocato l'ambasciatore Francia. Parigi: protesta Serraj? Non riflette tenore colloqui
Serraj proposito ha convocato, secondo quanto riferisce il Libya Observer, l'ambasciatore francese per esprimergli una protesta ufficiale in merito a quanto sta avvenendo in Libia.

La notizia della "forte protesta" con Macron espressa da Fayez al-Serraj all'ambasciatrice francese a tripoli "non riflette il tenore dell'incontro" fra il premier libico e la rappresentante diplomatica di Parigi, Beatrice du Hellen. Lo ha appreso l'Ansa da fonti del Quai d'Orsay. le fonti, commentando la notizia diffusa da al Jazeera di una "forte protesta di al-Sarraj con Macron", hanno spiegato che "si trattava di un incontro fissato di comune accordo" e che l'informazione "non riflette il tenore dell'incontro del primo ministro Sarraj con la nostra ambasciatrice".
 
Haftar alle porte di Tripoli
Haftar è stato fermato a pochi chilometri da Tripoli, grazie all'intervento delle milizie di Misurata, per lo più fedeli al governo di unità nazionale. I caccia hanno bombardato le posizioni di Haftar a Mizda, a sud di Gharyan e Souq Al-Khamis, sud-est della capitale. Secondo media locali, ci sono stati bombardamenti anche sull'altopiano del Gebel Nefusa.

Usa evacuano contingente per motivi di sicurezza
Il Comando Usa in Africa ha annunciato con una nota di avere "temporaneamente evacuato" un contingente di forze statunitensi dalla Libia. "Un contingente di forze statunitensi si sono temporaneamente trasferite dalla Libia in risposta alle condizioni di sicurezza - si legge sul profilo Twitter del Comando -. Continueremo a monitorare le condizioni sul terreno e a valutare la fattibilità di una rinnovata presenza militare degli Stati Uniti, a seconda dei casi".

Conte: evitare la guerra civile
"Stiamo seguendo il dossier Libia da tempo e lo stiamo seguendo anche nelle ultime fasi. È
un'evoluzione che ci preoccupa e devo confessare che non ci lascia del tutto sorpresi perché ovviamente, seguendo l'evoluzione, avevamo colto questa possibile evoluzione", ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte entrando al Vinitaly a Verona. "Sicuramente stiamo cercando di rappresentare soprattutto al generale Haftar e agli altri interlocutori - ha aggiunto - la necessità di evitare conflitti armati, non possiamo permetterci una guerra civile".  "Non ho sentito il generale Khalīfa Belqāsim Ḥaftar negli ultimi giorni", dice il presidente del Consiglio. "Ovviamente - aggiunge Conte - stiamo seguendo il dossier della Libia da tempo e lo stiamo seguendo anche nelle ultime fasi".
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